Una legge specifica, come quella austriaca, francese o tedesca, volta a punire chi, in un modo o nell’altro, esponga tesi revisioniste, volte a negare o ridimensionare la Shoah. È questa la proposta avanzata da Riccardo Pacifici, il leader della comunità ebraica romana, in una lettera che è stata pubblicata su Repubblica.
Lo spunto da ciò, neanche a dirlo, viene dalla cagnara mediatica con la quale i pennivendoli hanno attaccato e dileggiato il professor Moffa, docente all’Università di Teramo, a causa delle sue lezioni poco propense al peloso politicamente corretto.
Qualche tempo fa dissi che, in certi ambienti, non si aspettava altro. Un qualche idiota delirante su internet per fare una nuova legge per bloccare la rete, oppure, come in questo caso, un uomo, un docente, che ha il coraggio di andare controcorrente e di non accettare supinamente i dogmi storiografici, come tanti altri cittadini.
E forse il problema è proprio questo: i cani da guardia del regime si sono accorti che il revisionismo, sia come sia, prende piede. Non siamo più come ai “bei tempi” di Togliatti, che tornava dall’Unione Sovietica descrivendo le meraviglie di quel Paese a fronte di montagne di morti, carestie e massacri. Oggi basta una connessione ad internet, e ti apri verso il mondo. E se non sei un parlamentare che vuole ingraziarsi Pacifici, ed hai un minimo di cervello e voglia di capire, puoi accedere ad una vastissima bibliografia che, con dovizia di particolari, ti spiega perché quello che ci dicono sia avvenuto in realtà non sarebbe mai potuto accadere.
Ma quello che ci dicono che sia accaduto si configura sempre di più come una vera e propria religione. Che ha i suoi dogmi (lo sterminio di sei milioni di ebrei), i suoi martiri (Wiesel, Harendth, Levi), i suoi luoghi di pellegrinaggio (lo Yed Vashem), i suoi testi sacri (“Se questo è un uomo”), ed ora anche i suoi inquisitori, pronti a punire gli eretici.
In Parlamento tanti scalpitano per assecondare i desideri della operosa comunità la quale, con Alessandro Ruben, nel 2007, Ministro della Giustizia era Clemente Mastella, ci aveva già tentato. Ma la proposta non era andata in porto, arenata tra i faldoni di proposte parlamentari. Di solito una proposta di legge ha un iter lunghissimo e complicato, deve partire da un Consiglio Comunale o Regionale, da un parlamentare, oppure dal popolo, che si mobilita con la raccolta minima di 50.000 firme. Qui basta una letterina su Repubblica da parte di chi di dovere, il quotidiano del massone De Benedetti, ed ecco che tutti scalpitano. Evidentemente esistono delle corsie privilegiate…
Veltroni riemerge dal suo polveroso sarcofago gioioso come un bambino, Fini e Schifani addirittura si mostrano impazienti di far partire subito l’iter di approvazione (se avessero tutta questa solerzia anche per le ditte che chiudono, i precari, la disoccupazione e la criminalità forse il nostro Paese non sarebbe a questo punto), perfino il “che c’azzecca” Tonino è entusiasta. Litigano su tutto, di tutto, per tutto. Solo su un preciso argomento non litigano mai…
Quel famoso articolo 21 della Costituzione, che afferma che ognuno può esprimere liberamente la propria opinione con qualunque mezzo, viene dimenticato. Chi condanna di solito l’ingerenza del Vaticano nelle questioni italiane tace ambiguamente: tanto sul Vaticano si può sempre sparare a zero, ma per contrastare ben più potenti governi ci vuole tanto coraggio in più (Pannella dove sei?)! Gianni Letta ci dice che il negazionismo è frutto di ignoranza: quanti libri sul negazionismo ha letto per poter fare una simile affermazione?
Certamente: chi non ha ancora portato il proprio cervello a rottamare può ben comprendere l’ipocrisia di uno Stato che si proclama libero e democratico, e poi insegue in lungo e in largo il camionista al caffè o il docente in Facoltà che hanno solo osato esprimere dei dubbi su un avvenimento storico. E ci dicano, di grazia: che cosa hanno intenzione di fare questi “signori”? Posizioneranno un poliziotto in ogni locale, pub, ristorante, pronto a cogliere qualche accenno sull’olocausto che non aderisca al dogma? Ci intercetteranno ulteriormente? Ci chiameranno sistematicamente a prestare pubblicamente fedeltà al dogma?
Se questa legge passerà, in un modo o nell’altro, ci attendono tempi duri. La Nuova Inquisizione ha visto che non riesce a fermare l’eresia: non bastano le intimidazioni delle questure, le schedature dei movimenti e dei capi politici controcorrente (primi fra tutti noi del MFL), l’assassinio dei politici carismatici che si oppongono al Nuovo Ordine Mondiale (leggasi Haider), il monitoraggio costante delle conversazioni, dello scambio di emails, le intercettazioni telefoniche, le campagne di stampa violente, offensive e diffamatorie contro gli eretici. L’eresia del Nuovo Millennio prende piede, piace sempre di più, e più viene denigrata e perseguitata e più piace, perché ha tante soluzioni da opporre a chi vuole invece imporre il pensiero unico nascondendosi dietro finti moralismi di democrazia e di tolleranza.
Cominciano ad avere paura, hanno fretta... Aspettavano solo un casus belli, e l’hanno trovato.
Mala tempora currunt. Chi, come noi, non si arrende e mai si arrenderà, costi quel che costi, sa che ora la lotta diventa esclusivamente ideale. Parlare di determinati argomenti sarà vietato; avere determinati libri (non armi, ma libri!) sarà punibile per legge. Torneremo ai volantini passati di mano in mano, alle occhiate complici, alle parole d’ordine sussurrate dietro le porte notturne per riconoscere i fidati dai delatori e dalle spie. Dovremmo chiedere a militanti, lettori, simpatizzanti, di collaborare con noi e di cercare di comprendere tra le righe quello che vogliamo dire: dovrete aiutarci anche voi contro la Nuova Inquisizione, dovrete usare un po' di più il vostro intuito per sfuggire ai dettami della censura. Siamo i nuovi carbonari. Siamo i nuovi briganti. Siamo i nuovi ribelli. Siamo i nuovi eretici. E quando si crea ad hoc una proposta di legge per combattere solo e semplicemente una idea, un’opinione, un pensiero, una convinzione, allora quell’idea ha già vinto.
3 commenti:
Si' Andrea, NOI siamo la verita'. E cio' perche' il Fascismo, filosoficamente, e' la Verita' (Aletheia, come dicevano i Greci antichi).
Dimitris Michalopoulos
e fra un po si aggiungerà anche il Memoriale sardo della shoah col suo osservatorio contro il razzismo a romperci le balle... entreremo nelle loro liste nere sicuro...
ric
Lo siamo già. Ma non molliamo, e andiamo avanti.
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