In merito allo scioglimento della commissione elettorale di Salò, successiva alla elezione di nostri tre consiglieri comunali a Mura (Brescia), pubblichiamo il comunicato della Nostra Segreteria Nazionale.
Preg.mi
Dottori Pasquariello, Longhi e Monni, mi scuso per l'invio
di questa comunicazione, ma non essendo riuscito a trovare
un indirizzo mail riferibile al Sig. Preftto, Dott. Vardè, ho deciso di
scrivere a Voi, suoi stretti collaboratori, nella speranza
che possiate inoltrargli la presente.
Inizio
con il presentarmi: sono il Dott. Carlo Gariglio,
Segretario Nazionale del Movimento Fascismo e Libertà -
Partito Socialista Nazionale (MFL-PSN). Ho deciso di
scriverLe dopo avere visionato la notizia della
scioglimento della Sottocommissione elettorale di Salò,
"rea", a dire dei giornali (ed evidentemente anche del
Dott. Vardè), di avere ammesso la nostra lista alle
elezioni di Mura (BS), ove abbiamo eletto 3 consiglieri
comunali, ottenendo circa il 12% dei consensi.
Ora,
non parlo per il povero parlamentare PD Lacquaniti, che
non perde occasione per lanciare grida di giubilo e per
vantare una certa frequentazione del Sig. Prefetto, nonchè
per sfruttare lo spazio concessogli da giornalisti
asserviti (che regolarmente cestinano le nostre repliche)
al fine di minacciarci, diffamarci e addirittura
paragonarci al terrorismo neofascista degli anni passati
(per questo ed altri reati verrà a breve denunciato, anche
se correrà a nascondersi dietro la sua immunità
parlamentare); ma da alti funzionari dello Stato come Voi,
con titoli di studio ed esperienza in questioni
ministeriali, mi sarei aspettato una maggiore cautela ed
una maggiore aderenza ai fatti.
Il
nostro movimento, fondato da Giorgio Pisanò nel lontano
1991, da ben 26 anni fa attività politica ed elettorale
(dove può) senza essere mai incorso in alcuna condanna,
nonostante le ormai centinaia di denunce presentate dai
tanti piccoli Lacquaniti, nipotini di Stalin, dalla sua
fondazione ad oggi; la Magistratura penale ha più e più
volte riconosciuto la nostra totale estraneità a qualsiasi
reato riconducibile alla XII Disposizione Transitoria
della Costituzione ed alla Legge attuativa cosiddetta
"Scelba". Gli stessi Tribunali penali hanno riconosciuto
del tutto legittima l'esposizione dei nostri simboli (un
Fascio Repubblicano rosso che nulla ha a che fare con il
Fascio littorio simbolo del disciolto PNF), nonchè della
dicitura abbreviativa che lo accompagna, ovvero "Fascismo
e Libertà". Sul nostro sito chiunque può visionare le
varie Sentenze e/o Decreti di Archiviazione emessi nel
corso di questi 26 anni (http://fascismoeliberta.info/legalita-del-m-f-l-p-s-n/).
Ora,
il sottoscritto non è né un alto funzionario ministeriale,
né un parlamentare lautamente stipendiato, ma pur da umile
cittadino arriva a comprendere un'evidenza: se un
movimento politico è legale, e sono legali la sua
denominazione ed il suo simbolo, impedirgli di prendere
parte alle competizioni elettorali, o obbligarlo a farlo
con altri simboli, rappresenta un chiaro reato di abuso di
potere in vero stile stalinista (Lacquaniti sarà
felicissimo), nonchè una vergognosa limitazione dei
diritti politici (art. 294 PC) e costituzionali di noi
cittadini facenti parte del MFL-PSN. Questo è un fatto.
Oggi
apprendiamo che, mentre non si puniscono mai i vari
magistrati del TAR e del CdS, o i Vice Prefetti presidenti
di Commissioni elettorali che da decenni ci boicottano
illecitamente, si puniscono i funzionari della
Sottocommissione di Salò per avere applicato la Legge,
ovvero per avere ammesso una lista di un movimento legale,
avente come logo un simbolo che lo stesso CdS, nel lontano
1994, ritenne del tutto legittimo!
Allego
alla presente quella Sentenza, emessa da quelli che ancora
si comportavano da Magistrati, e non da stipendiati del
PD, pronti a stravolgere le Leggi e ad abusare del proprio
potere, tentando di sostituirsi alla Magistratura Penale.
Da essa mi permetto di estrarne un paio di punti
significativi:
"(...) La Sezione sottolinea, innanzi
tutto, che il quesito non riguarda gli aspetti penali e
in particolare il punto se le linee statutarie e
programmatiche del Movimento integrino o meno la
fattispecie della ricostituzione del partito fascista, o
quella di manifestazioni fasciste, ipotesi entrambe
contemplate dalla legge del 1952. Dal
punto di vista penale, invero, non vi è che da
prendere atto delle pronunce intervenute nella sede
competente; (...) E questa è anche
l’opinione di questo Collegio. Il fascio, usato
nell’antica Roma come insegna dei magistrati elettivi
dotati di potere di comando (imperium), ha assunto nel
tempo il valore di simbolo della forma repubblicana
dello Stato - e in particolare di una repubblica non
oligarchica né aristocratica, ma retta dalla volontà
popolare espressa mediante libere elezioni. Così è stato
adottato dalla Rivoluzione francese, ed è tuttora
l’emblema ufficioso di quella Repubblica; ed è stato
adottato anche dalla Repubblica romana dei Giuseppe
Mazzini, e anche da qualche altro Stato (es.: il cantone
elvetico di San Gallo). È vero che di questo emblema si
è appropriato anche il partito mussoliniano, dapprima
solo con riferimento ad una ispirazione genericamente
rivoluzionaria, poi con l’intenzione - tanto
insistitamente declamata, quanto arbitraria e
ingiustificata nei fatti - di accreditare il regime
mussoliniano come l’erede e il continuatore della Roma
repubblicana ed imperiale. Ed è anche vero che
all’occhio dell’osservatore italiano l’emblema del
fascio non può non richiamare alla memoria,
primariamente, proprio il regime fascista. Ma non si può
dire che quel simbolo, in sé e per se, abbia un
significato unico ed univoco - e forse si dovrebbe anche
distinguere a seconda delle varie elaborazioni grafiche,
diversificate dalla forma della scure e dalla sua
posizione rispetto alle verghe: solo alcune versioni,
infatti possono dirsi tipicamente fasciste. In
conclusione, l’emblema del fascio romano, disgiunto
dalla parola "fascismo", si può considerare ammissibile,
ai fini contemplati dal quesito del Ministero
dell’interno".
Ora, pur
considerando un abuso ai nostri danni anche questa Sentenza,
in quanto ci vieta la dicitura "Fascismo e Libertà" che la
Magistratura Penale ci ha invece autorizzato, mi piacerebbe,
capire quali violazioni ravvisi il Sig. Prefetto nella
presentazione di un logo largamente riconosciuto legittimo
dal CdS ed usato nel mondo e nel corso della Storia per
rappresentare Stati retti da istituzioni repubblicane e
democratici (a quanto citato nella suddetta Sentenza, mi
permetto di aggiungere la Repubblica dell'Ecuador ed il
Camerun, come Stati che tuttora adottano un Fascio
Repubblicano come simbolo), nonchè disgiunto dalla parola
"Fascismo", esattamente come richiesto dalla Sentenza del
1994.
Fra l'altro,
mi permetto di ricordare che nel corso degli anni allo
stesso Ministero dell'Interno sono giunte decine di
interpellanze parlamentari da parte di "onorevoli" nipotini
di Stalin (Lacquaniti, povero lui, è anche in questo caso in
ritardo di una ventina d'anni!) contro il nostro movimento,
le quali hanno avuto praticamente la stessa risposta,
ovvero: "Non spetta al Ministero dell'Interno decidere della
legittimità di un movimento politico, ma alla Magistratura
Penale, che si è più volte pronunciata a favore del MFL".
Quindi, dal
momento che i fatti che espongo dovrebbero essere ben noti
ad alti funzionari dello Stato facenti capo al Ministero
dell'interno, torno a chiedermi il senso di certe decisioni
del Sig. Prefetto e dei suoi colloqui con il Lacquaniti; non
vorrei che si trattasse di un chiaro messaggio ai funzionari
della Prefettura, per invitarli a non applicare la Legge in
occasioni di future elezioni, aggiungendo abusi ad abusi
contro il MFL-PSN.
Chiudo
questo mio lungo messaggio allegandovi una sostanziosa
documentazione inerente alcune delle nostre passate
partecipazioni a competizioni elettorali, che fin dal 1993
ci videro in campo, con l'elezione nel corso degli anni di
numerosi consiglieri comunali. Come potrà verificare il Sig.
Prefetto, nonostante in molti casi le autorità abbiano
abusato dei loro poteri per farci eliminare la parola
"Fascismo" (ed al volte anche la sola sigla MFL!), quello
che ha caratterizzato sempre le nostre liste è il logo del
Fascio della Repubblica Romana di Mazzini, ovvero quello che
oggi il Sig. Prefetto ha ritenuto illecito, tanto da
sciogliere la Sottocommissione di Salò.
Conscio del
fatto che con ogni probabilità nessun alto funzionario
perderà il suo tempo prezioso per rispondere al
sottoscritto, colgo comunque l'occasione per porgere i miei
più distinti saluti al Sig. Prefetto ed ai collaboratori a
cui invio la presente.
-- Dott. Carlo Gariglio - Segr. Naz. MFL-PSN www.fascismoeliberta.info www.lavvocatodeldiavolo.biz
2 commenti:
Esimio dott. Carlo Gariglio, premessa tutta la mia stima e solidarietà, volevo ricordarLe le clausole 16 e 17 dell'infame trattato di pace di Parigi prosecuzione del farlocco armistizio di Cassibile.
http://pocobello.blogspot.it/2009/10/le-principali-clausole-del-trattato-di.html
Queste due clausole hanno più valore delle norme costituzionali dove la parola "fascismo" non viene mai menzionata se non nelle norme provvisorie ma solo per il PNF che come provvisorie sono cessate da tempo.
http://pocobello.blogspot.it/2012/02/la-costituzione-italiana-non-e.html
Auguri.
Io resto un seguace del lascito testamentario della RSI.
http://pocobello.blogspot.it/2010/01/fascismo-e-antifascismo-per-una-nuova.html
Beh, il vergognoso art. 17 recita: "Art. 17
L'Italia che, in conformità all'art. 30 della Convenzione di Armistizio, ha preso delle misure per sciogliere le organizzazioni fasciste in Italia, si impegna a non tollerare la ricostituzione sul territorio di organizzazioni di questa natura, il cui scopo è quello di privare il popolo dei suoi diritti democratici", ma non ci può riguardare, esattamente come la Legge Scelba, in quanto non siamo (e lo dicono pure loro, si figuri!), un movimento che si propone di privare i cittadini dei loro diritti democratici... Anzi!
Saluti
Dott. Carlo Gariglio
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