domenica 20 novembre 2011

Consiglio Regionale da' addio ad Equitalia

Vista la gravità della situazione italiana, e in particolare, sarda, segnaliamo con piacere l'articolo di giovedì scorso de L'Unione Sarda (fonte: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/242676)

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Sulla spinta delle proteste popolari capeggiate dal popolo delle partite Iva e sfociate nel digiuno di un gruppo di donne indipendentiste accampate davanti al palazzo della Regione, il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato un ordine del giorno unitario che dà l'addio ad Equitalia, accusata di prelievi forzosi e vessatori.

Il documento impegna la Giunta a trasmettere al nuovo governo, che viene 'sfidato' a dimostrare che non è soggetto ai poteri forti, il disegno di legge costituzionale varato ieri dall'esecutivo di Ugo Cappellacci. L'obiettivo è quello di riscuotere tasse e tributi direttamente in Sardegna attraverso una apposita Agenzia regionale e di trasferirle solo in un secondo momento allo Stato in base alle quote di compartecipazione. Equitalia quindi sparirebbe. In questo modo, secondo Cappellacci, i meccanismi della riscossione verrebbero adeguati alla gravità delle difficoltà economiche in cui si dibattono imprese e famiglie sarde. La proposta prevede una modifica di una legge costituzionale, lo Statuto sardo, e per essere approvata deve passare al vaglio del Parlamento. Il documento, scaturito dopo una discussione in Aula su otto documenti - cinque mozioni e tre interpellanze - proposti da entrambi gli schieramenti, chiede poi alla Giunta un intervento incisivo per una moratoria non onerosa sui crediti vantati dalla Regione e dai Comuni e l'apertura di un tavolo di confronto con Equitalia e gli istituti di credito, provvedendo, nel contempo, a rifinanziare, anche per il 2012, il fondo di garanzia più un altro fondo per la rateizzazione del debito in cambio della liberazione degli immobili d'impresa ipotecati. L'esecutivo dovrà inoltre chiedere al governo nazionale l'attuazione della dichiarazione dello stato crisi per l'economia sarda, la sospensione delle azioni esecutive in atto e il concordato fiscale. Su questo punto e sul fondo di garanzia per rateizzare il debito, il gruppo del Pd si è astenuto ritenendo le due misure "non aderenti alla realtà". Complessivamente, al 2010, sono 64.104 su 160 mila le aziende sarde indebitate con il fisco per oltre 3,5 miliardi di euro, mentre sono 2.351 le imprese isolane che non sono riuscite a fronteggiare la pressione fiscale e hanno dichiarato fallimento. Per il 2011 le previsioni sono in salita del 22%: 70.430 imprese indebitate con Equitalia per circa 4,27 miliardi di euro.

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