venerdì 30 giugno 2017

La Boldrini non è parte in causa



Non c’è niente da fare. Nemmeno nelle occasioni più normali, più spontanee e più gioiose, come quella di fare gli auguri ad una coppia per la nascita del proprio figlio, il Presidente della Camera, Laura Boldrini, riesce – nemmeno per un attimo – a mettere da parte quella malattia mentale altrimenti denominata con il nome di “femminismo”.

Succede che, in Parlamento, la Boldrini dà pubblicamente gli auguri a “Celeste Costantino, la nostra collega, che ha fatto una bambina che si chiama bianca e che sta bene: un saluto a mamma e bimba”. Quando qualcuno le fa notare che, in una certa parte, gli auguri bisognerebbe farli anche al padre, che ha in qualche modo contribuito alla nascita della bambina, la Boldrini risponda: “Come dice? Il papà non è parte in causa, in questo caso. Scusate, la bambina è stata fatta da Celeste Costantino, è nostra collega e noi ci rivolgiamo a lei, essenzialmente a lei”. Il papà, ne prendiamo atto, quando nasce il figlio non è parte in causa.

I deliri di questo personaggio sono tutti qui. Completamente avulsa dalla realtà, stomachevole perfino ai senatori e ai deputati più vicini alla sua parte politica, la Boldrini nemmeno sa che i bambini non si fanno, ma si procreano: c’è già tutto il lessico vendoliano del bambino come merce.

Come rispondere a simili vaneggi? Con il deputato Daniele Capezzone, che grazie al cielo fa l’unica cosa che si può fare: riderci su e “fare gli auguri anche al marito o al compagno della nostra parlamentare, visto che crediamo, dopo ampia riflessione, che anche il papà abbia avuto un qualche ruolo nella nascita della bimba”.

Al che alla Boldrini non resta che rispondere: “Allora facciamo gli auguri anche al papà”.

Che personaggetto ridicolo…

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