Poverini i libici! Non paghi delle atrocità e delle sevizie inferte agli italiani prima della cacciata di questi dai territori libici nel 1970, con espropri, furti, omicidi, requisizioni forzate in pieno stile comunista; non paghi dei sospetti di terrorismo che attirarono su di loro dopo che alcuni aerei, negli anni passati, hanno invaso il nostro spazio aereo; non paghi degli scud lanciati su Lampedusa e dei sospetti sulla strage di Ustica; non paghi delle ultime minacce all’Italia in caso di nomina ministeriale di Calderoni; non paghi dei quasi mille (1000!) miliardi di dollari versati alla Libia da parte dell’Italia nei decenni precedenti; non paghi di non aver pagato le nostre aziende italiane operanti in Libia, tra le quale la Impregilo e molte del settore dell’edilizia, tanto da costringere queste a rivolgersi alla Corte di Giustizia di Bruxelles; non paghi di essersi fatti finanziare dall’Italia la recente costruzione dell’ospedale di Bengasi; non paghi di tutto ciò, adesso i beduini di Gheddafi rivogliono cinque miliardi di dollari di risarcimenti per la “colonizzazione” – ma meglio sarebbe dire civilizzazione – che gli italiani fecero in Libia.
Secondo l’accordo che il nostro “premier” ha firmato a Tripoli l’Italia concederà alla Libia, per i prossimi venticinque anni, 200 milioni di dollari all’anno per le riparazioni del periodo coloniale. Inoltre restituiremo anche la Venere di Cirene, tra vedere e non vedere. Quando mai una potenza coloniale ha restituito, a distanza di decenni, le opere prese dal Paese colonizzato? Forse l’Inghilterra, anzi ancor di più la Francia, ci hanno mai restituito anche una sola delle opere di inestimabile valore che hanno trafugato dal nostro suolo nei secoli passati?
Ma quali sarebbero i “danni” di cui parla Gheddafi? Vediamoli subito e, come è nel nostro stile, facciamo parlare un po’ di dati che da soli bastano a dare l’idea di quali sfracelli abbiano causato gli italiani in Libia.
Costruzione di 754 scuole;
costruzione di 44 ospedali;
costruzione di 127 ambulatori;
costruzione di 70 infermerie;
costruzione di diverse migliaia di edifici a scopo civile e militare;
2930 km di rete ferroviaria, ancora oggi spina dorsale delle ferrovie libiche;
8000 km di strade, ancora oggi importanti elementi della viabilità in Libia;
265 ponti;
3007 ettari di terreno bonificati e posti in coltivazione;
costruzione di 2088 case coloniali;
costruzione e messa in opera di 1688 opere tecniche ed elettriche;
avvio di 13650 aziende industriali e commerciali.
Come si potrà notare da questa breve carrellata di notizie, paghiamo cinque miliardi di dollari alla Libia per averle portato la civiltà ed averla fatta passare dall’oblio della barbarie alla luce della civilizzazione. Con un atto certamente di colonizzazione, ma una colonizzazione intesa dall’Italia coloniale prima e resa eccellente dal Fascismo poi in chiave “romana”: non un barbaro e violento assoggettamento dei popoli vinti nei confronti del vincitore – come hanno fatto tutte le altre potenze coloniali, la cui azione colonizzatrice si è risolta in un criminale accaparramento di risorse e in uno sfruttamento umano, con milioni e milioni di morti e sofferenze inenarrabili, la cui triste conseguenza si può ancora vedere oggi in Africa o nel sud delle Americhe – ma quasi una sorta di “adeguamento” civile, politico e culturale mirante a trasformare la Nazione assoggettata non in un territorio da spremere fino all’ultima goccia, ma in una Nazione parallela, altrettanto civile, evoluta e preparata come quella italiana del Ventennio Fascista che “portò la civiltà” in Africa così come la Roma di tanti secoli prima estese la propria fino ai confini più estremi dell’Europa.
Ora: di che cosa dovremmo vergognarci noi italiani? Non sarebbero piuttosto i libici che dovrebbero risarcirci per tutte le migliaia e migliaia di immigrati che annualmente “siamo costretti” ad accogliere sulle nostre coste? Dovremmo essere noi a chiedere alla Libia un risarcimento, non il contrario! In sostanza la Libia del beduino Gheddafi non solo ci vomita addosso tutti i suoi residui umani da decenni, non solo è storicamente una Nazione ostile all’Italia, ma noi la paghiamo pure!
Non dobbiamo certo vergognarci del nostro passato, che è stato glorioso ed ha scritto la storia del mondo, ma del nostro presente di Nazione perennemente sottomessa, instancabilmente pronta a chiedere scusa anche all’ultimo dei capi di Stato e a sborsare soldi al primo capobastone! Ma si sa: Berlusconi è fedele alla tradizione, e proprio in questo non ha deluso, continuando la solita politica estera italiana “dei 90 gradi” nei confronti di tutti gli altri stati nazionali, anche i più ridicoli come quello libico, che vogliono l’Italia terreno di conquista per tutti i farabutti di ogni risma.
Ci sarebbe da augurarsi una sola cosa, assai improbabile nella generale idiozia che ammorba il popolo italiano. Che tutti gli imbecilli che hanno votato Berlusconi, Alemanno, Fini e compagnia aberrante, slogandosi le braccia a suon di saluti romani e di braccia tese, considerandolo il governo valido da opporre ai “comunisti”, si rendano conto di quali interessi sono rappresentati da questo governo. Un governo che non solo regge il sacco degli unici due stati-canaglia per eccellenza, gli USA e Israele, ma che ha anche il coraggio di mettersi a novanta gradi di fronte all’ultimo dei capi africani. E dire che per molto meno di quello che ci ha fatto la Libia in tutti questi decenni abbiamo mandato i nostri soldati a bombardare Corfù! Altri tempi. Di quelli non ci dobbiamo certamente vergognare.
Andrea Chessa
Secondo l’accordo che il nostro “premier” ha firmato a Tripoli l’Italia concederà alla Libia, per i prossimi venticinque anni, 200 milioni di dollari all’anno per le riparazioni del periodo coloniale. Inoltre restituiremo anche la Venere di Cirene, tra vedere e non vedere. Quando mai una potenza coloniale ha restituito, a distanza di decenni, le opere prese dal Paese colonizzato? Forse l’Inghilterra, anzi ancor di più la Francia, ci hanno mai restituito anche una sola delle opere di inestimabile valore che hanno trafugato dal nostro suolo nei secoli passati?
Ma quali sarebbero i “danni” di cui parla Gheddafi? Vediamoli subito e, come è nel nostro stile, facciamo parlare un po’ di dati che da soli bastano a dare l’idea di quali sfracelli abbiano causato gli italiani in Libia.
Costruzione di 754 scuole;
costruzione di 44 ospedali;
costruzione di 127 ambulatori;
costruzione di 70 infermerie;
costruzione di diverse migliaia di edifici a scopo civile e militare;
2930 km di rete ferroviaria, ancora oggi spina dorsale delle ferrovie libiche;
8000 km di strade, ancora oggi importanti elementi della viabilità in Libia;
265 ponti;
3007 ettari di terreno bonificati e posti in coltivazione;
costruzione di 2088 case coloniali;
costruzione e messa in opera di 1688 opere tecniche ed elettriche;
avvio di 13650 aziende industriali e commerciali.
Come si potrà notare da questa breve carrellata di notizie, paghiamo cinque miliardi di dollari alla Libia per averle portato la civiltà ed averla fatta passare dall’oblio della barbarie alla luce della civilizzazione. Con un atto certamente di colonizzazione, ma una colonizzazione intesa dall’Italia coloniale prima e resa eccellente dal Fascismo poi in chiave “romana”: non un barbaro e violento assoggettamento dei popoli vinti nei confronti del vincitore – come hanno fatto tutte le altre potenze coloniali, la cui azione colonizzatrice si è risolta in un criminale accaparramento di risorse e in uno sfruttamento umano, con milioni e milioni di morti e sofferenze inenarrabili, la cui triste conseguenza si può ancora vedere oggi in Africa o nel sud delle Americhe – ma quasi una sorta di “adeguamento” civile, politico e culturale mirante a trasformare la Nazione assoggettata non in un territorio da spremere fino all’ultima goccia, ma in una Nazione parallela, altrettanto civile, evoluta e preparata come quella italiana del Ventennio Fascista che “portò la civiltà” in Africa così come la Roma di tanti secoli prima estese la propria fino ai confini più estremi dell’Europa.
Ora: di che cosa dovremmo vergognarci noi italiani? Non sarebbero piuttosto i libici che dovrebbero risarcirci per tutte le migliaia e migliaia di immigrati che annualmente “siamo costretti” ad accogliere sulle nostre coste? Dovremmo essere noi a chiedere alla Libia un risarcimento, non il contrario! In sostanza la Libia del beduino Gheddafi non solo ci vomita addosso tutti i suoi residui umani da decenni, non solo è storicamente una Nazione ostile all’Italia, ma noi la paghiamo pure!
Non dobbiamo certo vergognarci del nostro passato, che è stato glorioso ed ha scritto la storia del mondo, ma del nostro presente di Nazione perennemente sottomessa, instancabilmente pronta a chiedere scusa anche all’ultimo dei capi di Stato e a sborsare soldi al primo capobastone! Ma si sa: Berlusconi è fedele alla tradizione, e proprio in questo non ha deluso, continuando la solita politica estera italiana “dei 90 gradi” nei confronti di tutti gli altri stati nazionali, anche i più ridicoli come quello libico, che vogliono l’Italia terreno di conquista per tutti i farabutti di ogni risma.
Ci sarebbe da augurarsi una sola cosa, assai improbabile nella generale idiozia che ammorba il popolo italiano. Che tutti gli imbecilli che hanno votato Berlusconi, Alemanno, Fini e compagnia aberrante, slogandosi le braccia a suon di saluti romani e di braccia tese, considerandolo il governo valido da opporre ai “comunisti”, si rendano conto di quali interessi sono rappresentati da questo governo. Un governo che non solo regge il sacco degli unici due stati-canaglia per eccellenza, gli USA e Israele, ma che ha anche il coraggio di mettersi a novanta gradi di fronte all’ultimo dei capi africani. E dire che per molto meno di quello che ci ha fatto la Libia in tutti questi decenni abbiamo mandato i nostri soldati a bombardare Corfù! Altri tempi. Di quelli non ci dobbiamo certamente vergognare.
Andrea Chessa
3 commenti:
Non è col cemento che si civilizza, altrimenti dovremmo chiamare le scarpe cementizie alla maniera mafiosa 'opera di civilizzazione'.
Cmq è assurdo questo accordo con la libia. Evidentemente il governo ha trovato il modo di fare affari in nord africa a spese nostre.
Perché il motivo dei clandestini non sta in piedi. Con quel denaro ci costruisci lo scudo spaziale anticlandestino.
Infatti non ho mai detto che abbiamo cementificato col cemento, però quello che abbiamo fatto in Libia e certamente civilizzazione e non semplice "depredazione di ricchezza" alla maniera occidentale.
Più che altro, a mio modo di vedere, è la Libia che ha fatto un grande affare a spese nostre, approffittando di un governo di destra che ha perso ogni motivo di orgoglio nazionale, di senso patriottico, di determinazione far valere le sue ragioni in politica estera. Credo anche io che il problema clandestini c'entri ben poco.
Mi fanno notare il "cementificato col cemento"; intendevo dire ovviamente "civilizzato col cemento".
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