lunedì 20 maggio 2013

I malati siamo diventati noi



Che l’antifascismo militante sia una vera e propria malattia mentale è un’osservazione che chiunque non sia un malato mentale, per l’appunto, può fare molto obiettivamente e con serenità. Ma non avevamo pensato che quella che si configura sempre più come una vera e propria piaga sociale avesse oramai raggiunto tali livelli di perversione così acuti da colpire addirittura il “nostro” Presidente del Senato, Pietro Grasso.

Il quale ha “deliziato” i sudditi italiani con proposte decise e risolute per contrastare l’emergenza nazionale del momento. La disoccupazione? La criminalità? La crisi economica? Il suicidio degli imprenditori vessati dalle banche e da Equitalia? La contrazione dell’accesso al credito? La corruzione dilagante? La criminalità organizzata? Ma niente di tutto questo! Ben altri problemi assillano e logorano il nostro Presidente: l’omofobia. Se questo disgraziato Paese va’ allo sfascio, infatti, non è né per la crisi economica né per chissà quali altre ragioni! E’ l’omofobia la vera piaga sociale, quella contro la quale Grasso chiama a raccolta tutti gli esponenti del governo per misure concrete e decise. E quali sarebbero queste misure? L’internamento degli omofobi e la privazione dei loro diritti politici. Si, avete letto bene. 

Gli omofobi sono cittadini meno uguali degli altri. Gli omofobi - aggiunge Grasso - sono chiusi nel loro guscio, si frequentano tra loro, non allargano i loro orizzonti né il loro cerchio di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati all'università e gli spogliatoi delle palestre". Poi detta la linea: "Una corretta educazione su questi temi - ha sostenuto - la dobbiamo fare soprattutto per chi soffre di questa 'malattia', per chi vive male, sopraffatto da un'irrazionale paura, dal terrore di uscire di casa, dall'ansia di avere tra i suoi compagni di scuola, di lavoro, tra i suoi amici, i suoi familiari, una persona omosessuale. Diciamocelo, sono cittadini meno uguali degli altri, sono chiusi nel loro guscio, si frequentano solo tra loro, non allargano i loro orizzonti nè il loro cerchio di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati all'università, gli spogliatoi delle palestre. E' un problema sociale che dobbiamo affrontare davvero, da subito, a partire dai più giovani. Dobbiamo farlo insieme, le istituzioni con le associazioni".

Il concetto del termine “omofobo”, lo sappiamo bene, è un po’ come quello di “antisemita”: estensibili a piacere per bollare come criminali e delegittimare un singolo interlocutore, così come i gruppi politici avversi alle direttive di regime (i gruppi anti-abortisti, le associazioni cattoliche, i sostenitori della famiglia naturale). Noi, ne siamo più che certi, siamo inclusi di diritto in questa categoria di pericolosi omofobi.

Insomma, Pietro Grasso mi ha aperto la mente! Ho scoperto di essere un cittadino meno uguale degli altri (dovrò essere privato dei miei diritti politici ed umani), che non mi piacciono le ragazze - chi mi conosce sa bene che non appena vedo una bella ragazza scappo terrorizzato!, ho paura ad entrare in una palestra, non allargo i miei orizzonti né il mio cerchio di amicizie, temo i viaggi all'estero e – qualunque persona che mi conosca potrà confermarlo - ho un grandissimo terrore delle feste di vario tipo, e infatti rimango chiuso in casa per paura di incontrare persone che non conosco. Perché tutto questo? Perché ho paura di conoscere un omosessuale e di incontrarne uno. Chi di noi "omofobi" non ha un terrore simile?
 
Ma vuoi vedere che alla fine chi ci guadagna sono io? Magari se mi rinchiudono in un manicomio posso andare anche io a massacrare la gente con un piccone.

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