Bastano
solo due immagini per inquadrare alla perfezione la sinistra antifascista, e
precisamente il suo lato immondo e disumano che riemerge prepotentemente quando
si tratta di svilire i morti e i martiri degli avversari politici.
La
prima è quella che i centri sociale di Azione Antifascista Roma Est hanno
orgogliosamente esibito sulla loro pagina Facebook, pagina che, stranamente,
non viene mai censurata nonostante l’incitamento alla violenza (e in questo
caso l’esaltazione dell’omicidio) contro gli avversari politici sia all’ordine
del giorno. Campeggia una bella chiave inglese, sottolineata anche dall’etichetta
#hazet36, la chiave inglese con la quale, molto probabilmente, fu ucciso Sergio
Ramelli, liceale romano che ebbe il solo torto di non piegarsi al politicamente
corretto in anni in cui l’omicidio dei fascisti era apertamente teorizzato e –
soprattutto – applicato dagli antifascisti a suon di chiavi inglesi e mitragliette
Skorpion, tra gli applausi della sinistra parlamentare ed istituzionale (come
quelli che partirono dai banchi della sinistra milanese quando si seppe che Ramelli,
dopo un come di diverse settimane, era definitivamente morto).
Perfino
nell’antichità si interrompevano sanguinosi massacri e cruentissime battaglie
campali perché entrambe le fazioni potessero piangere e seppellire i propri
morti. Nel 2019 non è stato nemmeno permesso il corteo in ricordo di questo
ragazzo, massacrato a colpi di chiave inglese, mentre il sindaco di Milano,
Sala, ha tranquillamente permesso il contro-corteo degli antifascisti, dove le
minacce di morte e l’incitamento all’omicidio dei fascisti sono stati il motivo
principale dei cori. Sono stati i camerati che, a decine, hanno sfidato il
divieto per piangere Sergio, il cui ricordo, evidentemente, mette ancora troppo
in imbarazzo quelli del #restiamoumani e #apriamoiporti. Umani e comprensivi
solo se si tratta di stranieri che vogliono invadere la Nazione (del resto gli
antifascisti, con gli invasori dell’Italia, ci vanno a braccetto da ottanta
anni a questa parte), ancora meglio se hanno la pelle nera; per tutti gli altri
è “L’unico Fascista buono è il Fascista morto” e “10, 100, 1000 Sergio Ramelli”.
Senza
che il Corriere della Sera o La Repubblica, che pure hanno consumato fiumi di
inchiostro per parlare di venti tifosi laziali che il 25 aprile hanno osato
esporre uno striscione in ricordo di Benito Mussolini, battessero ciglio.
Di
più: l’incitamento ad uccidere gli avversari politici viene proprio dagli
esponenti dell’estrema sinistra. In prima fila in questa campagna di odio è,
ovviamente, Laura Boldrini, la quale, nella sua utenza Twitter, tranquillamente
si augura altre Piazzale Loreto: i fascisti fucilati senza regolare processo a
appesi a testa in giù.
Anche
qui nessuno fiata, nessuno ha nulla da dire, nessuno si indigna: ai teppisti –
e ai loro maestri, anzi: alle loro maestre – è permesso tutto ed il contrario
di tutto, nel nome di una tolleranza e di un pacifismo che vale solo per loro e
per quelli come loro.
Miserabili
vermi, macchiette ridicole che ormai non hanno altra soluzione se non incitare
al massacro dei fascisti (o presunti tali) o celebrare la macelleria messicana
di Piazzale Loreto, senza alcuna idea che non sia basata su una crudeltà ed un
odio politico tipicamente sinistri.
La
Storia vi seppellirà. Sempre che non lo si faccia prima noi. Sai com’è…
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