martedì 14 marzo 2017

Sul Vault 7, o il Grande Fratello americano



Si chiama “Vault 7”, ed è a dir poco scandaloso che nessun giornale o TV, almeno tra quelli “importanti”, ne abbia dato notizia. È con questo termine, infatti, che si indicano gli 8670 documenti riservati del Governo degli Stati Uniti d’America che sono stati resi pubblici da Wikileaks, l’organizzazione internazionale di Julian Assange che ha creato ben più di qualche grattacapo ai governi occidentali, USA in testa. 

Certamente, la tempistica non è stata particolarmente azzeccata, dato che questa documentazione è stata resa pubblica l’8 marzo, data, cioè, in cui media conniventi si sperticavano in articoli demenziali sulla cosiddetta “giornata della donna” e le relative manifestazioni di femministe bavose e urlanti per le strade europee. Ma, almeno il giorno dopo, qualche articoletto avrebbero potuto dedicarglielo. Tant’è…

Che cosa emerge dall’analisi di questi documenti? Ciò che molti andavano affermando già da tempo (venendo bollati come “complottisti” dai media “mainstream”) e che ora appare come una realtà incontrovertibile: la CIA avrebbe un sofisticatissimo programma, denominato “Umbrage”, che permetterebbe, grazie a tutta una serie di codici informatici sofisticati e sviluppati appositamente, di spiare non solo qualunque telefonata dei cittadini statunitensi, bensì anche qualunque programma con installato un qualunque sistema operativo Microsoft (vale a dire la stragrande maggioranza dei pc del mondo); non solo: anche i social network, Facebook incluso, Whatsapp, Skype, e i più diffusi programmi di messaggistica istantanea, sarebbero completamente “aperti”, cioè visionabili a piacere dai servizi segreti statunitensi. Ancora: perfino le apparecchiature elettrodomestiche, come tablet, smartphone, televisori di ultima generazione, sarebbero attivabili a distanza, potendo quindi attivare le funzioni del microfono (a quanto pare attivabile anche nelle TV) e della telecamera.  C’è di più: il sistema elettronico/informatico sarebbe talmente sofisticato che non solo riuscirebbe a penetrare in tutti i sistemi elettronici e in tutti i programmi informatici utilizzati dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, bensì riuscirebbe perfino a lasciare delle finte tracce informatiche, una sorta di “false flag” informatico, insomma.

Che cos’è un “false flag”? Con questo termine si intende una o più operazioni (finanche terroristiche) attuate da una entità (militare, governativa, terroristica) per far ricadere la colpa su un’altra entità. Ora, con Umbrage e tutta la strumentazione da pirati informatici a disposizione della CIA, sarebbe possibile, per esempio, violare un importante database di informazioni e poi lasciare delle finte tracce che riconducano, magari, ad una Nazione straniera.

Non basta ancora. La CIA, a quanto emergerebbe dai documenti del Vault 7, avrebbe addirittura perso il controllo di buona parte degli strumenti informatici (programmi, software di elaborazione dati) raggruppati con il nome di Umbrage. Tutta questa strumentazione, ora, potrebbe cadere in mano ai terroristi, se non è già accaduto. 
 
Ricordate quando, poco prima di lasciare lo studio della Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti uscente, Barack Obama, accusò pubblicamente la Russia di aver piratato i siti informatici di diversi enti governativi americani per favorire la vittoria alle elezioni americane di Donald Trump? “Abbiamo le prove!”, disse Obama. Su questo fatto i mass media ufficiali hanno imbastito servizi televisivi per mesi, in cui Vladimir Putin appariva come un perfido e pericoloso Deus ex Machina completamente votato a favorire il candidato americano repubblicano e quindi a stabilire una sorta di testa di ponte russa negli USA. Ora appare quantomeno dubbio il fatto che nessuno, nemmeno ad un livello puramente ipotetico, abbia provato a collegare tra loro questi due avvenimenti.

Non so voi, ma verrebbe da pensare che il fatto che la CIA abbia la possibilità di spiare gran parte dei cittadini del mondo, violando i loro profili, intrufolandosi nei loro cellulari, nelle loro TV, nelle loro conversazioni, nei loro conti correnti, e che possa fare tutto questo senza alcun controllo, senza dover rendere conto a nessuno, né ai cittadini né a qualche organo di controllo nazionale od internazionale, dovrebbe essere, quantomeno, un motivo di preoccupazione. Invece, quando ci si è posta la questione, alla bell’è meglio si è risposto “La CIA e gli USA fanno tutto questo per difenderci dal terrorismo”. E che cosa è il terrorismo? Ciò che viene deciso dalla CIA e dagli USA, ovviamente. La parabola orwelliana non potrebbe essere descritta meglio. Noi, però, non siamo i lettori del riuscito romanzo, bensì i protagonisti.

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