Se
non fossimo in Italia, in questa Italia, verrebbe da pensare che il video che
vi presento qui sotto sia una bufala, uno scherzo, una presa in giro. Oppure
che ci troviamo tra gli Antipodi, l’antica popolazione che, secondo la
tradizione degli antichi Greci, viveva dall’altra parte del mondo e
aveva abitudini e stili di vita diametralmente opposti a quelli delle terre
conosciute.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=PgBqBJ-CnQY
Invece,
purtroppo, non siamo tra gli Antipodi e non si tratta di uno scherzo. Ricordate
il campo nomadi della SS 554? Quello che era il ricettacolo di automobili e
rame rubato? Quello in cui veniva bruciata la plastica dei vari saccheggi e
delle varie ladronerie, causando disagi ai cittadini residenti lì vicino?
Quello in cui avveniva, alla luce del sole ed ampiamente tollerato dalle
amministrazioni comunali (anche quelle di centro-destra) un giro di droga e di
riciclaggio di materiale rubato che sembrava di essere a Scampia, e non vicino
ad un qualunque sottopassaggio della circonvallazione cagliaritana? Quello in
cui intere cataste di rifiuti facevano pensare di essere finiti di colpo in una
bidonville indiana e non di essere invece in una vivibilissima e tutto sommato
carinissima cittadina italiana? I cittadini sardi, e cagliaritani in
particolare, conoscono bene la situazione: il campo nomadi della SS 554 fu
fatto sgomberare a suo tempo perché completamente inquinato, covo di farabutti
e criminali di ogni risma, ricettacolo di giro di droga e di materiale rubato
(parti di automobili e rame in primis). Tutto ciò dopo anni e anni di
stanziamenti eccezionali – a botte di centinaia di migliaia di euro alla volta –
per mettere in sicurezza quel campo rom che puntualmente, dopo qualche mese,
veniva totalmente devastato nei servizi igienici e nella strumentazione
elettrica, e tornava ad essere come prima: un letamaio. Miglior dimostrazione
di quanto gli zingari cagliaritani - e non solo - abbiano voglia di integrarsi non potrebbe
esserci.
Sia
quello che sia, quel campo nomadi venne sgomberato. La situazione era ormai
intollerabile. Talmente male era stato ridotto, talmente tanto era ormai
inquinato e invivibile, che nemmeno gli zingari stessi, i quali non brillano
certo per pulizia e senso del decoro, volevano più starci. E così, a gran voce,
avevano chiesto una sistemazione, con la solita arroganza che ormai
contraddistingue questa popolazione dallo stile di vita criminoso e
parassitario. Sistemazione che, per una parte di loro (gli altri si sono
adattati alla meglio da amici e parenti), era stata trovata in una zona lungo
la litoranea, dove sorgeva un tempo la discoteca Pandemonium: ampio terreno,
una piscina in disuso ed erosa dal tempo, annessa casetta ristrutturabile e vivibile.
Certamente non il miglior resort a 7 stelle, ma sicuramente meglio di quanto possano
permettersi tanti onesti cittadini cagliaritani, che non hanno mai rubato
automobili e non hanno mai mandato i propri figli a chiedere l’elemosina ai
semafori. Ma nemmeno questo era sufficiente, per questi cittadini così
desiderosi di integrarsi e di assimilare lo stile di vita italiano. Dobbiamo sorbirci
anche l’appello in cui gli zingari si dichiarano disponibili – bontà loro! – a ripulire
la zona che loro stessi hanno sporcato, inquinato e avvelenato. Ma, e qui viene
il bello, chiedono di essere aiutati dagli amministratori sardi “volontariamente
e gratuitamente” poiché, incredibile ma vero, sono stati lasciati da soli a
gestire il disastro. Dimenticandosi che non solo la zona è ormai a tal punto
compromessa che servono delle bonifiche ambientali corpose e intense che siano
molto più incisive di quattro zingari che raccolgono i loro straccetti, ma
anche che loro stessi sono i principali artefici di una tale devastazione.
Avete
capito? Non solo hanno causato per anni immensi disagi e problemi di ordine
ambientale, di sicurezza, di decoro a tutti coloro che hanno avuto la sfortuna
di viver loro vicino; non solo per anni hanno rubato, saccheggiato, spacciato
droga; non solo hanno distrutto e ammorbato un intero campo che, con diversi e
costosissimi interventi, era stato più e più volte dotato di impianti igienici,
illuminazione elettrica etc.; ora, con la solita e consueta arroganza, ci
dicono che – ma quanto sono bravi, buoni e belli! – possono anche concederci il
grande favore di chinarsi e raccogliere un po’ dei quintali di sporcizia che
per anni hanno disseminato a piene mani.
Questa
gente non lo sa, ma è alquanto fortunata. Perché nella nostra Italia ideale, che
ci fu una volta e che adesso, grazie ai partigiani e alle bombe degli invas… - pardon,
liberatori! – non c'è più, una situazione del genere non si sarebbe mai venuta a creare:
gente così non sarebbe stata nemmeno concepibile, figuriamoci se avesse avuto il
permesso di accamparsi nella degradazione e nella sporcizia. Ma, ammesso e non
concesso che ci fosse stata una situazione del genere, avrebbero pulito l’intero
campo con la lingua e con le mani legate all’indietro. Altro che appelli
polemici agli amministratori! Solo su una cosa siamo d’accordo: le mani devono
sporcarsele anche i sindaci e gli assessori che hanno permesso tutto ciò. Nel
nostro Stato ideale anche coloro che non si sono mai opposti a questo scempio e
che, anzi, lo hanno permesso e addirittura finanziato, sarebbero con le mani
legate dietro la schiena a raccogliere cocci di cessi con la bocca. Ma noi
siamo una Nazione civile… siamo in Italia, mica tra gli Antipodi!
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