I nostri giornalisti lo sanno benissimo, eppure lo tacciono ampiamente: la crisi umanitaria a Gaza si aggrava sempre di più. La motivazione è sempre la solita: Israele, che non vuole trattare con quei cattivissimi di Hamas (nonostante la piena legittimità democratica dell’organizzazione), ha chiuso tutti i valichi di entrata e di uscita. Con i terroristi non si tratta, e nel frattempo la popolazione di Gaza può pure crepare (ancora di più, si intende). I cagnolini europei cercano di trovare una soluzione: la Francia ha da poco provato a fare la voce grossa, dicendo che Hamas è, lo si voglia o no, un soggetto con il quale si deve trattare (anche perché, aggiungo io, è l’unica organizzazione ad avere un reale radicamento politico e anche logistico nel territorio palestinese): la crisi umanitaria deve avere la precedenza sulle considerazioni politiche del povero staterello che lotta per la sua esistenza. Inutile dire che la grossa Europa – sempre in prima fila l’Italia – ha boicottato l’iniziativa francese, che almeno per ora si è risolta in un nulla di fatto.
Sempre in tema di Francia, quest’ultima ha recentemente richiamato l’ambasciatore israeliano per protestare ufficialmente contro l’umiliazione che ha subito, in territorio di confine, un diplomatico francese, che è diventato per qualche ora il bersaglio preferito dei tiratori israeliani. Un altro esempio di umanità e di grande considerazione da parte di Israele nei confronti della comunità internazionale.
L’organizzazione americana “Peace Now” (“Pace adesso”), che si batte per i diritti umani, denuncia che nella Cisgiordania gli insediamenti illegali sono aumentati del 60% in neanche due anni. Niente di nuovo sotto il sole, si dirà. E invece no. Perché la Cisgiordania è governata da Fatah, l’organizzazione con la quale Israele fa capire, almeno a parole, di voler trattare per risolvere la crisi umanitaria palestinese, scavalcando di fatto Hamas. Per chi non lo avesse ancora capito, questa è un’altra occasione per capire quale sia la concezione di Israele quando parla di “trattare”, “discutere” o “mettersi al tavolo delle trattative”. In presenza di Fatah collaborazionista lo Stato sionista espande i suoi insediamenti illegali, facendo irruzione nelle case e nei negozi palestinesi depredandoli di tutto, e proteggendo i fanatici coloni che tirano le pietre ai bambini che vanno a scuola, o che danneggiano i raccolti palestinesi. Ecco che cosa succede a trattare con Israele.
18 gennaio: a Khan Yunis lo Tsahal uccide un contadino palestinese;
19 gennaio: altro palestinese ucciso a Jabalia;
20 gennaio: le navi militari israeliane hanno cannoneggiato i pescatori di Gaza, causando diversi danni alle infrastrutture, fortunatamente senza uccidere;
22 gennaio: viene ferito un bambino palestinese
22 gennaio: altro attacco, da parte delle navi con la stella di David, che porta al ferimento di alcuni pescatori palestinesi in mare aperto;
22 gennaio: viene distrutta una casa palestinese
24 gennaio: Israele apre il fuoco ad Al Faraheen, provocando diversi danni alle infrastrutture
28 gennaio: viene ucciso un altro contadino palestinese e occupata una casa; vengono anche distrutte diverse altre case
Saltiamo negli Stati Uniti. Il nuovo Segretario di Stato, Hillary Clinton, sempre particolarmente ben disposta nei confronti del povero staterello, incassa la mozione di 60 parlamentari democratici, che richiedono al governo americano una iniziativa forte per impedire un aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza.
Andiamo in Spagna. Come sappiamo, questo Stato si è dotato di una legislazione che gli permette di aprire cause giudiziarie contro chiunque nel mondo se si tratta di violazioni dei diritti umani. Sono incriminati diversi esponenti dello Stato ebraico. Non sarà molto, ma se questi personaggi dovessero trovarsi sul suolo spagnolo possono essere trattenuti in attesa di processo.
Anche la Croce Rossa Internazionale, nel frattempo, sta raccogliendo una ampia documentazione che testimonierebbe le gravi violazioni dei diritti umani compiuti dai soldati israeliani a Gaza e l’utilizzo di armi non convenzionali; la stessa televisione inglese, nei giorni immediatamente successivi dell’operazione di macelleria denominata “Piombo fuso”, ha accertato l’utilizzo da parte di Israele di armi al fosforo bianco e delle cluster bombs (Israele si è rifiutata, recentemente, di sottoscrivere la moratoria che mette al bando tali armi; ne ho parlato qui http://chessaandrea.blogspot.com/2008/12/gli-unici-due-veri-stati-canaglia.html).
In futuro potremo vedere una seconda Norimberga, stavolta per crimini accaduti davvero?
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