Liliana Segre se ne frega delle norme anti-Covid e, come da lei stessa dichiarato, violerà le prescrizioni del suo stesso medico personale per andare in Senato a sostenere il Governo Conte. “È una vergogna”, esclama indignata.
Prendiamo atto che se sei di sinistra, e per di più ebrea – “miracolosamente” sopravvissuta ad Auschwitz, per te non valgono le regole che hanno messo in ginocchio una Nazione intera. Distanziamenti, chiusura delle attività, divieto di spostamenti, zone gialle, rosse, verdi… tutto passa in secondo piano. Quando si tratta di non lasciar soli i nostri anziani, o di salvaguardare le nostre attività perché è ormai molto più probabile morire di fame che non di Covid, o di abbracciare le nostre famiglie, magari dopo settimane e settimane di lavoro in cui non abbiamo potuto vederle e stare con loro come avremmo desiderato, siamo degli egoisti irresponsabili, negazionisti/no vax/analfabeti funzionali/fascisti.
Le leggi ridicole e fallimentari da loro stessi imposte, che hanno distrutto una Nazione intera con danni che impiegheremo decenni a riparare, possono venire tranquillamente infrante, purché siano loro stessi a farlo. E te lo dicono col sorriso sulle labbra, col ditino puntato, di quelli che hanno a cuore gli interessi della Nazione, mica come quei coglioni che hanno violato il coprifuoco per fare il pranzo di Natale con i genitori anziani.
Del resto Liliana Segre è di sinistra, ebrea, “sopravvissuta” ad Auschwitz: lei può, in nome della tenuta di questo Governo criminale, difesa da un alone di impunità eterno, quasi mistico, perché se dici qualcosa a Liliana Segre sei uno schifoso antisemita.
A proposito: ma i Cinque Stelle non dovevano abolire i senatori a vita?
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