lunedì 14 settembre 2009

Disgustose celebrazioni di una Nazione senza eroi


Non si può non tacere la disgustosa propaganda mediatica che, approfittando della morte di Mike Bongiorno, come un sol coro riempie viscidamente tutti i media.

Mike Bongiorno è morto. Il cordoglio, rapido e unanime, ha investito tutti i media. E' stato tutto un proliferare di dichiarazioni mielose e commosse; non una critica, non una voce fuori posto, non una nota dissonante nel variegato coro della propaganda.


Ma su questo si potrebbe anche passare sopra: è stato un presentatore televisivo che – nel bene e nel male – ha assistito al parto della televisione italiana. Merito della sua attività di spia partigiana al servizio degli invasori anglo-americani, che gli frutterà quelle conoscenze che poi gli permetteranno di essere il re del quiz e condurre trasmissioni di successo, entrate nella coscienza collettiva del pubblico-gregge. Insomma: è stato un personaggio di spettacolo, lo si voglia o non lo si voglia.


Ma, a parere del sottoscritto, i suoi meriti si fermano qui. Un po' poco per tributare a questo uomo i funerali di Stato. In base a che cosa ha ricevuto questo onore? Non è stato un importante medico che ha scoperto o ha contribuito a scoprire una cura contro qualche malattia; non è stato uno scienziato; non ha combattuto la mafia; non ha servito militarmente la propria Nazione morendo sul campo di battaglia. Dottori, scienziati e uomini di Stato (veri) spesso e volentieri sono morti senza ottenere dallo Stato alcun riconoscimento che non fosse puramente simbolico.


Mike Bongiorno è stato solo un importante personaggio televisivo italiano, che ha svolto per decenni il suo mestiere (venendo ampiamente retribuito), facendo il testimonial di qualunque marchio che lo pagasse bene. Da questo punto di vista ha sponsorizzato tutto e il contrario di tutto. Non ultima la pellicceria Annabella, che ha sulla coscienza il massacro a scopo di lucro di centinaia di migliaia di animali. E talmente tanto gli premeva pubblicizzare gli immondi capi dei massacratori di animali, che la sua gaffe in cui se la prende con Antonella Elia – apostrofando le persone che non indossano capi ottenuti da animali morti o che non mangiano carne come persone un po' strane, e dicendo “Per fortuna non sono tutti così” - è rimasta celebre. Tristemente celebre.



Io credo che se l'avessero pagato bene non avrebbe avuto remore a pubblicizzare anche le mine anti-uomo, o i kalashnikov. Ma è solo un'opinione del sottoscritto.


Ma, a parte tutte le considerazioni, c'è da disperare veramente della sorte di questo Paese se le più alte cariche di una Nazione si sentono in dovere di tributare i più alti onori ad un personaggio televisivo, solo un personaggio televisivo.


E' il segno che non abbiamo eroi, e li cerchiamo disperatamente, anche ricorrendo a quelli a buon mercato. Un ulteriore segno della decadenza morale e spirituale di questo Paese.

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