mercoledì 30 settembre 2009

La legge è uguale per tutti, ma non per Polanski


“La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale.”

Non si può che partire da questo assunto, che campeggia nella fattoria degli animali della bellissima opera di Orwell, per commentare le vicissitudini dell'ebreo Roman Polanski, arrestato in Svizzera per venire estradato negli Stati Uniti, dove dovrà affrontare (se i suoi avvocati non lo salvano prima, come è probabile) un processo per aver drogato e violentato una tredicenne nel lontano 1977.

E' disgustoso notare come tutti i media, senza eccezione alcuna, si muovano in difesa dell'illustre regista: intellettuali (si sa: devono difendere la categoria), uomini di sinistra (loro li stupratori li difendono sempre), media ( scattano sull'attenti ad un cenno del padrone)... Non una voce dissonante. Sembra Polanski la vittima, non la tredicenne violentata.

Aggiungeteci un'altra considerazione: Polanski è ebreo. Può sempre tirare fuori la storiella del complotto antisemita: siamo certi funzionerebbe. E poi: volete che la famosa lobby resti ferma a guardare mentre un grande intellettuale, un genio, per di più uno degli eletti, viene così bistrattato e maltrattato dai goym?

Prendo atto che in questo Occidente se lo stupratore è un regista famoso e di successo lo stupro non è reato, e legioni di “fans” (non si può più dire “estimatori”, devi usare il termine inglese sennò passi per un coglione), “intellettuali”, giornalisti e femministe d'accatto sono sempre pronte a correre in soccorso del povero perseguitato.

Se è una persona comune, anche solo indiziata per stupro, ecco che diventa il mostro per definizione, il maschilista violento, rozzo e troglodita per il quale qualunque pena non sarà mai sufficiente.

Mi ricordo di una storia che sentii un po' di tempo fa alla TV e che, a quanto scopro, non è affatto così straordinaria come pensai in un primo momento.

Dato il precoce troieggiamento femminile, accade che una ragazzina si apparta, forse sotto l'effetto dell'alcol, con tre suoi amici. Vai di bocca e vai di mano, il giorno dopo, svaniti i fumi della sbornia, la troietta capisce quello che fa e si pente. Ma non arriva alla logica conclusione del suo essere troia: quale modo migliore di salvarsi la faccia se non inventando uno stupro di gruppo? Ero ubriaca, mi hanno portato in un angolo e mi hanno violentata. I ragazzi diventano mostri, finiscono su tutte le prime pagine dei giornali; lei diventa una eroina degli anni duemila, si oppose allo stupro con eroismo ma niente poté contro la soverchiante forza avversaria.

Ma le bugie, almeno in questo caso, hanno le gambe corte. La verità salta fuori: non violenza fu, ma orgetta tra amici, per divertirsi e chiudere la serata in bellezza. Intanto, complice una stampa sempre pronta a cavalcare il tormentone del maschio stupratore, la reputazione dei ragazzi è rovinata per sempre. La troietta è un po' bugiarda, ma deve attendere solo qualche mese: è o non è del sesso debole, quindi vittima per definizione?

Ecco: la categoria dello stupratore varia di volta in volta, a seconda delle circostanze di tempo, di modo e di luogo. Se se le fa un Califano è il vizietto di un artista attempato, se lo fa il muratore è maschilismo e violenza, anche se poi magari è tutto da provare...

E noi? Noi non siamo ebrei, non siamo cantanti, attori, registi; non possiamo gridare a complotti antisemiti; non abbiamo né siti, né femministe né intellettuali che si mobiliterebbero in nostra difesa; non ritiriamo prestigiosi premi alla carriera; non paghiamo intere legioni di avvocati; non abbiamo lobby che ci guardano le spalle, neanche quella dei verdurieri, figuratevi quell'altra, che è talmente potente da essere innominabile. D'ora in poi a noi umani ci converrà tutelarci anche legalmente: prima di portarci a letto una ragazza dovremmo andare da un notaio il quale, accertandosi della buona fede della ragazza, testimonierà su apposito documento che è consenziente.

Insomma: noi facciamo sempre la fine della ragazza di Polanski, quella del 1977: ce lo prendiamo sempre nel c***.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La "cultura" antifascista non può essere tale di questo dignotoso termine ed è più idoneo definirla anticultura...questa produce le distorsioni sociali, economiche, politiche e anche giudiziarie più assurde. Realtà incontrovertibili, per gli antifascisti diventano controvertibili con argomenti idonei di alta fattura tollerante fino a sfiorare l'imbecillità. L'antifascismo esporta nel mondo l'anitinazionale, i valori che unificano una patria, le sue tradizioni questi li mortifica ed uccide i suoi assertori più fedeli. L'antifascismo produce menzogne storiche da intorpidire le menti imbecilli di chi crede alle fandonie da questo movimento propinate. L'antifascismo è il mondialismo ebraico che fa credere che i cattivi sono stati i fascisti, che i nazionalsocialisti li hanno sterminati, solo perchè se ne voleva limitare il potere economico per una giustizia mondiale. L'antifascismo è l'anti che produce le leggi sull'aborto, sul divorzio, il femminismo, rappresentazione buffa del comunismo in versione femminile. L'antifascismo è quello che tutela i delinquenti che crea quel garantismo che imputa la colpa al sistema, agli altri deresponsabilizzando il più possibile l'autore di un reato. questo è il mio pensiero il quale si oppone a tutto ciò che si basa sulla fede, sull'onore, sulla patria, sulla famiglia che per me concepisce il buon senso la realtà su cui si dovrebbe basare una società. Sono le parole, i pensieri liberi di una voce di un cittadino come tanti che vive la quotidianità, le sue difficoltà, che crede ancora in una società migliore in una idea sempre eterna, sempre attuale, quella del fascismo mussoliniano...A Noi!!!
Emil

Andrea Chessa ha detto...

Concordo.

Uno degli errori più grandi degli antifascisti non è solo quello di aver propinato balle per decenni le balle storiche dei loro padroni, in modo che potessero sopravvivere attaccati alla gonnella di questi ultimi nonostante la loro totale incompetenza; ma è anche quello di aver difeso in decenni tutto ciò che è indifendibile: violentatori, spacciatori, delinquenti di ogni risma. Per ognuno di questi sub-umani c'è sempre qualcuno che da sinistra si alza in loro difesa, scaricando la colpa sulla società, sulle istituzioni, sulla cultura (che loro hanno ampiamente contribuito a creare).

Non che la destra sia meglio: loro difendono evasori fiscali, come dimostra l'ultima manovra fiscale...

Ma tutti, destra e sinistra, sono concordi su una cosa a mio parere: distruggere qualunque elemento di appartenenza nazionale, di identità, di tradizione, per gettarci nel minestrone del meticciato e dell'imbastardimento. Il padrone è trasversale: è la massoneria, che persegue così il sogno di frantumazione dell'identità nazionale che coltiva da secoli, fin dalla sua fondazione. Perchè un popolo di anormali per i quali l'unica preoccupazione sono i cellulari, la droga, le feste il sabato sera, la macchina nuova o cose simili sono molto più facilmente controllabili di un popolo di uomini che amano la propria terra e vogliono intervenire per difenderla.

Anonimo ha detto...

Il vero burattinaio che muove i fili della scena ovvero del teatro della politica italiana attuale, si chiama massoneria, il quale muove i fili di questi personaggi inebetiti perchè affamati di notorietà e potere fittizio. E' triste e deprimente la quotidianità che i cittadini italiani sono costretti ad assistere, parlo del popolo quella massa indistinta cosi come viene considerata dalla classe politica odierna perchè di essa non ha rispetto, che vive di lavoro, come si dice del semplice stipendio. Si è costretti a vivere a dibattiti politici sterili sempre e solo concernenti una sola cosa: l'interesse di parte. La società non è mai cambiata, si è voluto sempre e solo impostare e mantenere gli equilibri sullo scontro fazioso; un tempo si sarebbe detto sullo scontro di classe...tant'è vero che la sostanza non è cambiata!!!. Noi rimaniamo, coloro che hanno mantenuto una fede, un'ideale, un patrimonio valoriale, su una concezione della società che identifica una terza via socialista nazionale che ha come scopo cogliere le migliori energie del paese per il benessere della nazione nel suo insieme. Per noi non c'è classe, non c'è interesse per cui scontrarsi. Il potere occulto massonico propugna, nella sua azione disgregratrice, a creare generazioni di persone che oserei definire smidollati. Uso questo vocabolo un pò duro in quanto la televisione e la stampa di oggi, manovrati a dovere, fanno si che le persone, attraverso un'attenta selezione degli argomenti, siano più superficiali possibili per essere manovrati come robot. Si fa in modo che gli italiani non siano interessati sulle realtà che possano suscitare riflessione e presa di posizione reale...Questa non è vera dittatura? E poi accusano, gli ignoranti, che lo era il nostro Mussolini. In quell'epoca si era raggiunto un vero consenso tutte le opere sociali realizzate ne sono la testimonianza incontestabile. Questa è democrazia che dei suoi principi ne fa uso di parte censurando il pensiero a chi non si allinea al sistema omologato di oggi? E' democrazia da parte di coloro che non consentono che si faccia un dibattito, riflessioni sul nostro passato storico? Questo ed altro ancora propina il sistema democratico odierno e ci più ne ha ne metta...
Sempre in alto i cuori!!! A noi!!!
Emil

Andrea Chessa ha detto...

Hai perfettamente ragione. Non per niente noi di Fascismo e Libertà paghiamo cara la nostra aperta denuncia delle trame massoniche con repressioni giuridiche e sociali, oltrechè con l'esilio politico.