martedì 26 gennaio 2010

Alcoa in Sardegna, oggi vertice decisivo

La Sardegna e gli operai dell’Alcoa aspettano stasera per sapere del loro destino. Che si concluderà con un vertice decisivo al Ministero dell’Economia tra le maggiori sigle sindacali della categoria, il governo e i rappresentanti della Alcoa.

A detta di molti, i dirigenti della fabbrica di alluminio non hanno più scuse. Con l’approvazione del decreto legge sull’energia, che punta a mantenere alti i consumi dell’energia in Sardegna e Sicilia in modo da evitar il rischio di disfunzioni o di black-out, lo Stato ha fatto un importante passo in avanti per impedire il licenziamento dei dipendenti degli stabilimenti di Portovesme e di Fusina.


L’Alcoa non ha più scuse, gli abbiamo dato tutto quello che hanno chiesto, ora è il momento di quadrare. Così dicono in molti. Ma sembra che la grande multinazionale americana non sia ancora soddisfatta: come la mettiamo con la megamulta da 300 milioni di euro che l’Europa ha inflitto alla Alcoa ed allo Stato italiano per presunti aiuti di Stato? E come la prenderà l’Europa per questo nuovo disegno di legge, che di fatto concede sgravi fiscali alla Alcoa alla faccia del libero mercato e delle concorrenza?


Forse dovrà pagare lo Stato. Anche in tempi di libero mercato, quello che sgancia è sempre lui. Questo è il prezzo che si paga in un regime capitalistico per mantenere un minimo di pace sociale davanti all’arroganza delle multinazionali. La Alcoa, in particolare, ci ha preso alla gola: sa di avere il coltello dalla parte del manico, sa che non ci sono altri contatti che la Regione Sarda poteva utilizzare, e ha fatto valere la sua posizione di forza. E forse non ha ancora finito di battere i pugni sul tavolo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E se invece l'alcoa per fare felice i suoi azionisti e' comunque decisa alla chiusura?
Bisogna fare come in argentina,impossessarsi delle fabbriche e autogestirle,infatti basta solo il mercato interno per non riuscire a tenere dietro alle commesse.
Lo ribadisco e lo ridico:
ABBOLIRE LA BORSA,e' una piaga dell'umanita'.

Andrea Chessa ha detto...

Penso che per abolire la Borsa ci vogliano decenni: anche altri tipi di sistema economico l'hanno spesso utilizzata (sia i regimi comunisti che il nazifascismo italo-tedesco). Il problema è: avere una classe dirigente che non sia diretta emanazione dei banchieri.

Torniamo sempre al solito discorso: sovranità. Economica, militare, politica.