C’è una sola parola per definire al meglio la lettera segreta, pubblicata dal Corriere della Sera, che Jean Claude Trichet e Mario Draghi hanno inviato al governo italiano: diktat. L’ennesimo, che vedrà purtroppo capitolare il nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente se, per ammissione dello stesso Berlusconi, abbiamo un Presidente del Consiglio che per la stragrande maggioranza del tempo pensa a portarsi a letto mignottumine vario, per dedicarsi all’attività di governo nei minimi ritagli di tempo?
Le ricette di Trichet e Draghi sono le tipiche ricette che, bene o male, sono state messe in atto per la Grecia: lacrime e sangue. Privatizzazioni, licenziamenti più facili, tagli su pensioni, assistenza sociale, sanità, istruzione, abbassamento degli stipendi del pubblico impiego. Tagli, tagli e ancora tagli. Ma così anche io potrei fare il Presidente della BCE. E prenderei anche meno soldi di Trichet.
Dall’altra parte Barack Obama, che ha appena regalato dei missili di ultima generazione ad Israele con cui continuare ad incenerire i palestinesi, sale in cattedra e col suo ditino da primo della classe abbronzato ammonisce l’Europa: non sta facendo abbastanza per risolvere la crisi.
Povera la mia Patria che fu di Dante, di Ariosto, di Macchiavelli e di Mussolini, terra di conquista, oggi come ieri, di predoni, assassini e criminali.
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