giovedì 3 dicembre 2020

Partecipare alle orge omosessuali e difendere la famiglia tradizionale non è una contraddizione

 

Jòzsef Szájer, eurodeputato di Fidesz, il partito di destra del Primo Ministro ungherese Viktor Orban (notoriamente sovranista), è stato pizzicato a Bruxelles durante un’orgia tra uomini; ha provato a fuggire ma è stato immediatamente bloccato ed identificato.

Immediatamente la stampa e la politica, in particolar modo quella di sinistra (vale a dire la stragrande maggior parte), si è letteralmente scatenata: non è sembrato vero, a questi miserabili pennivendoli ed ai loro capi-borsone, di poter ficcare il naso nel letto di un politico appartenente ad un partito politico notoriamente sovranista e di destra, per poterlo dileggiare, umiliare, e nel contempo gettare ulteriori badilate di fango sulle idee della famiglia tradizionale.

Ma non erano loro quelli che ci hanno sempre detto che le scelte sessuali sono insindacabili e non devono incidere minimamente sulla reputazione di una persona e sulla sua dignità di essere umano? Eppure eccoli qui, col loro solito ditino puntato, a dare lezioni di morale e di politica. Al di là di questa critica scontata all’antifascismo militante – critica scontata perché, oramai, conosciamo bene l’ipocrisia e la doppia morale dei sinistri, che applicano la propria legge con i nemici e la interpretano con gli amici – se Szájer ci insegna qualcosa è, a ben vedere l’esatto opposto: per essere sostenitori della famiglia tradizionale non si deve essere per forza dei donnaioli che picchiano la moglie e vanno a puttane (velocissima ed iconica descrizione di come l’eterosessuale viene dipinto in molte caricature della sinistra lgbtfjbrfweo e genere-fluida). Si può essere anche degli omosessuali, amanti delle orge tra uomini, e nonostante tutto essere per la famiglia tradizionale. La tendenza dell’uomo è sempre stata – e dovrebbe continuare ad essere – il tendere a qualcosa di superiore rispetto a tutto ciò che compete la mera carne, la pura istintualità, la semplice soddisfazione degli appetiti più immediati, anche se noi stessi siamo portatori di quegli stessi istinti. Spesse volte ho esagerato con l’alcol – in discoteca, in ristorante, alle cene con gli amici – ma ciò nonostante non mi sognerei mai di promuovere campagne per l’alcolismo a scuola, né di sostenere che sia lecito guidare in stato di ebbrezza, anzi, esattamente l’opposto. Allo stesso modo, nella propria vita privata, si possono avere degli atteggiamenti che vengono poi contraddetti – ma solo apparentemente – dalle proprie convinzioni politiche; “apparentemente” perché è il buonsenso, la propria condizione di homo politicus, di essere pensante, che ci eleva dalle nostre funzioni corporali per farci tendere a qualcosa di più grande, di più nobile, di più giusto, perfino di Noi stessi. L’esatto opposto della sinistra e del moderno antifascismo, per il quale vale solo ed esclusivamente la glorificazione della carne, dell’animalità elevata a simbolo ed a ragione di vita. In questo senso un Jòzsef Szájer che fa delle orge omosessuali è un milione di volte preferibile ad un eterosessuale dichiarato, donnaiolo incallito, che invece spinge per l’equiparazione della famiglia omosessuale a quella tradizionale: il primo eleva la politica e ciò che essa dovrebbe tutelare – la società tutta – a qualcosa di più alto, vale a dire l’ordine naturale delle cose, come è stato e come dovrebbe essere, mentre il secondo la abbruttisce, la svilisce, la mortifica.

2 commenti:

Pietro Melis ha detto...

Comunque uno che difende la famiglia tradizionale non dovrebbe dovrebbe avere il coraggio di dire che incularsi è normali che bisogna abolire la distinzione tra il culo e la vagina

Andrea Chessa ha detto...

Nel momento in cui un politico difende l'ordine naturale nel campo più alto, quello politico, possiamo condannare il suo atteggiamento privato se riteniamo che ciò vada oltre le nostre convinzioni, ma questa non può diventare una critica politica.