giovedì 24 gennaio 2008

Il Fascismo, l'Olocausto e il mio nipote telepatico

Questa è una risposta ai commenti di un amico, Federico.
Forse può interessare qualcuno.
Eccomi qua. Vediamo di fare un po’ di ordine mentale e poter risponderti. Cominciamo dalla presunta nostalgia che a tuo parere, a quanto sembra di capire, mi prende nel pensare al Fascismo e all’effetto che tu chiami dell’Istituto Luce.Io sono ben consapevole che il Fascismo quale è stato non potrà più essere. Mai più. Rimane una bellissima pagina, quella più emozionante e commovente, della nostra Storia patria; ma, come ogni epoca e storia, irripetibile. Quindi non ho mai nutrito particolari speranze che il Duce si reincarnasse in qualche nuovo Mussolini, né che si rifacesse la marcia su Roma col baffuto sovrano che incarica il nuovo condottiero di formare il nuovo governo. Ma nessuno mi impedisce di guardare al Fascismo storico come sicura base per costruire, all’interno di una situazione democratica, un posto in cui vorrei godermi gli ultimi anni di vita ( dato che i lavori sono in corso e saranno molto lunghi e faticosi ) e far vivere i miei figli, se mai ne avrò. Si pensa spesso che i Fascisti attuali vogliano zittire tutti gli altri, riaprire Auschwitz e metterci dentro tutti gli oppositori per gasarli nel loro delirio di onnipotenza fatto di svastiche, teste rasate e saluti al Duce. Confesso che non si è mai fatto nulla, da parte della cosiddetta area neofascista, per impedire questo pregiudizio volto a presentare il Fascista come un violento becero e ignorante. Io non posso parlare di un’area politica che non mi appartiene, ma solo a nome del Movimento che rappresento. E nonostante il Fascismo avesse tante ombre, io sono sicuro che le zone di luce siano molte di più. E qui interrompo, perché sai che sono argomenti che abbiamo affrontato tante volte e ci porterebbero distanti dalla strada nella quale sto cercando di tenermi. Io, a nome del MFL, e per la mia stessa natura, ti dico che non ho mai pensato di mandare qualcuno nelle camere a gas. Non voglio zittire gli altri, ma chiedo solo che gli altri non zittiscano noi. E chiedo di avere le stesse opportunità politiche che hanno tutti gli altri partiti. Perché siamo costretti a fare ricorsi su ricorsi per l’accettazione di un simbolo che è stato riconosciuto legale più di trenta volte? Perché siamo costretti, alla presentazione di una lista in un qualunque Comune italiano, ad andare in causa, vincerla, e non vederci rimborsati neanche dopo anni? Perché siamo costretti a dannarci l’anima minacciando ricorsi e querele per ogni minimo tentativo di delegittimare il MFL sfruttando episodi di cronaca che vedono tra i protagonisti persone che non ci frequentano da più di 10 anni? E’ successo da poco nella Marche. Perché siamo costretti a vincere cause su cause per far si che il nostro Movimento, che è già stato dichiarato legale e legittimo, possa ancora venire dichiarato legale? Tu, e non solo tu, spesso mi hai detto che ciò è da attribuirsi alla scarsa conoscenza che si ha del MFL ( anche se quando devono delegittimarci sembra che ci conoscano assai bene ). Riconosco che sentire un Movimento che si chiama Fascismo e Libertà, alle orecchie di chi ha già portato il cervello a rottamare, possa essere quantomeno particolare. Ma particolare non vuol dire illegale o illegittimo. E i giudici ti assicuro che hanno tutta la documentazione che stabiliscono la legittimità del nome, del simbolo, del fascio mazziniano, della nostra esistenza. Forse parlo da militante, ma questa non è libertà. Abbiamo tutte le libertà che vogliamo, fuorché quelle che contano davvero. In Italia tutti hanno diritto di cittadinanza e possono fare tutto: travestiti, politici corrotti serviti e riveriti come don, ex terroristi che ora disquisiscono in doppiopetto, bestemmiatori e quant’altro. Gli unici che in Italia non godono di diritto di parola sono i Fascisti. E non solo quelli che vogliono rifare il PNF, come stabilito dalla Costituzione Italiana alla quale, da cittadino Italiano, porto il mio rispetto; ma anche quelli che a fare il PNF non ci hanno mai pensato, sono democraticissimi, non mostrano né svastiche né altro, e hanno vinto battaglie su battaglie per vedere riconosciuto e sancito un diritto che nonostante tutto ora è ancora negato.Questa non è libertà. Io ritengo che i grandi mali di questo Paese sono il filoamericanismo, il capitalismo sfrenato, il perbenismo, il sionismo e la massoneria. E quel vituperato Ventennio mi ha lasciato venti anni di idee in cui mi ha fatto vedere che cosa si può fare e come si può vivere contro questi. Tu dici che sono gli uomini e la personalità del Duce. Che forse altre persone avrebbero fatto altre cose. Vero, probabile. Sta di fatto che in quei venti anni qualche immagine di cosa si può fare con quelle scelte me l’hanno data. Forse venti anni di legislazione Fascista a favore dei poveri e dei disagiati vanno buttati al cesso? Che non significa chiudersi in una nostalgia fine a se stessa, ma capire gli errori che lì sono stati commessi, correggerli, ma muoversi comunque in quella stessa direzione. Ma c’era la dittatura, le bastonate, le leggi razziali. Nel biennio rosso i rossi – siamo prima del ’21 – andavano in giro a tirare le pietre ai poliziotti, picchiavano e umiliavano gli invalidi di guerra, serravano le fabbriche pistole in pugno. Ci volevano portare in Russia senza farci varcare i confini italici. Le camicie nere sorsero per questo: non per attaccare, ma per difendere. L’Italia prima di tutto: e sono più di 800 morti ammazzati, molti di più dei suoi santi nemici. Si legga “Il prefetto di ferro” di Petacco: al primo capitolo, se non mi sbaglio, compie un’ampia disamina sulle violenze dei rossi. Nessuno vuole fare confronti, ma da una parte c’era chi cercava lo scontro e quando ne buscava ( a Sassari si dice così, rende bene l’idea ) piagnucolava contro la bieca violenza Fascista, che avrà molti morti in più dei suoi nemici. Certo, per carità, non voglio fare aritmetica con la vita della gente, ma se dobbiamo dirlo diciamolo tutto.Ma il Fascismo era una dittatura. E già nel ’44 lo stesso Mussolini parlava di socializzazione democratica: riteneva il popolo italiano maturo per superare quella fase di stallo che egli stesso aveva cavalcato. Forse gli altri paesi erano un Paradiso? Forse all’epoca c’era qualche democrazia? Inghilterra e America hanno schiavizzato per secoli popolazioni intere; nazioni come Cina e Russia hanno messo a morte milioni e milioni di innocenti. E quei cattivi del Fascismo? Quaranta condanne a morte, di cui sulle 25 eseguite, per reati di sangue e attentati prevalentemente. Lenin e Stalin sono crepati nel loro letto, sereni, e non morti di fame, senza neanche una mitraglietta, e appesi in piazza. Ma nel Fascismo c’era il confino! E’ vero. In località che poi saranno conosciute e apprezzate per il clima mite e le località turistiche, mica come il gulag di papà Stalin. Che violenza, che dittatura… Questo non è per te, so che a te non piace neanche il papà Stalin, ma dato che ci guardano…
Come ogni epoca, il Fascismo non va analizzato fine a se stesso. Erano tempacci pure quelli. Oggi c’è internet; con una connessione adsl sei aperto sul mondo, arrivi dappertutto, conosci luoghi e persone che forse non vedrai mai, o vedrai poco. Parli, chatti, scrivi, ascolti musica. Vuoi fare un viaggio? Con 30 euro vai dall’altra parte del mondo. Tutti riescono, bene o male, ad andare a scuola; stai male? Vai in ospedale, abbiamo una sanità che non è malvagissima…. Oggi si fa sport: è un pullulare di palestre, piscine, centri benessere etc. Hai mille scelte, mille possibilità, mille cose che puoi fare, vedere, sentire, provare. Mille persone con le quali verrai in contatto, mille amici, mille posti e città che puoi visitare. E’ un mondo per tanti versi migliore di ottanta anni fa. Ma pensa a cosa c’era prima del Fascismo. Certo, col Fascismo non si stava meglio quanto oggi, ma si stava meglio rispetto a prima che ci fosse. E domani staremo ancora meglio di quanto stiamo oggi. Mi immagino, vecchio, a comunicare telepaticamente con i miei nipoti e a dirgli, con la voce resa stridula dalla sdentatura: “Tu oggi parli col pensiero. Ma lo sai che quando ero giovane io c’era una cosa che si chiamava tastiera, e per usare internet usavi quella e un aggeggio che si chiamava mouse?” Il mio nipotino mi apparirà “live” nella mente, con l’espressione corrucciata, la stessa che facevo io quando mio nonno buonanima mi racconta che a casa sua la minestrina in brodo era una festa, perché non c’era altro e si tirava la cinghia. Poi mi raccontava anche che quel cattivo di Mussolini aveva cominciato a dare pensioni, ad aiutare i bambini ad andare a scuola, a dare i calci in culo ai criminali del paesino che spadroneggiavano sulle motorette. Oggi siamo in libertà: le ragazzine già a 14 anni sono troie, la gente si impoverisce sempre più e la mia pensione è in forse… ma questo è un altro discorso, che ti ho accennato anche prima.Fascismo e Massoneria. Possiamo stare a parlarne quanto vogliamo. Al di là delle singole vedute, al di là delle supposizioni o delle singole ed eroiche prese di posizione dei gerarchi Fascisti, Fascismo e Massoneria furono inconciliabili. Punto. E la Massoneria, assieme alla comunità ebraica internazionale, dichiarò guerra al regime Fascista che pronunciava e si muoveva su eresie indegne agli occhi dei banchieri dell’epoca, che oggi quella guerra l’hanno vinta: socialismo, nazionalizzazione delle imprese, socializzazione, prestatore di lavoro non come merce ma come compartecipante alla produzione.E l’Italia, così, è sola contro tutti in quegli anni. Le potenze che schiavizzano milioni e milioni di uomini ( Francia, Inghilterra, America ) ci accusano – a noi! – di essere colonialisti. Propongono le sanzioni economiche… ti ricordano qualcosa oggi queste sanzioni economiche? Mi risulta che oggi come allora c’è un piccolo Stato di cui non sono mai stati mai dimostrati i crimini, crimini che viceversa i suoi accusatori conoscono molto bene, Ma l’Italia non cede: eccola che ancora prima della guerra ( che ci sarebbe stata comunque, Stefan Zweig ne “Il mondo di ieri” dice che la seconda guerra mondiale niente è se non il secondo round della prima ) si siede, cerca la pace. Cerca anche di calmare i bollenti spiriti di Hitler e gli manda le divisioni al Brennero. Niente, lassù hanno già deciso. E allora, gira che ti rigira, è ovvio che poi si va con la nazione ideologicamente affina e che è uno tra i tuoi primi partner commerciali, che ha un esercito che fa paura ed è sempre meglio non avere un vicino di casa forte e incazzoso…
Ancora sull’Olocausto. L’Olocausto è un insieme di avvenimenti che una comunità, quella sionista, ha volutamente ingigantito e distorto per condurre la sua politica di sterminio, questa si sotto gli occhi di tutti gli europei vigliacchi e proni, ai danni della Palestina. Autori come Richard Hardwood, Finkelstein, Faurisson, Irving erano grandi storici ammirati e con cattedre prestigiose. E poi, di colpo, diventano i cattivi. Rassinier, che i nazisti li ha combattuti, è partigiano e ha la medaglia al valore, scrive “La menzogna di Ulisse” e perde tutto, medaglie e stipendio compreso. Irving era stimato e rispettato; quello che ha scoperto, se non sbaglio, la Storia dei falsi diari di Hitler e ha condotto diversi speciali per History Channel: arrestato, processato e vai che ce n’è… e così via. Come mai questi storici, finchè non contraddicono il dogma sono bravi e poi se osano fare una ricerca un po’ diversa dai sei milioni di ebrei finiscono al rogo?Sul numero dei morti dell’Olocausto. Tu dici che bruciarne uno o sei milioni cambia poco. Eh no, scusa. Cambia eccome. Nessuno vuole giocare coi numeri, fare paragoni o chissà che. Ricordiamoci che dietro quei numeri ci sono esseri umani, persone, gente che magari erano poeti, intellettuali, artisti… persone che avevano un cane, una moglie, dei bambini, o semplicemente eccentrici e bislacchi, o divertenti… Non voglio parlare di numeri o dei numeri con leggerezza, ma i numeri contano. Ammazzarne un milione o sei non è la stessa cosa. Entriamo nell’ambito del revisionismo, è tardi e comincio a sbadigliare: ne parleremo in un altro momento, anche perché qui devo ordinare le idee.Che poi… ordinare… queste che ti scrivo sono molto confuse, mi rendo conto che non seguo un filo molto logico e rispetto ai tuoi precedenti interventi, chiari e lucidi, sfiguro un po’. Prendilo come una risposta-sfogo e perdona il tuo amico che non riesce a scrivere bene come te.
Con stima e affettoAndrea

1 commento:

Anonimo ha detto...

Innanzi tutto ti ringrazio per aver dedicato un post alla risposta del mio commento (acceso e forse un po' troppo violento, lo ammetto). E' stato un gesto lodevole che mi ha fatto davvero piacere.

Poi, ho trovato la tua risposta-sfogo molto lucida e delineata: gli argomenti messi in discussione da me erano parecchi ed hai risposto a tutti esaurientemente. Capisco poi che la volontà all'approfondimento si scontra con il poco tempo a disposizione, ma ci sarà sicura occasione per andare a fondo.

Ti dico che, questa volta, sono quasi del tutto d'accordo con te. Purtroppo in Italia esistono persone e gruppi che possono dire e fare tutto, e altri gruppi che vengono pregiudizialmente zittiti, e questo non va assolutamente bene. Ognuno deve avere il diritto di dire la sua (sempre civilmente e nel rispetto altrui, perché altrimenti le cose cambiano), e poi sarà compito degli altri valutare. Quindi esprimo tutta la mia solidarietà per tutte le peripezie che il tuo Movimento ha affrontato e deve quotidianamente affrontare: se la vostra legalità è stata riconosciuta, non vedo perché dobbiate sempre rispondere delle stesse accuse. Se foste illegali, le cose cambierebbero.

So che la tua 'nostalgia' sa discernere tra Ventennio ed età contemporanea, ma il fatto che tu possa considerare il Fascismo stesso come base storica (bellissima?! emozionante?! commovente?!) sulla quale costruire un futuro mi sembra un tantino esagerato. Che poi il Fascismo possa costituire la base di un sistema democratico è oggettivamente impossibile: non ne esistono i presupposti!

Inoltre te l'ho detto più volte: se il tuo Movimento si distingue da quei gruppi dichiaratamente (o non) fascisti che nemmeno tu apprezzi, perché non distinguersi anche nel nome e in certi aspetti 'statutari'? In questo modo, anche se avete delle buone proposte, vengono influenzate inesorabilmente da questi fattori (alcuni frutto di pregiudizio, altri frutto di semplice ed oggettivo giudizio).

Per quanto riguarda il biennio rosso è vero, ci sono stati numerosi scontri e violenze. Ma tali scontri e violenze non riguardavano di certo i civili in quanto tali, ma fu uno scontro fra categorie, fu una lotta di classe: le ondate di ribellioni contadine (contro le quali Mussolini si alleò ai proprietari e non ai contadini), gli scioperi nelle fabbriche (contro i quali Mussolini si alleò con gli industriali e non con gli operai)...furono tutti fenomeni di risveglio sociale dati dall'esasperazione, dalle conseguenze ancora accese della prima guerra mondiale, e dalle notizie che arrivavano dalla Russia e dal resto dell'Europa. Se esagerazioni ci sono state sono da condannare, ma la portata generale di quei movimenti (ispirati ad una dottrina pacifista) non deve essere sottovalutata. Tu dici che le Camicie Nere sono nate per difesa? Ammettendo per ipotesi questo, e ammettendo per ipotesi che i 'rossi' fossero spavaldi e violenti guerriglieri, di nuovo la logica mi viene a sostegno: se i 'rossi' erano operai, contadini e reduci di guerra (e questo è oggettivo), chi erano le Camicie Nere? Tutti membri di quei salotti perbenisti che era solito frequentare (e con certa assiduità) il tuo Mussolini? Le Camicie Nere facevano parte di quella stessa gente da cui provenivano anche i 'rossi', ma a differenza di questi ultimi furono attizzati contro più o meno fantomatici nemici, attraverso la verve demagogica del socialista Mussolini. Anche la paura del bolscevismo fu un sentimento costruito a tavolino, a partire da Versailles in poi: nessuno aveva ancora la consapevolezza di quello che sarebbe successo dopo nell'Unione Sovietica, e i primi anni di sovietismo non furono assolutamente negativi, anche se senza dubbio ci furono delle grosse pecche (di questo ci si dimentica troppo spesso). Mussolini, come il resto del mondo, non poteva sapere quali distorsioni la rivoluzione d'ottobre (che nacque non per la Russia ma per quei Paesi già borghesi, come Gramsci ben capì) potesse arrecare, e nemmeno si poteva all'epoca capirne l'importanza positiva a livello globale e sociale. All'inizio fu tutto un sentimento alimentato da ragioni evidentemente politiche ed economiche (anche se nessuno ancora aveva esatte percezioni in questo senso), non tanto ideologiche (che comunque fungevano da guida). Poi con l'inasprimento della lotta di classe, l'ideologia divenne sempre più un fattore dominante.

I grandi mali di questo Paese non sono quelli che hai citato tu (o almeno non tutti), ma il nepotismo, l'illegalità legalizzata (della quale il Fascismo è stato precursore, lo voglia o non lo si voglia), la mancanza di etica pubblica, la mancanza di coscienza civile e politica, la disinformazione generalizzata (l'albo 'imbavagliatore' dei giornalisti, altro triste ricordo fascista), lo strapotere vaticano, la mafia...e sono i primi che mi vengono in mente. Se si curassero queste cose, cambierebbero anche tante altre cose...

Il filoamericanismo è stato un'esigenza imposta dalla atroce sconfitta subita nella Seconda Guerra Mondiale, dalla Guerra Fredda e dal più o meno tacito accordo tra Stati Uniti e Unione Sovietica in merito alle zone di influenza da spartire. Il fatto che l'influenza militare persista è conseguenza di tutto questo; l'influenza politica è scemata pian piano anche se non è del tutto scomparsa; l'influenza economica è un'altra conseguenza del passato. Ma all'epoca, anche se ci fosse stata la possibilità di scegliere, l'Italia avrebbe scelto gli Stati Uniti "liberatori della patria" piuttosto che l'Unione Sovietica di 'papà Stalin' come lo chiami 'affettuosamente' tu. Altre alternative non ce n'erano, e bisognava 'pendere da una parte soltanto'.E l'Italia l'abbiamo ricostruita con soldi americani (che questo poi fosse un piano studiato per bene da Washington è un altro discorso che merita attenzione). L'influenza 'culturale', di cui spesso abbiamo parlato, è stata quasi globale, e quindi quasi inevitabile.

Il capitalismo sfrenato all'epoca del fascismo non esisteva nemmeno: non vedo quale provvedimento mussoliniano abbia potuto contrastare un fenomeno che nemmeno si era ancora verificato. Ora costituisce un problema mondiale, che può essere risolto solo a livello mondiale, e non certo con politiche di stampo autocratico quali sarebbero per antonomasia quelle fasciste.

Il perbenismo (come lo intendi tu, non come significato letterale del termine) non è un problema politico, e riguarda una ristretta cerchia di popolazione. Tornando al Ventennio non vedo come Mussolini lo abbia combattuto, se - come ho detto prima - anche lui aveva i suoi 'vizi borghesi', concedimi il termine.

Il sionismo è un fenomeno talmente ampio che generalizzare il discorso non credo sia corretto. Come ti dicevo nel commento precedente certe dinamiche e certi 'attaccamenti' al denaro fanno parte (o farebbero parte) di dogmi legati alla religione. Ma ciò non significa che debba essere condannata la religione ebraica solo perché alcuni esponenti sono (stati) grandi proprietari di somme economiche. La ragione principe di ogni discriminazione nei confronti dei seguaci di questa religione, come ben sai, è stata alimentata dalla volontà di impossessamento di tali somme di denaro, perpetrata da chi quelle somme non le aveva. Ciò che è successo in Palestina è un altro fenomeno, certamente legato ma diverso. Il sionismo ha usato la sua influenza economica (nei confronti delle altre potenze) per ottenere ciò che non gli apparteneva, è questo ciò che va condannato. Ma questo avveniva ben prima della Seconda Guerra.

Sulla massoneria sono d'accordo, anche se non mi intendo in maniera profonda della materia.

Detto questo, fossi in te rivaluterei l'affermazione con la quale ti domandi se le legislazioni a favore dei poveri e disagiati debbano essere buttate. Probabilmente, per alcune cose, le intenzioni erano realmente buone, e probabilmente qualcosa ha davvero funzionato. Ma quali sono stati i risultati complessivi? Vale lo stesso discorso (con i dovuti e proporzionati distinguo) che ho fatto nell'altro commento in merito alla crescita esponenziale dell'Unione Sovietica in certi anni: a quale prezzo si sono ottenuti certi risultati?

Muoversi in una determinata direzione, e ottenere certi risultati 'buoni', non implica affatto che solo il Fascismo possa essere in grado di farlo. Tu dici:"Ci volevano portare in Russia senza farci varcare i confini italici". Chi? Gli operai e i contadini? Ma suvvia! "Picchiavano e umiliavano gli invalidi di guerra". Chi? Gli operai e i contadini? Forse i folli e gli idioti avevano queste idee! E non credo affatto che i movimenti di protesta appoggiassero queste robe.
Il Prefetto di Ferro lottò allo stesso modo contro gli squadroni fascisti e 'rossi', diede dei colpi feroci alla mafia, ma fu allontanato dal Fascismo...

All'epoca cui ti riferisci certo che c'erano democrazie: Inghilterra e Stati Uniti pur con le loro imperdonabili pecche, i paesi scandinavi, il Canada, la Svizzera, l'Australia e forse qualcun altro. E ce ne sarebbero state altre: la Francia, se non fosse stata invasa; il Belgio; la Germania se alla Conferenza di Versailles non fosse stata depauperata e umiliata come non si doveva (ma con il senno di poi è' facile parlare così).In Italia la dittatura si è sviluppata precocemente, e questo deve far ragionare!

Per il confino: località turistiche? Forse oggi. Ma a me è bastato leggere varie testimonianze di confinati per poter sostenere che non era tutto oro quello che riluceva.

Probabilmente in certi sensi con il Fascismo si stava meglio che negli anni prima, ma ritorniamo allo stesso discorso. Non è stato il Fascismo in sé a permettere certe cose. Anche con la recente legge Sirchia l'Italia è migliorata, ma non è perché c'era Berlusconi che questo è avvenuto. E non è certo grazie alla legge che tanti italiani hanno smesso di fumare (come si è sostenuto pochi giorni fa). Forse l'esempio non calza, ma spero di aver reso l'idea.

Affascinante la tua prospettiva del 'nipote telepatico', e non di certo impossibile, anzi: anche secondo me andrà grossomodo così.
Anche il genio di Gramsci (uno dei promotori del biennio rosso, uno che non ha potuto vedere tantissime delle sue idee applicate a governi democratici e di successo, uno che è stato tradotto in tutte le lingue e ha una tiratura seconda solo a quella della Bibbia, uno che il tuo fascismo ha ucciso) si divertiva ad immaginare certe prospettive future: e parecchie volte ci ha azzeccato!

Per quanto riguarda il numero dei morti dell'olocausto, forse mi sono spiegato male. Volevo dire che uccidere un unico individuo o ucciderne 6 milioni ha la stessa gravità di azione (nel diritto di natura), in quanto si priva comunque qualcuno del suo diritto più importante: quello alla vita. Sul fatto che i regimi ne abbiano ucciso sicuramente più di uno, ciò dimostra un piano organizzato di eliminazione, e ciò costituisce un sicuro aggravante, a livello storico, giuridico e umano. Io considero indegno un uomo sia che esso abbia ucciso una volta, o che abbia ucciso sei milioni di volte. Poi non voglio impantanarmi in una questione così difficile da spiegare, soprattutto perché questo scritto sarà pubblico e non voglio essere davvero frainteso.

Anch'io ti saluto, e ricambio sinceramente stima e affetto.
Federico