venerdì 18 marzo 2011

In troppi dimenticano il Regno di Sardegna

Riportiamo questo interessantissimo articolo di ieri apparso sull'Unione Sarda, di Francesco Cesare Casula.

*****

Francesco Cesare Casula

M i piacerebbe vedere la reazione di Giorgio Napolitano se venisse a sapere che è il trentottesimo Capo dello Stato oggi chiamato Repubblica Italiana, ieri Regno d'Italia, avantieri Regno di Sardegna, nato a Cagliari-Bonaria il 19 giugno 1324 e pregnato per 537 anni dal sangue e dal sudore dei sardi.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Umberto Bossi se venisse a sapere che il Po, "linfa vitale che percorre la Padania", al tempo del Risorgimento era un fiume della Sardegna. Lo dicono i libri scolastici degli Stati preunitari.

Mi piacerebbe vedere la reazione degli abitanti di Reggio Emilia se venissero a sapere che il loro Tricolore non è la bandiera italiana. La bandiera tricolore italiana è la seconda bandiera dello Stato sardo, dopo quella dei "Quattro Mori", disegnata e realizzata dall'intendente Bigotti il pomeriggio del 26 marzo 1848 per ordine del Consiglio dei Ministri sardo. Il documento è agli atti del Ministero di Guerra e Marina dell'allora Regno di Sardegna.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Maroni, attuale Ministro dell'Interno, se venisse a sapere che i Prefetti, funzionari importantissimi dello Stato, non sono stati istituiti a Milano nel 1802, secondo le solenni celebrazioni del presunto bicentenario, ma a Cagliari il 4 maggio 1807. Abbiamo in Archivio l'editto di fondazione firmato nel Palazzo Regio di Castello dal re Vittorio Emanuele I di Sardegna.

Mi piacerebbe vedere la reazione dei torinesi se venissero a sapere che la capitale dello Stato che ha condotto il Risorgimento italiano non era Torino ma Cagliari fino 1861. Torino era la residenza preferita dai Savoia, e divenne capitale provvisoria dello Stato soltanto dal 1861 al 1865.

Mi piacerebbe vedere la reazione di Roberto Benigni - che al Festival di Sanremo non ci ha mai nominato - se venisse a sapere che fino alla domenica mattina del 17 marzo 1861 tutta l'Italia era Sardegna e che tutti gli italiani erano sardi. Lo dicono i plebisciti di annessione al Regno sardo del Lombardo-Veneto, della Toscana, di Parma e Modena, delle Romagne e del Regno delle Due Sicilie.

Mi piacerebbe vedere le reazione di tutti i risorgimentalisti, se venissero a sapere che Mazzini e Garibaldi erano cittadini sardi a tutti gli effetti, con passaporto sardo, ubbidienti o ribelli alle leggi sarde (Garibaldi fu perfino condannato a morte dal Regno sardo).

Mi piacerebbe vedere la reazione di Giuliano Amato, presidente del Comitato per le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia - che alla Sardegna non ha dato un euro - se venisse a sapere che la sedicesima statua sul frontone dell'Altare della Patria a Roma rappresenta la Sardegna "… la quale - dice l'enciclopedia on-line Wikipedia - porta lo scettro e una corona in mano per ricordare che le battaglie che portarono all'unità e alla indipendenza d'Italia partirono proprio dal Regno di Sardegna e che tanti Sardi, fin dall'inizio, combatterono durante il Risorgimento. La corona è generosamente tenuta in mano e non sulla testa per ricordare che dal Regno di Sardegna nacque il Regno d'Italia".

(L'unione Sarda 17/03/2011)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fantastico! Bravo, Andrea, per averlo ripubblicato.
Dimitri

Andrea Chessa ha detto...

Grazie. Ne valeva la pena.

Nobis!