giovedì 29 novembre 2012

Siamo in Italia, mica tra gli Antipodi!



Se non fossimo in Italia, in questa Italia, verrebbe da pensare che il video che vi presento qui sotto sia una bufala, uno scherzo, una presa in giro. Oppure che ci troviamo tra gli Antipodi, l’antica popolazione che, secondo la tradizione degli antichi Greci, viveva dall’altra parte del mondo e aveva abitudini e stili di vita diametralmente opposti a quelli delle terre conosciute. 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PgBqBJ-CnQY

Invece, purtroppo, non siamo tra gli Antipodi e non si tratta di uno scherzo. Ricordate il campo nomadi della SS 554? Quello che era il ricettacolo di automobili e rame rubato? Quello in cui veniva bruciata la plastica dei vari saccheggi e delle varie ladronerie, causando disagi ai cittadini residenti lì vicino? Quello in cui avveniva, alla luce del sole ed ampiamente tollerato dalle amministrazioni comunali (anche quelle di centro-destra) un giro di droga e di riciclaggio di materiale rubato che sembrava di essere a Scampia, e non vicino ad un qualunque sottopassaggio della circonvallazione cagliaritana? Quello in cui intere cataste di rifiuti facevano pensare di essere finiti di colpo in una bidonville indiana e non di essere invece in una vivibilissima e tutto sommato carinissima cittadina italiana? I cittadini sardi, e cagliaritani in particolare, conoscono bene la situazione: il campo nomadi della SS 554 fu fatto sgomberare a suo tempo perché completamente inquinato, covo di farabutti e criminali di ogni risma, ricettacolo di giro di droga e di materiale rubato (parti di automobili e rame in primis). Tutto ciò dopo anni e anni di stanziamenti eccezionali – a botte di centinaia di migliaia di euro alla volta – per mettere in sicurezza quel campo rom che puntualmente, dopo qualche mese, veniva totalmente devastato nei servizi igienici e nella strumentazione elettrica, e tornava ad essere come prima: un letamaio. Miglior dimostrazione di quanto gli zingari cagliaritani - e non solo - abbiano voglia di integrarsi non potrebbe esserci.

Sia quello che sia, quel campo nomadi venne sgomberato. La situazione era ormai intollerabile. Talmente male era stato ridotto, talmente tanto era ormai inquinato e invivibile, che nemmeno gli zingari stessi, i quali non brillano certo per pulizia e senso del decoro, volevano più starci. E così, a gran voce, avevano chiesto una sistemazione, con la solita arroganza che ormai contraddistingue questa popolazione dallo stile di vita criminoso e parassitario. Sistemazione che, per una parte di loro (gli altri si sono adattati alla meglio da amici e parenti), era stata trovata in una zona lungo la litoranea, dove sorgeva un tempo la discoteca Pandemonium: ampio terreno, una piscina in disuso ed erosa dal tempo, annessa casetta ristrutturabile e vivibile. Certamente non il miglior resort a 7 stelle, ma sicuramente meglio di quanto possano permettersi tanti onesti cittadini cagliaritani, che non hanno mai rubato automobili e non hanno mai mandato i propri figli a chiedere l’elemosina ai semafori. Ma nemmeno questo era sufficiente, per questi cittadini così desiderosi di integrarsi e di assimilare lo stile di vita italiano. Dobbiamo sorbirci anche l’appello in cui gli zingari si dichiarano disponibili – bontà loro! – a ripulire la zona che loro stessi hanno sporcato, inquinato e avvelenato. Ma, e qui viene il bello, chiedono di essere aiutati dagli amministratori sardi “volontariamente e gratuitamente” poiché, incredibile ma vero, sono stati lasciati da soli a gestire il disastro. Dimenticandosi che non solo la zona è ormai a tal punto compromessa che servono delle bonifiche ambientali corpose e intense che siano molto più incisive di quattro zingari che raccolgono i loro straccetti, ma anche che loro stessi sono i principali artefici di una tale devastazione. 

Avete capito? Non solo hanno causato per anni immensi disagi e problemi di ordine ambientale, di sicurezza, di decoro a tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di viver loro vicino; non solo per anni hanno rubato, saccheggiato, spacciato droga; non solo hanno distrutto e ammorbato un intero campo che, con diversi e costosissimi interventi, era stato più e più volte dotato di impianti igienici, illuminazione elettrica etc.; ora, con la solita e consueta arroganza, ci dicono che – ma quanto sono bravi, buoni e belli! – possono anche concederci il grande favore di chinarsi e raccogliere un po’ dei quintali di sporcizia che per anni hanno disseminato a piene mani.

Questa gente non lo sa, ma è alquanto fortunata. Perché nella nostra Italia ideale, che ci fu una volta e che adesso, grazie ai partigiani e alle bombe degli invas… - pardon, liberatori! – non c'è più, una situazione del genere non si sarebbe mai venuta a creare: gente così non sarebbe stata nemmeno concepibile, figuriamoci se avesse avuto il permesso di accamparsi nella degradazione e nella sporcizia. Ma, ammesso e non concesso che ci fosse stata una situazione del genere, avrebbero pulito l’intero campo con la lingua e con le mani legate all’indietro. Altro che appelli polemici agli amministratori! Solo su una cosa siamo d’accordo: le mani devono sporcarsele anche i sindaci e gli assessori che hanno permesso tutto ciò. Nel nostro Stato ideale anche coloro che non si sono mai opposti a questo scempio e che, anzi, lo hanno permesso e addirittura finanziato, sarebbero con le mani legate dietro la schiena a raccogliere cocci di cessi con la bocca. Ma noi siamo una Nazione civile… siamo in Italia, mica tra gli Antipodi!

Nessun commento: