Pubblicato sul mensile "Il Popolo d'Italia", gennaio 1999
Che il problema dell’immigrazione extracomunitaria sia ormai una vera e propria piaga nazionale è cosa ben nota; che però su questo tema, pur di attualità su tutti i giornali che vanno per la maggiore e in tutti gli show super patinati delle TV non si siano dette molte verità, è cosa non da tutti risaputa.Il regime politico - culturale tenta infatti, purtroppo con successo, di contrabbandare alla massa acritica le sue “verità”, ove chiunque tenti di opporsi all’immigrazione selvaggia viene tacciato di razzismo, mentre chiunque appoggi le più vergognose sanatorie si ritrova promosso d’ufficio al ruolo di cittadino “progressista” della futura società multirazziale. Naturalmente, all’interno di queste ”verità” l’immigrato viene dipinto come un poveretto nullatenente, richiamato dall’opulenza della società occidentale nel tentativo di trovare un’occupazione ed una sistemazione adeguata, e soltanto il fallimento di questi tentativi porta il poveraccio a delinquere.Peccato però che questo quadretto edificante sia del tutto falso, nelle sue premesse come nelle sue conclusioni.Infatti i veri razzisti non sono quelli che si oppongono all’accoglienza indiscriminata, ma sono proprio quelli che, come l’ex Premier Romano Prodi, dichiarano pubblicamente che costoro ci sono utili “perché fanno i lavori più disagiati”, o che, come il capo del Polo Silvio Berlusconi, dichiarano che “gli immigrati serviranno a pagare le pensioni dei nostri concittadini”; sono forse queste “nobili” motivazioni umanitarie, o viceversa squallidi presupposti utilitaristici che presuppongono uno sfruttamento dell’uomo sull’uomo? E’ più razzista chi dice di accogliere gli extra comunitari perché potranno essere impiegati sotto costo a nostro vantaggio, o chi pretende che costoro restino nelle loro terre, indirizzando la solidarietà nella direzione di contribuire allo sviluppo del terzo mondo, insegnando finalmente a queste nazioni come provvedere da sé alla propria sopravvivenza?La verità è che, nell’ottica mondialista, l’immigrato viene visto come una mera merce, da sfruttare per bisogni economici, politici e religiosi; le sinistre mostrano il volto accogliente per riempire le loro federazioni di partito desolatamente vuote e per riempire le piazze di poveretti ignari, muniti di cartelli e striscioni che spesso neppure comprendono, con i quali rivendicano diritti che ai loro paesi di provenienza non hanno mai neppure sentito nominare; le organizzazioni cattoliche si comportano allo stesso modo per riempire le chiese, fingendo di ignorare qual è il trattamento che i musulmani e gli esponenti di altre religioni riservano ai cattolici nei paesi ove sono in maggioranza, mentre gli imprenditori mondialisti considerano l’extracomunitario come un novello sottoproletario da sfruttare in fabbrica e da utilizzare come consenziente consumatore dei propri prodotti. In tutto questo non vi è nulla di umanitario, ma al contrario vi è quanto di più squallido e di egoistico le “capaci” menti dei nostri uomini di sinistra potessero concepire.Altro mito da sfatare è il presunto bisogno che muoverebbe questi poveri immigrati, tutti bravi, belli, onesti e buoni lavoratori, trascinati sulla cattiva strada dalla mancanza di opportunità che i “razzisti” occidentali non concedono loro; in realtà la gran massa degli extracomunitari che approdano sulle coste italiane è costituita da persone abbastanza facoltose da potersi permettere di pagare cifre astronomiche alla mafia albanese per essere traghettate in Italia, cifre inoltre che se paragonate al tenore di vita delle località di provenienza di costoro, assumono significati addirittura iperbolici. Che cosa spinge allora migliaia di albanesi, magrebini ed arabi a spendere milioni per approdare sulle nostre coste? Ma naturalmente la fama di “paese di bengodi” che l’Italia ha ormai agli occhi del mondo intero; nazione dove si tartassano i cittadini autoctoni per mantenere folle di extracomunitari che nel migliore dei casi sono dei veri e propri sfaccendati, nel peggiore sono degli autentici criminali che già partono da casa propria con in testa l’idea di creare, o fortificare, veri e propri clan mafiosi dediti al contrabbando di stupefacenti ed armi, nonché allo sfruttamento della prostituzione.Solo pochi giorni or sono vari TG nazionali hanno dedicato ampi servizi ai poveri del Sudan, questi sì veramente disperati, con bambini ridotti a vere e proprie larve, incapaci persino di difendersi dalle mosche che li divorano; ebbene, a queste fasce veramente povere dei paesi africani, composte da persone che neppure sognano di emigrare all’estero a causa della assoluta impossibilità a realizzare la benché minima spesa, nessuno fornisce validi aiuti, ad eccezione di eroici missionari (nella fattispecie i frati comboniani) i quali fanno miracoli per strappare alla morte peggiore almeno qualcuno dei bambini in questione, campando delle elemosine di qualche buon cuore occidentale.E tutto questo accade mentre governi inetti come quello nostrano spendono svariati miliardi per accogliere e mantenere criminali, mafiosi, prostitute, sfruttatori e delinquenti della peggior risma!Considerando poi che con le cifre spese dall’Italia per accogliere la peggiore feccia extra comunitaria si potrebbero sfamare intere nazioni africane sul posto, viene a cadere definitivamente la grande mistificazione mondialista, in quanto è evidente che non si vuole risolvere il problema del terzo mondo, ma aggravarlo, privando cioè i paesi poveri delle risorse finanziarie per svilupparsi, nonché delle braccia che potrebbero realizzare questo sviluppo. I fautori della società multirazziale infatti considerano proprio l’attaccamento alle proprie tradizioni ed alle proprie terre il maggiore pericolo per i loro loschi piani, perché sono proprio i ceppi etnici più radicati, gelosi della propria appartenenza ad una etnia ben chiara e rispettosi di quelle altrui, che potrebbero opporsi al dominio mondiale cui essi aspirano; è soltanto trasformando la società planetaria in un’informe melassa di meticci, senza cultura, tradizioni, né consapevolezza di essere un popolo, che si potrà giungere al mondialismo perfetto, ovvero dieci o venti famiglie ben individuabili che da sole governeranno il mondo, piegando tutto e tutti alle proprie necessità di produzione e consumo. Nell’immenso crogiolo umano che questi criminali stanno tentando di imporci, non ci saranno più rivolte nei confronti dei dominatori planetari, ma se mai un perenne stato di guerra fra poveri, ove i rimasugli delle vecchie culture e tradizioni di tanto in tanto si accapiglieranno fra loro per futili motivi, tornando però presto al naturale stato di prostrazione. La migliore prova di quanto sopra sta proprio negli USA, cioè il paese che dovrebbe rappresentare l’esempio vivente di società multirazziale, ma che in realtà dimostra al mondo intero come siano condannate al fallimento le manie di integrazione che pervadono “i sinistri” italiani; siamo di fronte, infatti, ad uno squallido insieme di varie razze, che fingono di vivere insieme in pace e in armonia, ma che in realtà spesso esplodono in vere e proprie guerre tribali, dove il nero attacca il bianco, il giallo non tollera il nero, l’ispanico odia l’italiano, e via discorrendo. Tutto ciò, naturalmente, va a vantaggio dei banchieri [...] di Wall Street, i quali, imperterriti, continuano a produrre miliardi di dollari e ad ingigantire i propri imperi, mentre i poveracci si dedicano alle loro puerili e stupide guerre, non già provocate da nobili sentimenti nazionalistici, ma da sterili lotte per il controllo di qualche vicolo malfamato, o dello spaccio di droga nel quartiere, o ancora per conquistare qualche posto in più alle prostitute del proprio colore. A comprova di ciò possiamo agevolmente notare come gli stessi USA, ovvero il braccio armato del mondialismo sionista, agiscono da veri e propri massacratori nei confronti di quei paesi che tentano di mantenersi impermeabili alla penetrazione dei “valori” stelle e strisce: Iraq, Iran, Panama, Haiti, Grenada sono solo alcuni paesi che hanno sperimentato sulla propria pelle quanto possa costare il tentativo di sottrarsi al dominio planetario mondialista, mentre al contrario gli stati che accettano di farsi governare da leaders fantoccio, al soldo degli USA e dei propri infami alleati, riescono a godere di (apparente) prosperità inaspettata. Smascherata l’impostura rimane da chiedersi: come invertire la tendenza?La cosa indispensabile è la consapevolezza del problema, unita alla piena comprensione delle ragioni per le quali ci si oppone all’immigrazione selvaggia; non esistono, infatti, biechi razzisti che non vogliono accogliere l’immigrato extra comunitario perché convinti della sua inferiorità, ma esistono bensì patrioti consapevoli dei rischi che corrono, sia il popolo italiano sia i popoli africani ed arabi, mandati allo sbaraglio per fare gli interessi dei falsi umanitari. E’ necessario che ciascun popolo, europeo e non, si renda conto del pericolo che stiamo correndo e si faccia garante della conservazione di tradizioni, usi e costumi, religione e territorio proprie, aiutando nel contempo quella fetta di popoli africani ed arabi che non sono consapevoli di ciò, al fine non di dominare e sottomettere le altre etnie, ma al contrario di collaborare, da pari a pari, fra popoli diversi per giungere all’obiettivo di una pacifica convivenza, ciascuno a casa propria, con le proprie leggi, i propri usi, le proprie tradizioni e le proprie religioni, ma anche e soprattutto con le stesse possibilità di sviluppo e di arricchimento per tutti i popoli della terra.Le grandi potenze occidentali, invece di assorbire manodopera straniera a basso costo, dovranno recarsi nei territori del terzo mondo, creando infrastrutture, strade, acquedotti, ed istruendo gli autoctoni circa il modo di sviluppare un’agricoltura degna di questo nome, ed un’industria quantomeno efficiente, lasciando poi loro la completa gestione del tutto.Questo è il solo ed unico modo per arginare contemporaneamente la piaga dell’immigrazione selvaggia, e quella ancora peggiore del mondialismo. E questa sarà la vera sfida del 2000: imparare a sopravvivere separati ma concordi, oppure soccombere nel calderone multirazziale.
Carlo Gariglio
2 commenti:
Bravissimo, sono d'accordo. Facciamo qualcosa per opporci a questa invasione composta per la stragrande maggioranza da feccia scroccona, abusiva, delinquenziale, antigienica. Il nostro Paese sta diventando una discarica di straccioni senza legge, nè identità. Pazzesco che ci sia tanta gente che difende l'immondizia migrante.
Camerata,
noi siamo qui, a fare il nostro dovere. Consapevoli che se non ci opponiamo noi non lo farà nessun altro.
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