giovedì 12 giugno 2008

I primi nemici del Fascismo sono loro

Un episodio che mi è capitato da poco, sintomo evidente del carattere e della cafoneria italica.
Qualche sera fa mi sono recato a fare la spesa in un grande ipermercato di Cagliari. Arrivo, parcheggio la macchina. Si avvicina subito il primo venditore ambulante che vuole vendermi i cd pirata di Elisa. Ovviamente rifiuto, non tanto per il fatto che fossero pirata, quanto che un cd di Elisa non vale neanche il costo del cd vergine. Scambio due parole con il ragazzo sorridente che cerca di convincermi. Compro un pacchetto di fazzoletti, tanto li uso prima o poi. Fatto questo comincio a percorrere a piedi i pochi metri che mi separano dall’entrata. Erano all’incirca le sette di sera, poca gente, i posti più vicini all’entrata del supermercato tutti liberi. Ciò nonostante il solito cafone ha parcheggiato la sua auto davanti alle porte scorrevoli, i finestrini abbassati e della pessima musica – un incrocio tra musiche tribali e tastiere elettroniche – che accoglie il povero cliente che non ha la fortuna di essere così idiota per apprezzare simili cialtronate. Passo accanto al venditore ambulante che c’è all’entrata, che vende quadri, borsette, accendini e cose simili. Ad un certo punto sento qualcuno che urla. E’ il proprietario dell’automobile con altri sgherri che esce dal supermercato. Grassi da far spavento, canottiere attillate a mettere in evidenza i rotoli di lardo, capelli lunghi, cellulari che penzolano dai cordoncini appesi al collo ( come i selvaggi comprati dalla colonizzazione, più di un secolo fa, si appendevano la sveglia al collo come sintomo di civilizzazione ), urlano parolacce e imprecazioni riferite a qualcuno. Nella loro idiozia se la ridono, insultando tutti coloro che passano. Appena vedono il venditore ambulante vicino alle porte scorrevoli lo insultano pesantemente: “Vattene via!” “Negro di merda!” “Ma chi te le compra queste cagate!” Sono, purtroppo per noi, l’esatto prototipo del fascista che i giornali della squadra e compasso descrivono tutti i giorni. Io rimango lì fermo, a prendermi il mio quotidiano travaso di bile davanti alla volgarità, alla rozzezza e all’ignoranza. Il venditore ambulante invece è un signore: li guarda, gira la testa dall’altra parte e fa finta di non sentirli. Io mi avvicino, non si sa mai che decidano di usare anche le mani oltre alla bocca, ma i tipi stanno già buttando le bottiglie di birra nel cofano e se ne vanno contenti e beati.
Eccoli qui, i fascisti che sono la gioia dei governanti e dei giornalisti. Quelli che insultano, quelli che picchiano, quelli che non hanno rispetto di niente e di nessuno: non si perde una sola occasione per buttar in prima pagina questa gente, legarla a chi fa politica seriamente e per questo è inviso al potere, e dire ai propri lettori: “Vedete cari lettori? Ecco i fascisti!” E se non hanno nessun simbolo o non sono riconducibili ad alcuno schieramento se li inventano, come è successo a Roma ( dove il teppista il simbolo l’aveva ma era il faccione del Che, con grande imbarazzo di giornalisti e teppisti dei centri sociali ), o buttano in mezzo qualcuno di noi. Tre mesi fa è stato Fascismo e Libertà in Molise, poi gli skin-heads veronesi, qualche giorno fa i ragazzi di Casa Pound, vittime di una aggressione antifascista e venduti sui media come aggressori. E se poi si scopre che chi è stato criminalizzato e crocefisso ( solo sui giornali, per ora ) con gi episodi di cui è accusato non c’entra assolutamente nulla, poco male: le menzogne sono state dette, missione è compiuta.
C’è da augurarsi che gli extracomunitari che vengono qui non si adeguino al costume italico che va per la maggiore da sessanta anni a questa parte, rappresentato da cafoni, ignoranti e rozzi selvaggi che insultano i venditori ambulanti all’uscita dei supermercati. I primi nemici del Fascismo sono loro.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande articolo, giustissimo.

E COMPLIMENTI PER LA SELEZIONE DI BRANI DEL MINIPOD ;-)

Andrea Chessa ha detto...

Grazie.
A breve aggiornerò anche il lettore, dato che la metà non partono. E se ce la faccio aggiungo qualcosa.
Un saluto

SOLO FILM ha detto...

Quando un sedicente giornalista di un sedicente giornale cerca, con ostinazione, una celtica (dico una) in una manifestazione (popolare, interclassista) di migliaia di persone, capisci che sono fermi agli anni cinquanta. Con gli stessi metodi. Con la storia del Pigneto mi sono divertito assai però.

Andrea Chessa ha detto...

Io molto di meno. Vedere questi pennivendoli gridare alla violenza squadrista ancor prima che si sapesse come sono andate le cose e poi non fare dietro-front a testa bassa, come ci si aspetterebbe da una stampa un minimo onesta che spaccia per oro colato menzogne clamorose, è fastidioso. Ma fosse solo questo: ieri grande speciale sulla strage nazista di Sant'Anna di Stazzema. Peccato che la storiella dei nazisti sia stata smentita da pisanò tanti anni orsono nel suo "Sangue chiama sangue"; ma Pisanò non è Pansa, era un fascista e quindi zitti tutti. Pennivendoli e servi.
Comunque la zecca che mostra il tatuaggio del Che mi ricorda molto quel grande attore che lavorò con Verdone in quel film, alza le braccia e si indigna "Fascio a me? Io sò comunista così!"

Sergent Zimm ha detto...

... il giornalismo, come la politica non ha più nulla a che vedere con la realtà.
Arma per perseguire interessi di pochi e quando va bene (si a per dire) spettacolo.
Ti ringrazio per il tuo commento che, se non avessi un Ego grande come la piramide di Cheope, potrebbe anche farmi arrossire ;-)
...W Mario Brega!

Sergent Zimm ha detto...

... aggiungo...
credo che oramai per il popolo italiano non sia più questione di destra e di sinistra... è puramente questione di educazione.
occorre tornare alle elementari a quando si insegnava ai bambini a dire grazie e per favore e che la carta per terra non si butta, nemmeno e soprattutto se nessuno ti guarda.

Andrea Chessa ha detto...

I complimenti sono tutti meritati. Riguardo quello che dici, hai semplicemente ragione. Ma in un mondo dove i Corona e le Gregoraci, magnacci e puttane per intenderci, assurgono al grado di idoli idolatrati da altri selvaggi come loro la vedo molto brutta.

SOLO FILM ha detto...

http://sergentehartman.blogspot.com/2008_05_01_archive.html. Il doppiaggio è servito. Domani inserisco il tuo link nella mia onesta pagina (a meno che tu non voglia). Saluti.

Andrea Chessa ha detto...

Sono andato sul sito che mi hai dato e mi riporta al tuo blog con tanto di archivio articoli. Alcuni li avevo già letti, e quello della legittima difesa me lo ricordo, mi era rimasto impresso. Dove sta il doppiaggio? Non capisco cosa vuoi dire.
Per quanto riguarda il mio indirizzo sulla tua pagina puoi metterlo tranquillamente, se ti fa piacere stare in compagnia di "noi" che siamo Fascisti e per giunta non ce ne vergogniamo. Io dal canto mio aggiorno i miei.