lunedì 22 giugno 2009

L'altra faccia della repubblica delle banane

Diciamo la verità: non ci rimane che l’ironia per affrontare le malefatte del regime nato dalla resistenza e da un referendum istituzionale truccato che proprio in questi giorni si sta celebrando in pompa Magna… E proprio per usare questa ironia mi accingo a continuare l’articolo uscito sullo scorso numero del periodico, parafrasando il titolo della seconda puntata del famoso film: “Il pianeta delle scimmie”, ovvero: “L’altra faccia del pianeta delle scimmie”.

Chiudevo l’articolo sopra citato con queste parole: “La situazione elettorale per il 6 e 7 giugno è la seguente: saremo presenti con il logo storico e la scritta “Fascismo e Libertà” nei comuni della provincia di Asti di Cellarengo, Dusino San Michele e Moncucco, nonché nel comune milanese di Nosate, che è la vera sorpresa, in quanto, pur essendo la prima volta in assoluto che il MFL si presenta alle elezioni in quella provincia, nessuno ha trovato alcunché da obiettare nel nostro simbolo!” (1). Ebbene, mi sbagliavo! Non avevo preventivato che, in una repubblichetta nata dal banditismo partigiano e consolidatasi grazie all’apporto di politici ladri, funzionari corrotti e magistrati degni del duo Di Pietro/Ascione (per chi non conoscesse la questione, una semplice ricerca su Google inserendo i due cognomi basterà ad erudirli…), neppure le lecite decisioni di una commissione elettorale rappresentano un fatto certo. Accade, infatti, che il giorno 18 maggio 2009 (ovvero 9 giorni dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle liste elettorali, 8 giorni dopo la scadenza fissata dalla Legge per notificare eventuali irregolarità riscontrate dalla Commissione Elettorale e 6 giorni dopo l’effettuazione del sorteggio che ci aveva assegnato il posto sulla scheda elettorale!), la Sottocommissione Elettorale di Milano con sede in Legnano ci notifica tramite fax la ricusazione del nostro simbolo presentato alle elezioni di Nosate (MI), a seguito di una nuova riunione in sede di “autotutela”…!

Tanto per fare capire al lettore il grado di squallore di certi provvedimenti e l’unicità di questo abuso, mi permetto di riportare quanto recita l’art. 30 del Testo Unico 16 maggio 1960 n° 570:


ART. 30. (T. U. 5 APRILE 1951, N. 203, ART. 28, E LEGGE 23 MARZO 1956, N. 136, ART. 17): “LA COMMISSIONE ELETTORALE MANDAMENTALE, ENTRO IL GIORNO SUCCESSIVO A QUELLO DELLA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE:
a) VERIFICA CHE LE CANDIDATURE SIANO SOTTOSCRITTE DAL NUMERO PRESCRITTO DI ELETTORI, ELIMINANDO QUELLE CHE NON LO SONO;
b) RICUSA I CONTRASSEGNI DI LISTA CHE SIANO IDENTICI O CHE SI POSSANO FACILMENTE CONFONDERE CON CONTRASSEGNI NOTORIAMENTE USATI DA ALTRI PARTITI O RAGGRUPPAMENTI POLITICI, OVVERO CON QUELLI DI ALTRE LISTE PRESENTATI IN PRECEDENZA, ASSEGNANDO UN TERMINE DI NON OLTRE QUARANTOTTO ORE PER LA PRESENTAZIONE DI UN NUOVO CONTRASSEGNO. RICUSA, ALTRESÌ, I CONTRASSEGNI RIPRODUCENTI IMMAGINI O SOGGETTI DI NATURA RELIGIOSA;
c) ELIMINA I NOMI DEI CANDIDATI PER I QUALI MANCA LA DICHIARAZIONE DI ACCETTAZIONE DI CUI AL SETTIMO COMMA DELL’ART. 28, O IN CERTIFICATO DI ISCRIZIONE NELLE LISTE ELETTORALI;
d) CANCELLA I NOMI DEI CANDIDATI GIÀ COMPRESI IN ALTRE LISTE PRESENTATE IN PRECEDENZA;
e) RICUSA LE LISTE CHE CONTENGONO UN NUMERO DI CANDIDATI INFERIORI AL MINIMO PRESCRITTO E RIDUCE QUELLE CHE CONTENGONO UN NUMERO DI CANDIDATI SUPERIORI AL MASSIMO CONSENTITO, CANCELLANDO GLI ULTIMI NOMI”.

Notate la sottolineatura: entro il giorno successivo a quello della presentazione delle candidature! Abbiamo tentato di fare notare telefonicamente alla Presidentessa della Sottocommissione Elettorale che un simile provvedimento è indegno persino per una Repubblica delle banane, ma la gentile Signora ci ha risposto con estrema sicurezza che loro sono coperti dalla Legge; infatti esiste un’apposita Sentenza del Consiglio di Stato, risalente al 1972, che autorizza questi delinquenti di regime a rimangiarsi una decisione sottoscritta precedentemente da loro stessi senza alcuna costrizione! Per la precisione:



CONSIGLIO DI STATO
V Sezione, 24 marzo 1972, n. 218.
Le deliberazioni delle Commissioni elettorali circondariali sottostanno alla regola del potere di autotutela, purché esercitato prima della pubblicazione del manifesto con le liste dei candidati.
Omissis - In ordine al primo motivo va osservato che le deliberazioni delle Commissioni elettorali mandamentali sono veri e propri atti amministrativi e come tali per principio sottostanno alla regola del potere di autotutela di cui dispone la Pubblica amministrazione.
Quanto al limite temporale entro il quale tale potere sia esercitabile, si osserva che nella specie unico limite desumibile è quello derivante dal disposto dell’art. 31 della L. 16 maggio 1960 n. 570 che prescrive che la pubblicazione del manifesto con le liste dei candidati deve avvenire entro il quindicesimo giorno precedente l’elezione.
Per cui una volta assicurata la rigorosa osservanza di tale termine, come puntualmente è avvenuto nella specie, non può giammai parlarsi di tardivo esercizio del potere di autotutela da parte della Commissione elettorale mandamentale allorché questa proceda, evidentemente in tempo utile, ad annullare d’ufficio una sua deliberazione in precedenza adottata.
Omissis.



In poche parole questi “signori democratici” (?!?) possono tranquillamente, fino al 15° giorno che precede le elezioni, buttare fuori dalla competizione una lista sgradita ai poteri forti, anche se questa è stata in un primo momento considerata valida ed ammessa alla competizione… Ironia su ironia: spesso, quando siamo noi a tentare di fare valere la Sentenza del Consiglio di Stato del 1994 che sancisce la piena legittimità del nostro simbolo del Fascio Repubblicano, ci sentiamo rispondere dai Soloni delle Commissioni Elettorali che la nostra sentenza è “vecchia”…! Vecchia perché del 1994, mentre la loro mafia pretende di giustificare i suoi abusi in base ad una sentenza di poche righe risalente al 1972!

Potrebbe bastare? Nemmeno per sogno! Apprendiamo nei giorni successivi, dopo esserci rifiutati di sottostare a questo abuso presentando un simbolo alternativo, della nostra esclusione dalle elezioni in virtù di una circolare della Prefettura di Milano! Come si può verificare all’indirizzo: http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=33230. La fonte di tale notizia non è certamente male informata, in quanto è uno dei membri della Sottocommissione di Legnano; costui, contattato da noi, ci ribadisce che la Sottocommissione deliberò all’unanimità la piena liceità della lista del MFL, e che solo dopo la perentoria richiesta del Prefetto tornò a riunirsi ma senza di lui, poiché deciso a non prendere parte ad un simile abuso!

Navigando sul sito ufficiale della Prefettura di Milano, alla voce “circolari elettorali” si trovano vari documenti, ma non quello contenente l’imposizione di eliminare la lista Fascista dalle elezioni di Nosate, il che prova che esistono circolari e circolari… Alcune ufficiali, che vengono divulgate, altre più simili ai “pizzini” di Provenzano, delle quali è bene nascondere l’esistenza! Ci toccheranno un ennesimo ricorso al TAR ed una causa contro il Prefetto di Milano… Vi immaginate come finiranno? Ma dato che al peggio non vi è mai fine in Italia, e che ogni volta che ci si illude di avere toccato il fondo si scopre che è possibile andare ancora più in basso, rimane da analizzare l’argomento TAR; come ricorderanno i lettori attenti, avevo annunciato il ricorso al TAR del Piemonte per ottenere l’annullamento della delibera vergognosa ed illegittima grazie alla quale la lista MFL veniva buttata fuori dalle elezioni provinciali di Torino . Il ricorso è stato depositato, ma è l’unico ricorso elettorale a non essere stato discusso a tutt’oggi! Stranamente tutti i ricorrenti hanno già avuto udienza dal TAR e qualcuno addirittura dal Consiglio di Stato, ma per quanto riguarda il MFL, nulla ci è stato comunicato! In ogni caso, a parte l’ennesima manifestazione di cieco e squallido antifascismo da parte della casta mafiosa dei togati, tutti quanti ricorrono in questi giorni al TAR si vedono dichiarare inammissibili i loro ricorsi, sia dal TAR, sia dal CDS… Perché? Semplicemente perché i TAR, dopo 34 anni di attività (sono stati istituiti nel 1971), si sono accorti, grazie ad una Sentenza del Consiglio di Stato del 24 novembre 2005, che le decisioni delle Commissioni Elettorali non sono più impugnabili immediatamente per ottenere la riammissione d’urgenza alle elezioni…

Dunque tutti i ricorrenti si sentono rispondere che il ricorso pre-elettorale è irricevibile e che esso va presentato dopo le elezioni, per contestare la proclamazione degli eletti e chiedere la ripetizione dell’intero procedimento elettorale! Lascio immaginare al lettore quali siano le concrete possibilità per una lista espressione di un piccolo movimento come il nostro (e tanti altri) di vedersi riconosciute le ragioni spettanti e di ottenere la ripetizione delle elezioni, tanto più se si tratta di elezioni che coinvolgono milioni di cittadini e miliardi di Euro di costi!

E così, nella Repubblica delle Banane gestita dalla cricca mafiosa di resistenti e magistrati collusi, quando un movimento politico non piace a “lorsignori” può essere buttato fuori dalle elezioni per i motivi più disparati (ed illegittimi), senza più avere alcuna speranza di vedere tutelati i suoi diritti di associazione ed i diritti politici dei suoi iscritti. Oggi sarà per mano di un Prefetto in odore di mafia esperto in “pizzini”, domani sarà per un Ufficio Elettorale Centrale composto da magistrati mafiosi, corrotti e naturalmente antifascisti; dopodomani sarà per una Commissione Elettorale che decide di rimangiarsi la decisione di ammettere una lista alle elezioni; successivamente ci penseranno TAR e CDS a frustrare le speranze di vedersi riconosciuti i diritti costituzionali e politici…

Non sarà forse che dandoci la certezza di non avere diritti garantiti vogliono a qualche reazione inconsulta volta a difenderci da soli, in modo tale da avere una scusa più concreta per sbatterci in galera e privarci definitivamente di ogni diritto residuo?

O non sarà forse che vogliono convincerci che la “democrazia è una vecchia puttana circondata da interessati papponi”? Noi ne eravamo già convinti.

Carlo Gariglio
www.fascismoeliberta.it
www.lavvocatodeldiavolo.biz

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