Il Bentivegna è l’autore materiale dell’attentato di via Rasella, compiuto contro un reparto di SS incaricate – in base a precisi accordi tra Fascisti, Nazionalsocialisti e banditi partigiani – esclusivamente di compiti di sorveglianza e di controllo del territorio, non partecipante direttamente ad alcuna azione di guerra. È grazie al Bentivegna che il maledetto ordigno esplode lasciando sul posto decine di camerati tedeschi, due passanti ed un bambino - Pietro Zuccheretti - che resta sull’asfalto tagliato in due.
Per questo meritorio gesto il Bentivegna e i suoi (in)degni compari passeranno tutta la vita a negare l’evidenza: cioè che il comando tedesco diede 48 ore di tempo agli esecutori materiali dell’attentato perché potessero costituirsi, onde evitare una rappresaglia pienamente consentita dalle leggi di guerra vigenti. Ma i coraggiosissimi partigiani, dandosi alla macchia, scateneranno la giusta ira tedesca, che porterà alla rappresaglia delle Fosse Ardeatine.
Ecco… Bentivegna passa tutta la sua vita a negare questi fatti lampanti, supportati da una buona parte del mondo politico e del sempre sottomesso mondo della carta stampata. Del resto non sono solo le testimonianze storiche a dimostrare l’evidenza, che solo gli idioti o i comunisti mettono in discussione. Vi è anche la prassi e la logica. La rappresaglia di guerra, infatti, era una “normale” pratica che veniva utilizzata dalla forza militare preponderante su un determinato territorio per meglio controllare la zona di guerra. La logica ci dice che soltanto degli imbecilli avrebbero potuto mettere in atto una rappresaglia senza prima richiedere espressamente che si costituissero i responsabili. Una rappresaglia, per quanto sia comunque una azione legittima che era garantita dalle leggi vigenti, aveva una fortissima rilevanza politica e sociale. Una rappresaglia sconsiderata avrebbe potuto causare una fortissima ostilità da parte della popolazione nei confronti dell’esercito occupante: molto meglio sarebbe stato garantire alla giustizia i veri responsabili, per legittimare la propria presenza militare agli occhi della popolazione e dare un preciso messaggio politico: non facciamo vittime, se non ve ne è bisogno. Solo degli idioti quindi avrebbero attuato una rappresaglia senza prima cercare di catturare Bentivegna e soci. E, lo sappiamo bene, i nazisti erano tutto fuorché degli idioti.
Bentivegna, scrivevamo, ha passato tutta la sua esistenza a negare l’evidenza. In questo è stato ben supportato non solo da una parte politica, la sinistra e i comunisti, sempre comprensivi contro gli assassini e i delinquenti, non solo da una stampa asservita e schierata, ma anche dalla magistratura. Diverso tempo fa i giudici sancivano che i partigiani di via Rasella non potevano definirsi massacratori, assassini, banditi e simili… A noi piace pensare che adesso Rosario Bentivegna è dove la giustizia dei comunisti e dei banditi partigiani non può nulla. In questo posto fantastico colui che non possiamo in alcun modo definire massacratore, assassino, criminale, bandito e stragista, per non incorrere nella repressione di questo Stato nato dal disonore, dal tradimento e dalla vigliaccheria, può venir chiamato davvero con gli appellativi che meglio si addicono a “uomini” del suo calibro, magari da quello stesso bambino, Pietro Zuccheretti, falciato dalla non-vigliacca, non-assassina, non-criminale bomba dei GAP.
Ci piace pensare che lì, in quel posto fantastico, le sentenze dei comunisti e dei loro sgherri servono a poco. Ti chiameranno come meriti, Bentivegna. E se esiste una giustizia divina… povero te.
2 commenti:
trovo incredibilmente pazzesco che esistano ancora oggi personaggi al quanto strani che si dicono " fascisti".
Gente losca,da evitare...
Io trovo pazzesco che ci sia ancora chi sceglie di evitare qualcuno per la sua appartenenza politica. Ma lei sarà un sincero democratico al riparo da qualunque critica e col suo antifascismo militante la sera dorme sereno, giusto?
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