sabato 3 aprile 2010

Il troppo servilismo non paga, neanche per Cantalamessa


«Ho ricevuto in questi giorni la lettera di un amico ebreo e, con il suo permesso, ne condivido qui una parte. Dice: ‘Sto seguendo con disgusto l’attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L’uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell’antisemitismo. Desidero pertanto esprimere a lei personalmente, al Papa e a tutta la Chiesa la mia solidarietà di ebreo del dialogo e di tutti coloro che nel mondo ebraico (e sono molti) condividono questi sentimenti di fratellanza’».


Questo è il passo che padre Cantalamessa ha pronunciato a San Pietro ieri, e che ha suscitato un’ondata di polemiche. Da parte di chi? Ma da parte del mondo ebraico, naturalmente. Come osa quel prete lì, un goy per giunta, paragonare l’olocausto sacralizzato, intoccabile e mitico, con le accuse di pedofilia che in questo momento vengono rivolte contro la Chiesa?


Povero Cantalamessa. Per cercare di arginare un minimo l’ondata di fango che travolge una Chiesa Cattolica omertosa e complice dei preti violentatori di bambini, ha provato ad usare l’unico jolly che gli era rimasto: quello dell’antisemitismo. Paragoniamoci a loro, si sarà detto il furbo fraticello, che qualche accenno di solidarietà lo troviamo di sicuro. Ma non ha pensato che due religioni sono, per loro stessa natura, inconciliabili tra loro. Da una parte il dogma cattolico, dall’altro quello olocaustico. E se i sostenitori del primo hanno dimostrato più volte di essere disponibili ad ampie rivisitazioni e revisioni della loro dottrina per assecondare i loro fratelli maggiori, questi ultimi hanno dimostrato che sulla loro fede non faranno neanche un passo indietro.

Tutte le religioni si possono insultare, sbeffeggiare, calunniare. Ma quella no: quella è l’unica religione rimasta dalla quale non solo si esige la più assoluta fedeltà, ma non si tollera neanche il minimo tentennamento.


Essere troppo servili porta addirittura al disprezzo del proprio padrone. Anche se si è cattolici.

1 commento:

ettore ha detto...

vedi Andrea, forse non si rendono conto del bbomerang che gli srta tornando indietro