I media strillano che è una grande svolta per la pace in Medio Oriente: Netanyahu ha affermato di essere pronto alla nascita di uno Stato palestinese. Ha poi chiaramente espresso come dovrà essere formato questo stesso Stato (decide lui per i palestinesi, ovviamente).
Non potrà avere un proprio esercito, e dovrà pertanto essere completamente demilitarizzato, con gli USA nel ruolo di garanti per far si che tra le mani dei palestinesi non cada neanche una misera doppietta; non potrà accampare alcuna pretesa di ritorno dei profughi all’interno dei confini israeliani; non potrà avere Gerusalemme come capitale, neanche un pezzetto, perché la città sarà capitale ufficiale dello Stato ebraico; la Palestina, inoltre, dovrà riconoscere Israele come “Stato ebraico” e pertanto come Stato nazionale del solo popolo ebraico.
Le prerogative per sedersi intorno ad un tavolo, anche solo per poter pensare di costituire uno Stato palestinese, sono esattamente queste. Ancora prima, l’ANP del fantoccio Abu Mazen deve togliere il potere con la forza ad Hamas, democraticamente eletto.
E’ esemplare il modo di pensare dei sionisti: si ad uno Stato palestinese, ma solo alle nostre condizioni che non possono essere modificate.
Neanche a dirlo, quei cattivoni dei palestinesi non si mostrano molto ben disposti nei confronti di queste “proposte”.
Già pensare ad uno Stato senza alcun esercito fa ridere qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza. Certo, certo… Si capisce bene che per Israele un vicino palestinese senza esercito, senza militari e senza armi sarebbe una vera e propria manna dal cielo. Così lo Stato ebraico potrebbe continuare indisturbato le sue continue violazioni dello spazio aereo palestinese, gli omicidi mirati, gli unilaterali espropri di terre, le azioni di intimidazione contro i pescatori palestinesi, costretti a pescare a non più di 2/3 miglia dalla costa quando in base ai regolamenti internazionali possono spingersi fino a 12.
Fa ridere anche pensare ad uno Stato senza esercito e senza la capitale che reclama da decenni, vale a dire almeno un pezzettino di Gerusalemme.
Uno Stato senza esercito, senza capitale, che non potrà avere nessuna pretesa di diritto al ritorno: se li gestiscano i goym questi arabi maledetti!
Ed è uno “Stato” che dovrà riconoscere Israele come Stato ebraico, cioè degli ebrei, basato cioè su una discriminazione religiosa. Il razzismo in salsa sionista non viene mai chiamato razzismo, bensì patriottismo. Vadano ai goym tutte le lezioni sulla inter-razzialità, sulla mescolanza tra le culture, sul valore del meticciato…
Ma che razza di Stato è uno Stato che non ha esercito (uno dei punti fondamentali per la costituzione di qualunque Nazione), che non può avere alcuna pretesa nei confronti del proprio vicino, che non può avere neanche la parte araba di quella capitale che reclama da decenni?
Semplicemente, non è uno Stato.
Questo ad Israele lo sanno molto bene. Ma – a parere del sottoscritto – contano di riuscire in un altro obbiettivo.
Non solo – in caso di un rifiuto (molto probabile) da parte dei palestinesi – potranno passare come i campioni della pace di contro agli arabi guerrafondai, parte di quella “operazione simpatia” che lo Stato sionista sta attuando per cercare di migliorare la propria immagine.
Ma, costituendo anche una imitazione di Stato palestinese, la Striscia di Gaza non risulterebbe più “territorio occupato”, bensì uno Stato dove Israele non ha più alcuna giurisdizione. Israele, pertanto, potrebbe completamente disinteressarsi dell’emergenza umanitaria. Cosa che fa già da adesso, ma in violazione dei regolamenti internazionali, in base ai quali Israele è lo Stato occupante e la Palestina una porzione di territorio occupata, e pertanto lo Stato ebraico è “costretto” a prendersi cura dei palestinesi. Con uno Stato palestinese senza armi, che non ha pertanto il controllo del proprio spazio interno e aereo e delle proprie frontiere, Israele può continuare ad affamare i palestinesi ma non sarebbe considerato “Stato occupante”.
Non potrà avere un proprio esercito, e dovrà pertanto essere completamente demilitarizzato, con gli USA nel ruolo di garanti per far si che tra le mani dei palestinesi non cada neanche una misera doppietta; non potrà accampare alcuna pretesa di ritorno dei profughi all’interno dei confini israeliani; non potrà avere Gerusalemme come capitale, neanche un pezzetto, perché la città sarà capitale ufficiale dello Stato ebraico; la Palestina, inoltre, dovrà riconoscere Israele come “Stato ebraico” e pertanto come Stato nazionale del solo popolo ebraico.
Le prerogative per sedersi intorno ad un tavolo, anche solo per poter pensare di costituire uno Stato palestinese, sono esattamente queste. Ancora prima, l’ANP del fantoccio Abu Mazen deve togliere il potere con la forza ad Hamas, democraticamente eletto.
E’ esemplare il modo di pensare dei sionisti: si ad uno Stato palestinese, ma solo alle nostre condizioni che non possono essere modificate.
Neanche a dirlo, quei cattivoni dei palestinesi non si mostrano molto ben disposti nei confronti di queste “proposte”.
Già pensare ad uno Stato senza alcun esercito fa ridere qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza. Certo, certo… Si capisce bene che per Israele un vicino palestinese senza esercito, senza militari e senza armi sarebbe una vera e propria manna dal cielo. Così lo Stato ebraico potrebbe continuare indisturbato le sue continue violazioni dello spazio aereo palestinese, gli omicidi mirati, gli unilaterali espropri di terre, le azioni di intimidazione contro i pescatori palestinesi, costretti a pescare a non più di 2/3 miglia dalla costa quando in base ai regolamenti internazionali possono spingersi fino a 12.
Fa ridere anche pensare ad uno Stato senza esercito e senza la capitale che reclama da decenni, vale a dire almeno un pezzettino di Gerusalemme.
Uno Stato senza esercito, senza capitale, che non potrà avere nessuna pretesa di diritto al ritorno: se li gestiscano i goym questi arabi maledetti!
Ed è uno “Stato” che dovrà riconoscere Israele come Stato ebraico, cioè degli ebrei, basato cioè su una discriminazione religiosa. Il razzismo in salsa sionista non viene mai chiamato razzismo, bensì patriottismo. Vadano ai goym tutte le lezioni sulla inter-razzialità, sulla mescolanza tra le culture, sul valore del meticciato…
Ma che razza di Stato è uno Stato che non ha esercito (uno dei punti fondamentali per la costituzione di qualunque Nazione), che non può avere alcuna pretesa nei confronti del proprio vicino, che non può avere neanche la parte araba di quella capitale che reclama da decenni?
Semplicemente, non è uno Stato.
Questo ad Israele lo sanno molto bene. Ma – a parere del sottoscritto – contano di riuscire in un altro obbiettivo.
Non solo – in caso di un rifiuto (molto probabile) da parte dei palestinesi – potranno passare come i campioni della pace di contro agli arabi guerrafondai, parte di quella “operazione simpatia” che lo Stato sionista sta attuando per cercare di migliorare la propria immagine.
Ma, costituendo anche una imitazione di Stato palestinese, la Striscia di Gaza non risulterebbe più “territorio occupato”, bensì uno Stato dove Israele non ha più alcuna giurisdizione. Israele, pertanto, potrebbe completamente disinteressarsi dell’emergenza umanitaria. Cosa che fa già da adesso, ma in violazione dei regolamenti internazionali, in base ai quali Israele è lo Stato occupante e la Palestina una porzione di territorio occupata, e pertanto lo Stato ebraico è “costretto” a prendersi cura dei palestinesi. Con uno Stato palestinese senza armi, che non ha pertanto il controllo del proprio spazio interno e aereo e delle proprie frontiere, Israele può continuare ad affamare i palestinesi ma non sarebbe considerato “Stato occupante”.
Stupisce che nessuno dei media, ancor meno quelli italiani, abbia scritto queste semplici dichiarazioni. Viceversa è stato tutto un tripudio di fiori ed incenso per questo Netanyahu desideroso di pace. La tipica pace israeliana, quella del pretendere tutte le agevolazioni senza assumersi alcun obbligo, fosse anche il minimo. E tutti a parlare di Israele che vuole la pace.
Continua l'operazione simpatia. Con la complicità dei media europei.
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