Tra poco potremo tranquillamente ammainare la bandiera italiana, perché l’Italia non esisterà più. Dimentichiamoci dell’inno di Mameli, del giuramento di fedeltà che i nostri dipendenti – perché eletti e pagati da noi – devono fare nei confronti della costituzione Italiana, dell’Italia come è e come è stata un tempo. Tra qualche giorno l’Italia cesserà di esistere definitivamente. L’erosione dell’indipendenza nazionale comincia da lontano: dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale delle forze più generose e vitali dell’Europa, l’Italia Fascista e la Germania hitleriana, che ha spianato la strada al governo mondiale massonico e mondialista; dalle decine e decine di basi di occupazione di una forza straniera che violano la sovranità militare dell’Italia; dalla politica a novanta gradi di totale asservimento nei confronti degli Stati Uniti. Il nuovo ordine mondiale prosegue poi con la perdita della sovranità economica, con gli stati nazionali che delegano ad istituti privati ( quale è la Banca Centrale Europea, la Federal Riserve americana, la Banca d’Italia ) l’emissione di moneta, la decisione dei tassi di interesse, le politiche economiche da attuare a livello europeo e mondiale.
Nei giorni in cui si sprecano pagine e pagine di giornale per spiegare la sconfitta della nazionale di calcio, poche le considerazioni in merito all’importante avvenimento che si terrà il 12 giugno in Irlanda: il referendum sul trattato di Lisbona. Rispetto a noi gli irlandesi sono più fortunati: hanno la possibilità di dire la loro – se pur tra i veleni e le scorrettezze della campagna referendaria – su una cosa che a noi hanno semplicemente imposto, senza neanche farcelo sapere, nel più assoluto silenzio dell’opinione pubblica e della politica.
Il Trattato di Lisbona è un passo decisivo per il mondialismo: è la certificazione ufficiale della perdita totale di sovranità da parte degli stati nazionali europei, che verrà sostituita da una oligarchia burocratica assolutamente priva di legittimità politica, istituzionale, democratica.
Con questo nuovo documento, che va a sostituire e ad integrare il precedente Trattato di Maastricht, le norme europee hanno la piena precedenza sulle leggi dei singoli stati nazionali, che dovranno perciò modificarle e adeguarle alla nuova legislazione internazionale.
Col Trattato di Lisbona, innanzitutto, l’esercito non è più nazionale, bensì europeo. Come accade già adesso in ambito NATO e ONU i nostri militari potrebbero essere chiamati a combattere guerre nelle quali l’Italia non ha assolutamente niente a che fare. La sovranità militare, pertanto, è irrimediabilmente compromessa ( ammesso e non concesso che l’Italia uscita dalla seconda guerra mondiale l’abbia mai avuta ).
L’Europa, inoltre, ha facoltà di decidere sulla politica economica ( fin qui niente di nuovo ), sulle politiche agricole ed energetiche ( petrolio, biocarburanti, OGM ), sulle politiche salariali, sociali, sulla sanità. Su tutto, insomma. Uno Stato può quindi essere costretto a recepire tali modifiche anche se queste vanno palesemente contro ai suoi interessi nazionali e interni, su qualunque questione che decideranno i burocrati europeisti.
L’ultimo passo per il governo mondiale, quello che campeggia sulla banconota da un dollaro americana, quello che la massoneria si prefigge da secoli, è stato fatto.
In parole semplici, i nostri governanti ci hanno venduto ai burocrati europei, ai massoni, ai banchieri della BCE. Presumo che questo non sia previsto dalla Costituzione Italiana, ma in altri tempi, quando eravamo una Nazione civile, questa gente sarebbe stata fucilata alla schiena o impiccata in piazza per tradimento nei confronti della Patria. Ci hanno venduto, e non sappiamo neanche come e a che prezzo.
Nei giorni in cui si sprecano pagine e pagine di giornale per spiegare la sconfitta della nazionale di calcio, poche le considerazioni in merito all’importante avvenimento che si terrà il 12 giugno in Irlanda: il referendum sul trattato di Lisbona. Rispetto a noi gli irlandesi sono più fortunati: hanno la possibilità di dire la loro – se pur tra i veleni e le scorrettezze della campagna referendaria – su una cosa che a noi hanno semplicemente imposto, senza neanche farcelo sapere, nel più assoluto silenzio dell’opinione pubblica e della politica.
Il Trattato di Lisbona è un passo decisivo per il mondialismo: è la certificazione ufficiale della perdita totale di sovranità da parte degli stati nazionali europei, che verrà sostituita da una oligarchia burocratica assolutamente priva di legittimità politica, istituzionale, democratica.
Con questo nuovo documento, che va a sostituire e ad integrare il precedente Trattato di Maastricht, le norme europee hanno la piena precedenza sulle leggi dei singoli stati nazionali, che dovranno perciò modificarle e adeguarle alla nuova legislazione internazionale.
Col Trattato di Lisbona, innanzitutto, l’esercito non è più nazionale, bensì europeo. Come accade già adesso in ambito NATO e ONU i nostri militari potrebbero essere chiamati a combattere guerre nelle quali l’Italia non ha assolutamente niente a che fare. La sovranità militare, pertanto, è irrimediabilmente compromessa ( ammesso e non concesso che l’Italia uscita dalla seconda guerra mondiale l’abbia mai avuta ).
L’Europa, inoltre, ha facoltà di decidere sulla politica economica ( fin qui niente di nuovo ), sulle politiche agricole ed energetiche ( petrolio, biocarburanti, OGM ), sulle politiche salariali, sociali, sulla sanità. Su tutto, insomma. Uno Stato può quindi essere costretto a recepire tali modifiche anche se queste vanno palesemente contro ai suoi interessi nazionali e interni, su qualunque questione che decideranno i burocrati europeisti.
L’ultimo passo per il governo mondiale, quello che campeggia sulla banconota da un dollaro americana, quello che la massoneria si prefigge da secoli, è stato fatto.
In parole semplici, i nostri governanti ci hanno venduto ai burocrati europei, ai massoni, ai banchieri della BCE. Presumo che questo non sia previsto dalla Costituzione Italiana, ma in altri tempi, quando eravamo una Nazione civile, questa gente sarebbe stata fucilata alla schiena o impiccata in piazza per tradimento nei confronti della Patria. Ci hanno venduto, e non sappiamo neanche come e a che prezzo.
2 commenti:
Rimetti fuori la bandiera, Andrea che gli irlandesi hanno detto di no!
Infatti. Ovviamente stanno già cercando il modo di buggerare tutta l'Europa con le prossime ratifiche ( la prossima più vicina è quella portoghese, se non mi sbaglio ). Ai tg grande tristezza e commozione per questi irlandesi bifolchi, intervistano gli esperti che parlano di un rischio di "un blocco del processo europeo" e nessuno dice i perchè del NO. Ma si, consoliamoci: ora con gli europei di calcio, i consigli della prova costume e le notti brave dei vips ci rincoglioniremo felicemente.
A breve se ce la faccio butto giù qualcosa sul No irlandese, se il mio cervellino riusce a mettere insieme qualcosa in tempi accettabili.
Un saluto.
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