Che l’antifascismo
militante sia una vera e propria malattia mentale è un’osservazione che
chiunque non sia un malato mentale, per l’appunto, può fare molto
obiettivamente e con serenità. Ma non avevamo pensato che quella che si
configura sempre più come una vera e propria piaga sociale avesse oramai raggiunto
tali livelli di perversione così acuti da colpire addirittura il “nostro”
Presidente del Senato, Pietro Grasso.
Il quale ha “deliziato” i
sudditi italiani con proposte decise e risolute per contrastare l’emergenza
nazionale del momento. La disoccupazione? La criminalità? La crisi economica?
Il suicidio degli imprenditori vessati dalle banche e da Equitalia? La contrazione
dell’accesso al credito? La corruzione dilagante? La criminalità organizzata?
Ma niente di tutto questo! Ben altri problemi assillano e logorano il nostro
Presidente: l’omofobia. Se questo disgraziato Paese va’ allo sfascio, infatti,
non è né per la crisi economica né per chissà quali altre ragioni! E’ l’omofobia
la vera piaga sociale, quella contro la quale Grasso chiama a raccolta tutti
gli esponenti del governo per misure concrete e decise. E quali sarebbero
queste misure? L’internamento degli omofobi e la privazione dei loro diritti
politici. Si, avete letto bene.
“Gli
omofobi sono cittadini meno uguali degli altri. Gli omofobi - aggiunge Grasso -
sono chiusi nel loro guscio, si frequentano tra loro, non allargano i loro
orizzonti né il loro cerchio di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste,
gli studentati all'università e gli
spogliatoi delle palestre". Poi detta la linea: "Una
corretta educazione su questi temi - ha sostenuto - la dobbiamo fare
soprattutto per chi soffre di questa 'malattia', per chi vive male, sopraffatto
da un'irrazionale paura, dal terrore di uscire di casa, dall'ansia di avere tra
i suoi compagni di scuola, di lavoro, tra i suoi amici, i suoi familiari, una
persona omosessuale. Diciamocelo, sono
cittadini meno uguali degli altri, sono chiusi nel loro guscio,
si frequentano solo tra loro, non allargano i loro orizzonti nè il loro cerchio
di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati
all'università, gli spogliatoi delle palestre. E' un problema sociale che
dobbiamo affrontare davvero, da subito, a partire dai più giovani. Dobbiamo
farlo insieme, le istituzioni con le associazioni".
Il concetto del termine “omofobo”,
lo sappiamo bene, è un po’ come quello di “antisemita”: estensibili a piacere
per bollare come criminali e delegittimare un singolo interlocutore, così come
i gruppi politici avversi alle direttive di regime (i gruppi anti-abortisti, le
associazioni cattoliche, i sostenitori della famiglia naturale). Noi, ne siamo
più che certi, siamo inclusi di diritto in questa categoria di pericolosi
omofobi.
Insomma, Pietro Grasso mi
ha aperto la mente! Ho scoperto di essere un cittadino
meno uguale degli altri (dovrò essere privato dei miei diritti politici ed
umani), che non mi piacciono le ragazze - chi mi conosce sa bene che non appena
vedo una bella ragazza scappo terrorizzato!, ho paura ad entrare in una
palestra, non allargo i miei orizzonti né il mio cerchio di amicizie, temo i viaggi all'estero e – qualunque
persona che mi conosca potrà confermarlo - ho un grandissimo terrore delle
feste di vario tipo, e infatti rimango chiuso in casa per paura di incontrare
persone che non conosco. Perché tutto questo? Perché ho paura di conoscere un
omosessuale e di incontrarne uno. Chi di noi "omofobi" non ha un
terrore simile?
Ma vuoi vedere che alla fine chi ci guadagna sono io? Magari se mi rinchiudono in un manicomio posso andare anche io a massacrare la gente con un piccone.
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