Quasi quasi mi dispiace, ma il prossimo
dicembre mi toccherà sporcare la tessera elettorale che, rilasciatami
agli inizi del 2008 in occasione del mio cambio di residenza, è sempre
stata chiusa in un cassetto e mai utilizzata per partecipare a stupide
ed inutili elezioni e/o referendum.
A dicembre, però, si tratterà di una
questione di principio, non di scegliere da quale ladro farsi rapinare, o
da quale pidocchioso stile centri sociali farsi manipolare per
rifiutare questa o quella opera necessaria allo sviluppo del Paese;
voterò, di conseguenza, un bel NO.
Ma non mi addentrerò all’interno di
tecnicismi vari e di punti da analizzare per tentare di giustificare il
mio NO, in quanto esso è, come ho già detto, derivante da questioni di
principio.
Certamente ci sono anche motivi più
pratici per votare NO, ma questi mi interessano così poco da lasciarli
riassumere da un breve articolo che ho fortuitamente reperito su
Internet:
“Ci sono una infinità di motivi per
votare No al prossimo referendum-truffa e, citandone solo alcuni,
cominciamo con quello che in pratica è il quesito su cui votare. Ebbene
non è vero che il bicameralismo viene superato perché il Senato resta
con poteri analoghi, anche se i componenti sono ridotti ad un centinaio
dai 325 attuali. Non solo ma il minor costo dei senatori si riduce a
soli 50 milioni di euro l’anno a fronte di oltre trecento milioni di
spese di funzionamento: forse era meglio ridurre della metà tutti i
parlamentari da 945 a 450! Se poi si considera che la funzione
legislativa viene in pratica monopolizzata dal governo, si ha un motivo
in più per dire NO. Lasciando stare la variazione sul numero di firme
necessarie per i referendum, i premi di maggioranza, il fatto che la
stragrande maggioranza di senatori sarà di centrosinistra e non sarà
stata eletta ma nominata e tanti altri motivi essenzialmente legati alla
formulazione della riforma, ci sono altri motivi, pregiudiziali, che
impongono il NO. Non si tratta di “pregiudizio” nel senso che non ti
voto contro perché la riforma la fai tu ma per motivi di ordine
generale che sono almeno quattro: Intanto per dare una misura corretta
della rappresentatività delle formazioni politiche presenti nel Paese la
cosa più giusta e corretta sarebbe stata la nascita di una
“COSTITUENTE”, In secondo luogo una riforma costituzionale deve vedere
la partecipazione di tutti gli schieramenti politici e in questo caso è
la sola formazione al governo che la impone agli italiani; in terzo
luogo questo è un Parlamento sostanzialmente incostituzionale e la
benedizione della Corte Costituzionale è la dimostrazione
dell’asservimento dei supremi giudici; ancora il fatto che vengano cambiati ben 47 articoli ed altri soppressi stravolge fa di questa non una Riforma ma uno Stravolgimento
della “Costituzione più bella del mondo” (secondo quell’altro guitto in
servizio permanente effettivo – il primo se n’è andato giusto qualche
giorno fa). Dimenticavo, a proposito del guitto e della “Costituzione
più bella del mondo”, tale Roberto Benigni: ebbene, il solo fatto che
questo guitto voti SI è sufficiente perché l’Italia voti
NO.
Elio Bitritto”
Elio Bitritto”
Detto e letto questo, devo però dire che
voterei NO anche se questa fosse la migliore riforma costituzionale che
si potesse desiderare, in quanto proposta da loschi personaggi che non
hanno alcuna legittimazione per proporla.
E qui mi tocca ricordare i “bei” tempi
(sono ironico, ma non del tutto, dati i tempi presenti) nei quali
governava Berlusconi… I più svegli ricorderanno che uno dei tanti
cavalli di battaglia del Cavaliere era proprio la riforma
costituzionale, per adeguare quella Carta (in massima parte mai
applicata) alle necessità di un Paese moderno, così come ricorderanno
l’opposizione delle sudice sinistre parlamentari ed extraparlamentari,
le quali recitavano come dei mantra le stesse due frasi: 1) La
Costituzione si cambia solo con le “larghe intese”; 2) La Costituzione
non si può cambiare a colpi di maggioranza.
Quindi, dato che ci troviamo di fronte
ad un Governo mai eletto dal popolo, retto da una cosiddetta maggioranza
che comprende anche gli infami del Nuovo Centro Destra, ovvero
individui eletti con i voti della destra riciclatisi poi a sostenere un
Governo di centrosinistra, non si capisce bene per quali misteriosi
motivi si debba lasciare a questi “signori” il compito di modificare la
Costituzione!
Ora, immagino già che il cerebroleso
medio si stia indignando per quella che percepisce coma una difesa di
Berlusconi, ma lo tranquillizzo subito: per quanto mi riguarda,
Berlusconi ed i suoi compari, mi fanno quasi altrettanto schifo di Renzi
e compari, dal momento che gli uni come gli altri si vantano da sempre
di essere “antifascisti”, ovvero persone disturbate mentalmente che
ritengono utile ribadire la loro contrarietà ad un qualcosa che non
esiste più dal lontano 1945… Tuttavia, nonostante l’odio profondo nei
confronti di quelli che così si qualificano, ritengo importante nella
vita di un uomo la coerenza, e questa mia coerenza mi porta a non
accettare che una sinistra figlia degli assassini partigiani, possa fare
il bello ed il cattivo tempo nella politica italiana, trattando la
cosiddetta destra allo stesso modo di come tratta i Fascisti (ed i
presunti tali).
Già, perché questo schifo di sinistra
che ancora va a braccetto con l’ANPI (associazione che rappresenta i
condannati da una Sentenza del Tribunale Supremo Militare del 1954), fin
dai tempi di Tangentopoli ha utilizzato contro il Cavaliere, leader del
centrodestra, lo stesso armamentario vecchio e stantio usato da sempre
contro Fascisti, Nazisti, Razzisti e chi più ne ha più ne metta… Si sono
persino inventati il ventennio Berlusconiano, ovvero un periodo di
tempo nel quale hanno governato più a lungo loro di Berlusconi e soci.
Ed hanno mobilitato per impedirgli di governare (nonostante lui le
elezioni le avesse vinte veramente), il clan delle toghe rosse, i
pidocchiosi dei centri sociali, le maggiori testate giornalistiche e
televisive, docenti delle scuole di ogni ordine e grado, femministe…
Quindi, benché abbia poca simpatia per
Berlusconi, ne ho ancora meno per chi è peggiore di lui, ma pretende di
avere una sorta di diritto “divino” sulla politica italiana. Lo
sappiamo, questo schifo di Nazione voluta dagli invasori del 1945 e dal
connubio mafia (al sud) e partigiani (al nord), non è uno Stato sovrano
ed è governata da poteri forti ed oscuri, più che dai politici… Ma il
doppiopesismo praticato dai più di fronte a comportamenti analoghi ha
ormai raggiunto vertici inaccettabili. Noi ne sappiamo qualcosa, dato
che ad ogni nostra manifestazione politica, per quanto lecita, subiamo
attacchi stomachevoli da parte di quelli che ci vorrebbero in galera per
avere affisso (pagando le tasse) quattro manifesti, ma che nel contempo
assolvono le bravate terroristiche dei loro compari No TAV, No Global e
letame simile… Ma allo stesso modo l’opinione pubblica drogata dai
soliti noti, si comporta allo stesso modo nei confronti di Berlusconi e
soci.
Fateci caso; i primi a tentare di dare
più spazi all’universo femminile in politica furono proprio i
berlusconiani… Ma per i nipotini di Stalin le elette e nominate dalla
destra erano semplicemente delle baldracche volute (e magari scopate) da
Berlusconi… Oggi vediamo i nuovi comunisti dei 5 Stelle osannati per
avere fatto eleggere delle Sindache giovani e più o meno avvenenti, così
come si osanna il PD per lo spazio dato a delle tristi figure tipo la
Ministra Boschi, che sia per certi abbigliamenti esibiti, sia per certi
insulti ai danni di chi non la pensa come lei, ricorda più una
passeggiatrice degli anni 70/80, che non una persona di cultura dedita
alla politica.
E già che ci siamo, perché non ricordare
i comportamenti della magistratura rossa a proposito dei cambi di
casacca di alcuni parlamentari? Come ricorderete, il Cavaliere è stato
inquisito e condannato per avere pagato il Senatore De Gregorio per
convincerlo a passare con il centrodestra. Ma quante inchieste e quanti
processi sono stati fatti nei confronti dei vari Bossi (attirato da
D’Alema che aveva definito la Lega “costola della sinistra), Casini,
Fini ed in ultimo Alfano, che erano stati eletti con i voti della
destra, salvo poi mettersi di traverso per fare cadere Governi
legittimamente votati ed in carica? Ve lo dico io: nessuna inchiesta e
nessun processo, così come nessuno indagò contro Prodi per scoprire cosa
aveva promesso ai vari Senatori a vita che per un bel pezzo tennero in
piedi un suo Governo privo di maggioranza al Senato! Leggete e
ricordate:
“(…) Quelli che oggi sembrano
ricordare ogni gesto o parola del senatore Sergio De Gregorio, come
possono aver dimenticato le luminose figure del senatore Franco
Turigliatto e del senatore Luigi Pallaro? (…) Il governo Prodi nacque
con una maggioranza al Senato a dir poco risicata (di fatto si reggeva
sui voti dei senatori a vita: ebbe la prima fiducia con 165 sì e 155
no). (…) All’epoca De Gregorio, eletto nelle fila dell’Italia dei Valori
di Di Pietro e forse, chissà, già a libro paga di Berlusconi, votò
contro il governo, ma in compenso ci fu il passaggio da destra a
sinistra (ovviamente motivato da nobili ragioni politiche) di Marco
Follini. (…) Ma nel complesso – visti i numeri ballerini al Senato e
l’eccessiva eterogeneità politica della maggioranza di centrosinistra –
si trattò di un Vietnam parlamentare quotidiano. Nel quale sicuramente,
come ci hanno ricordato i giudici di Napoli, s’inserì Berlusconi con la
sua “Operazione Libertà”, consistente nel convincere qualche
parlamentare ballerino a cambiare casacca. Una prassi che nell’ultimo
ventennio è stata la norma nel Parlamento italiano, oltreché un fenomeno
politicamente trasversale: dalla sinistra alla destra passando per
il centro, e viceversa. Salvo scoprire oggi che si tratta non solo di
una prassi certamente deplorevole, ma di un reato. De Gregorio in
effetti ha ammesso di aver avuto dei soldi da Berlusconi per finanziare
il suo effimero movimento politico, una volta lasciato Di Pietro. Ma fidatevi, se questa è corruzione, le carceri italiane dovrebbero essere piene di parlamentari voltagabbana. (…)
Il 24 gennaio, al momento della fiducia al Senato, avrebbero votato
contro il governo, mandandolo definitivamente a casa, due dei senatori
dell’Udeur (tra cui lo stesso Mastella), due dei senatori dei Liberal
Democratici di Dini, Domenico Fisichella (già di An ma nel 2006 eletto
con la Margherita di Rutelli), Franco Turigliatto e buon ultimo anche
Sergio De Gregorio. Quanto al mitico Luigi Pallaro, che per il suo
appoggio a Prodi aveva drenato risorse a tutto spiano per gli italiani
all’estero che lo avevano eletto, il giorno della fiducia – chissà come,
chissà perché – aveva preferito restarsene a Buenos Aires. La
batosta in numeri fu la seguente: 161 contrari, 156 sì e un astenuto. E
così finì l’avventura del secondo governo Prodi.
Ora si può anche dire – e scrivere
sui libri di storia – che Prodi cadde per colpa di De Gregorio, se
proprio abbiamo deciso che la verità sulla politica italiana è quella
che ormai si forma nelle aule dei tribunali e grazie alle sue sentenze.
Peccato solo che le cose siano andate diversamente”.
Editoriale apparso sul Giornale dell’Umbria dell’11 luglio 2015
Visto, cari privi di memoria e
doppiopesisti? Dopo avere concesso tutte queste libertà agli infami
sinistri, vogliamo oggi aiutarli a smentire quanto da loro stessi
dichiarato, ovvero che la Costituzione non si tocca, che andrebbe
cambiata solo coinvolgendo tutte le forze politiche per mezzo di larghe
intese? Vogliamo farglielo fare con un Governo illegittimo, una
maggioranza raccogliticcia che comprende transfughi eletti con i voti
della destra, e che non comprende larga parte degli esponenti dello
stesso partito di Renzi?
Poco mi importa sapere che votando NO mi
ritroverò in compagnia di indegni figuri quali quelli dell’ANPI o dei
traditori falsi Fascisti di Casa Pound… Una cosa va fatta quando è
giusta, indipendentemente da quanto fanno gli altri. Sarebbe ora di
capirlo, invece di ragionare come gli ultrà da stadio!
Pubblicato sul mensile Il Lavoro Fascista - luglio 2016
Carlo Gariglio
Nessun commento:
Posta un commento