lunedì 28 gennaio 2008

I gendarmi della memoria

La scintilla che ha scatenato l’incendio di cui mi accingo a scrivere è stato un documento – “66 domande e risposte sull’Olocausto” – che ho volutamente pubblicato il giorno del 27 gennaio da poco trascorso, ovvero il giorno della memoria. Memoria di cosa? Dell’Olocausto ebraico che, secondo la storiografia ufficiale, vide i nazisti e i loro alleati di guerra ( in primis l’Italia Fascista ) programmare e mettere in atto un programma di sterminio sistematico ai danni, prevalentemente, della popolazione ebraica che i nazisti sequestrarono e imprigionarono, destinando indistintamente uomini, donne e bambini, allo sterminio su scala industriale. Ovviamente, sia sui giornali, nelle tv e nella rete internet, è stato dedicato ampio spazio alla discussione. Agli sterminazionisti ciò non sembra vero. Sono costretti, per quasi tutto l’anno, a fare i salti mortali pur di mettere in discussione il Fascismo e il suo Duce; ed eccoli che – non potendo accusare Mussolini di essersi arricchito illegalmente, o di appartenere alle associazioni massonico-segrete, o di essere mafioso ( anzi, il Fascismo sconfisse la mafia ma ci si astiene sempre dal ricordare questo piccolo particolare ), o di essere un alcolizzato che invocava Satana nei suoi deliri di onnipotenza, o di aver instaurato il regime del terrore in stile stalinista, non potendo rimproverargli niente di tutto ciò, dicevo, si affannano disperatamente col lanternino per cercare di mettere in luce gli aspetti della sua vita privata meritevoli secondo loro di biasimo: con quante donne andava a letto, come gli piaceva fare sesso, cosa mangiava, quanto beveva, quanti peti faceva di media giornaliera e tanti altri particolari di simil tenore, certamente indispensabili e fondamentali per poter giudicare l’operato di uno statista. Perciò non sembra vero loro quando arrivano le date importanti che il regime vincitore ha imposto per legittimare verità storiche che diversamente diverrebbero traballanti. E quindi, dicevo, quando arriva il giorno della memoria, lo spettatore viene bombardato, ancor più che negli altri giorni, per non dimenticare l’Olocausto che gli ebrei dovettero subire. Ma da questo punto di vista si tranquillizzino: non c’è alcun pericolo.
Il tutto prosegue da sessanta anni; e ogni anno assistiamo sempre alle solite frasi, gli soliti speciali, i soliti slogan ripetuti a menadito. Inutile dire che i gendarmi della memoria del giorno della memoria hanno fatto loro esclusiva proprietà, relegando questi argomenti, e il loro dolore, alla loro cerchia e al loro personale ricordo, senza mai accettare alcuna intromissione esterna che non fosse in piena sintonia con le loro idee
I gendarmi sono là, in assetto da guerra, a controllare che questa memoria non venga oltraggiata. Controllano, innanzitutto, che nessuno osi mettere in discussione il dogma dell’Olocausto. Al dogma olocaustico bisogna credere ciecamente, non fare domande, non porsi dubbi. Chiunque provi a fare una cosa del genere è destinato alla gogna mediatica: sterminatore di ebrei, antisemita, terrorista, violento, razzista, estremista, fanatico etc. I mass-media mobilitano sul povero malcapitato, sia esso un autorevole storico o un piccolo “blogger” come il sottoscritto, tutti gli insulti e le diffamazioni che i pennivendoli delle loro redazioni sono in grado di partorire dalla loro mente. Infatti la religione olocaustica richiede ed esige innanzitutto cieca obbedienza al dogma, ma lancia le sue scomuniche senza esitare non solo a coloro che non credono, ma perfino a coloro che hanno il minimo dubbio. Per i seguaci di tale religione ogni periodo storico può essere revisionato: i greci, gli Antichi Romani, il MedioEvo, la Rivoluzione Francese, tutto ma non l’Olocausto, che deve restare lì dov’è, inciso sulla pietra, monito per tutte le generazioni future. Santificato, pietrificato, intoccabile.
Inutile dire che i gendarmi sono sempre pronti alla battaglia per le idee, per la libertà, per la cultura, per il rispetto dei diritti democratici, ma solo per quelli che la pensano esattamente come loro. Hanno già deciso il limite oltre il quale non è più libera espressione ma antisemitismo; hanno già deciso le categorie che possono parlare e quelle che invece devono tacere: tutti possono parlare, ma non i fascisti; hanno già deciso le cose che si possono dire e quelle che non si possono dire; hanno già deciso le cose che possono essere fatte oggetto di revisione e quelle che invece devono rimanere lì, immobili, immutabili ed eteree, e nessuno si azzardi a far volare una mosca. Si sono accaparrati tutti i buoni sentimenti, i buoni propositi di libertà, di fratellanza, di democrazia, le belle parole, le lacrime di commozione, i moniti a non dimenticare; e per questa loro esclusiva privatizzazione del sacro tutti gli altri, gli eretici, saltano il fosso: nemici della libertà, della democrazia, insensibili alla tragedia che gli ebrei dovettero subire. Hanno privatizzato i sentimenti e la democrazia, e se qualcuno la vuole usare deve prima pagare dazio.
Quando ho pubblicato “66 domande e risposte sull’Olocausto” sapevo sicuramente che molti non avrebbero gradito, che il testo era certamente troppo poco per affrontare gli argomenti pesanti e complessi che andava a toccare, che ci sarebbero volute spiegazioni supplementari. Ma intanto si lanciava un messaggio, per cercare quantomeno di dire che ci sono anche altre idee e altre interpretazioni, una banalità, ma che spesso e volentieri la gente non immagina e non concepisce applicata a determinati periodi storici. A me è sembrato un messaggio forte, ma non irriverente. Speravo che qualcuno mi dicesse come mai, se Hitler voleva programmare lo sterminio degli ebrei, nel ’33 si metteva d’accordo con le autorità sioniste per la loro espulsione dalla Germania. Speravo che qualcuno mi dicesse come mai nel ’42, se volevano sterminare gli ebrei, facevano entrare la Croce Rossa all’interno del campo di Auschwitz; speravo che qualcuno mi spiegasse come mai dicono che solo nei forni crematori, ad Auschwitz, sono morte all’incirca due milioni di persone se basta un piccolo calcolo matematico per smentire questa cifra; speravo che qualcuno mi dicesse come mai, se come scrisse Primo Levi i nazionalsocialisti, appena poche ore prima dell’arrivo dell’Armata Rossa ad Auschwitz, bruciavano tutti i documenti comprovanti i loro orribili misfatti, chiesero agli stessi internati – tra i quali lo stesso Levi – se volevano unirsi alle colonne di tedeschi che abbandonavano il campo o aspettare i russi.
Ma i gendarmi di internet sono talmente abituati a suonarsela e cantarsela da soli che si sono indignati; hanno piagnucolato e i loro solidali gendarmi amici sono subito andati da loro; hanno riempito pagine e pagine di indignazione, e di prese in giro, contro quell’insensibile che si fa delle domande; quando ho detto loro di non cantare vittoria, e che il mio sito aveva avuto dei problemi tecnici e quindi si era avuta la cancellazione del testo, se ne sono rallegrati, con le lacrimuccie agli occhi di chi ha scampato il pericolo e ha vinto una grande battaglia. Sicuramente i gendarmi speravano in qualche buon picchiatore ebreo che venisse a farmi la festa a casa, come è successo a Faurisson ( io sono certamente molto meno importante e autorevole, ma chi non è con loro è contro di loro, punto ) ma questo è quello di cui si son dovuti accontentare. E nel frattempo si danno le pacche tra di loro, si dicono di resistere contro il nuovo pericolo antisemita, stringono i denti, e riempivano i loro siti e il mio di messaggi deliranti. Si dicono pronti alla battaglia: noi siamo qui che battagliamo da più di sessanta anni, per giunta non ci piangiamo addosso, non scriviamo ai nostri amichetti bloggers potenti per avere solidarietà, non andiamo a rompere le scatole sui siti web altrui se non per difenderci dalle infamie che i gendarmi della memoria ci vomitano addosso.
A niente è servito il mio tentativo, sui loro spazi e sul mio, di cercare di far capire loro che innanzitutto questa ricerca non è nostra ( non sono io dunque "l'autore della schifezza" ) ma di un autorevole istituto di ricerche storiche, e che poi cercare di affrontare l'Olocausto da un punto di vista che suscita certamente notevoli e interessanti spunti di discussione spesso taciuti, boicottati o ignorati dalla cultura cosiddetta "ufficiale", non significa affatto mancare di rispetto alle tante vittime innocenti che, da una parte come dall'altra, ci furono in entrambi gli schieramenti che si trovarono ad operare in quella tragedia che fu la seconda guerra mondiale. Massimo rispetto, dunque, a tutte le vittime, di qualunque colore politico esse siano, qualunque religione professino, qualunque colore della pelle abbiano. Ma questo i gendarmi non lo capiscono, e forse non gli e ne frega niente, perché l’Olocausto è loro e non gli e lo devi toccare, altrimenti piangono come quei bambini a cui hanno rubato il giocattolo, si sbattono, pestano i piedi, chiamano mamma-Mastella che ripristini la (in)giustizia. I gendarmi della memoria sono così, si sono impossessati di tutti i nobili sentimenti, le buone intenzioni, le belle parole, le lacrime a comando. Predicano la libertà di pensiero, ma poi esigono l’incarcerazione dei revisionisti; predicano la comprensione e la tolleranza, ma poi si strappano i capelli se viene concessa la libertà vigilata ad un ultranovantenne colpevole solo di aver compiuto legittime ( perché giustificate dalle leggi di guerra ) rappresaglie durante l’ultimo conflitto mondiale; predicano la democrazia e la libertà, ma poi mandano i picchiatori di professione alle università; predicano la necessità di non dimenticare e del perenne ricordo, ma poi fanno di tutto per insabbiare le ricerche storiche che non danno ragione a loro.
L’unica cosa sulla quale hanno ragione i gendarmi è casomai una sola: il pensiero che il revisionismo possa venire utilizzato come arma per denigrare, insultare, umiliare o minacciare gli ebrei.
E non è una preoccupazione di non poco conto: pensiamo, ad esempio, alle “Cento, dieci mille Auschwitz!” che tanti cretini dalla testa rasata urlano allo stadio e per le strade. Cretini i quali elogiando Hitler e appoggiando in toto la versione ufficiale, e legittimando quindi quei massacri e quegli orrori attribuiti ai tedeschi, altro non fanno se non dare il fianco a quella parte dell’opinione pubblica che mira al rafforzamento del dogma olocaustico e alla soppressione di qualunque altra verità scomoda a lorsignori. Ai gendarmi della memoria non sembra vero di poterli additare e dire: “Vedete chi sono quelli che negano l’Olocausto?!” Ma, una volta ignorate queste frange di canagliumine, sarebbe bene il caso di smettere di privatizzare tutti i buoni sentimenti per se, relegando coloro che osano proporre qualche domanda al ruolo di malvagi assoluti, e pretendendo agli altri di imporre dappertutto le loro celebrazioni sottraendosi però ad un confronto sincero ed aperto su tanti, troppi scheletri nell’armadio che i regimi vincitori si trascinano dalla seconda guerra mondiale in poi.
Ieri ho cercato di tendere una mano e di spiegare il mio punto di vista, che non è quello di chi legittima la violenza o il male, ma cerca di porsi delle domande scomode. Ma si sa, i gendarmi della memoria giocano da una posizione di forza, e ben poco ho potuto fare, anche in seguito agli strani problemi tecnici che ho riscontrato. Una grossa perdita di tempo e di energie, dunque, a rispondere a signorini indignati e isterici. Peccato. Ciò non impedisce, comunque, la pubblicazione e la riedizione del testo che è andato perso. Si tranquillizzino i nostri pochi e annoiati e sfortunati lettori anche per quanto riguarda i commenti: siamo stati costretti a riattivare la moderazione contro la nostra volontà, e difficilmente si ripeteranno scene come quelle che qualcuno ha potuto leggere. Qui, comunque, contrariamente ai siti dei gendarmi della memoria, tutti avranno il loro spazio. Sempre che non ci diano degli schifosi, dei criminali, degli stragisti, si intende.
Ma i gendarmi, pensiamo, sono lì, indignati e rancorosi, pronti alla battaglia e alla mobilitazione. Cosa c'è di meglio per farsi pubblicità che condurre l'eterna battaglia contro le forze del male? Tanto a dare addosso ai Fascisti non si sbaglia, e si fa sempre centro. E loro sono lì, si scambiano le pacche tra di loro, si dicono che il male non è ancora stato sconfitto, lacrimano e dicono di resistere, resistere, resistere. Perchè loro sono democratici. Sono talmente democratici che, son sicuro, alcuni di loro, se potessero, nelle camere a gas o nei forni crematori ci farebbero finire noi. E non certo a causa delle epidemie di tifo.

28/01/2008

9 commenti:

Anonimo ha detto...

SEI VERAMENTE UN PEZZO DI MERDA,SPERO CHE BRUCERAI ALL'INFERNO.

Andrea Chessa ha detto...

E io spero di essere in buona compgnia.

Anonimo ha detto...

Io dico soltanto una cosa: anche se, come sempre succede, con tutta probabilità qualcosa è stata ingigantita (sia dalla parte 'vinta' sia da quella 'vincitrice'...anche se l'olocausto è stato una sconfitta per tutto il genere umano, senza distinzioni), ciò non toglie il fatto che l'olocausto ci sia stato e che sia stato uno dei crimini peggiori contro l'umanità degli ultimi cento anni. Ed è stato un fenomeno inglobato nella Seconda Guerra mondiale, ma distinto.
Da ciò che mi risulta non esistono documenti in grado di testimoniare l'effettiva programmazione a tavolino dello sterminio o della responsabilità di Hitler: ma sia il fatto che ci fosse la volontà di mandar via gli ebrei dalla Germania (si parlò della Siberia e persino del Madagascar come destinazioni possibili - e lo 'spostamento' forzato avrebbe ugualmente comportato tante tante morti, come hanno testimoniato i numerosi episodi simili, a partire dai Tartari e dagli Armeni), sia il fatto che i campi di sterminio (e connessi morti) ci siano stati, mi fa pensare logicamente che i quadri del nazismo sapessero benissimo ciò che accadeva.
E come sapevano i nazisti (in quanto organizzatori pratici) sapevano anche i Fascisti (come alleati) e persino gli Americani, gli Inglesi e il Vaticano: a tal prova vanno le numerose foto aeree dei campi scattate dagli inglesi, i numerosi collegamenti di alta finanza tra Germania e Stati Uniti, e le dichiarazioni controverse di Papa Pio XII prima, e le esplicite 'scuse' di Giovanni Paolo II dopo.

Uniamoci per combattere quei pazzi che vorrebbero ripetere quelle crudeltà, e non per combattere coloro che vorrebbero che quelle crudeltà non venissero ripetute! Questa volta sì senza distinzione di colore, religione, etnia, preferenze sessuali.

@Peppì: non sei sulla strada giusta. Così esprimendoti non dimostri rispetto per un altro essere umano e per le sue idee (ossia la stessa medesima cosa che hanno fatto i Nazisti nei confronti delle loro vittime), e ti fai portavoce di tendenze olocaustiche (che etimologicamente, di certo non lo sai, significa "bruciare tutto") quando auguri ad Andrea di 'bruciare all'Inferno".

Anonimo ha detto...

Pur essendo con grande convinzione antifascista e antinazista, mi unisco a Federico, dicendo che certamente non fa onore a nessuno usare certi termini offensivi...Si può non essere d'accordo con le affermazioni di Andrea, o di qualsiasi altra persona, ma bisogna sempre ricordare che il rispetto delle idee altrui è fondamentale...Certo, se poi si passa dalle parole ai fatti, allora è tutto un altro discorso...Ma non credo che Andrea sarebbe mai capace di fare del male ad un'altra persona...
Cerchiamo di essere i primi noi stessi a rispettare gli altri...se vogliamo essere rispettati...

Andrea Chessa ha detto...

Caro Anonimo,
io il commento l'ho voluto pubblicare apposta proprio perchè sicuramente il nostro "insultatore" è proprio uno di quei gendarmi. Tolleranti e comprensivi fino a che veramente uno non va fuori dal coro diventando scomodo. Sagge parole. Magari i gendarmi la pensassero come voi: certi discorsi, senza la gendarmeria olocaustica, si farebbero molto più tranquillamente senza ogni volta doversi sentirsi dare degli stragisti, dei violenti, dei picchiatori e chissà cos'altro.
Un saluto.

Andrea Chessa ha detto...

Tra l'altro, caro Anonimo o Anonima, parli come se mi conoscessi. E allora, in tal caso, a che pro non firmarti?

Anonimo ha detto...

Andrea, sono venuto a conoscenza di questo articolo da un mio amico che afferma che l'olocausto non è esistito e usa come argomentazione le tue parole (che tra l'altro io condivido pienamente). Il problema è un altro: non so se tu ne sei al corrente, ma essere "fascisti" sta diventando una moda tra gli adolescenti. Posso parlare per esperienza diretta (ho 17 anni, e quindi spero che tu capisca la mia ignoranza o lacune in materia) ma sta di fatto che si confonde e si scherza su sterminare ebrei e immigrati, Hitler e il Duce, i comunisti di merda, "cechevara" eccetera eccetera. E' per questo che è necessario sottolineare la gravità di un crimine, anche se questo è stato enfatizzato in maniera più o meno grande. E' necessario far capire alle nuove generazioni, ai nuovi uomini di Italia quello che è veramente gisuto e sbagliato che non esiste solo fascismo o comunismo, o con noi o contro di noi, ma bensì il benessere comune. Detto questo tu non mi sembri uno dei miei conoscenti "skinhead" esaltati, che odiano qualsiasi categoria sociale, violenti e ottusi; spero che tu continui a raccontare le cose che solitamente non si dicono, senza però cadere nel fanatismo ed irrazionalità

Andrea Chessa ha detto...

Caro Andrea,
ti devo ringraziare. Già il fatto che un ragazzo di 17 anni mi legga e si ponga delle domande è una mia netta vittoria. Mi fa capire che evidentemente scrivo qualcosa che centra il bersaglio: cercare di far riflettere. E se riesco a strappare un ragazzo di 17 anni al bombardamento di sesso, droga, corse in macchina e canne, tutte cose che oggi rientrano nel perfetto curriculum dei diciassettenni, ho già vinto. Perchè può darsi che, anche se ho "solo" 25 anni, non vedrò compiuto il mio sogno di un'altra Italia Fascista. Però se qualcuno mai arriverà a questo obbiettivo dovrà quantomeno darmi atto di essere stato un precursore.
Passiamo al problema del Fascismo come moda: lo so benissimo. E sai perchè? Perchè io stesso ho seguito quella moda; quando avevo 17/18 anni votavo Berlusconi (mi cospargo il capo di cenere ancora oggi), credevo nella presunta identità cristiana dell'Europa, ero antimusulmano e filoamericano... facevo il gioco del nemico pensando di fare quello dei Fascisti e del Fascismo, in sintesi. Un po' come tutti coloro della cosiddetta area. Questo odio verso il mondo di cui tu parli è senza dubbio molto diffuso in certi ambienti; sono proprio queste persone che danneggiano l'immagine del Fascismo. Se io credessi che Adolf Hitler ha programmato sistematicamente lo sterminio in massa di uomini, donne e bambini, io sarei il più fervido antinazista di questa terra; ma non credo che abbia fatto questo, tuttaltro. Il problema sta tutto qui.
Il Fascismo è una moda, è vero. Ma è una moda che nel mio caso mi ha fatto perdere amici, ragazze, posti di lavoro o incarichi politici di una certa importanza per un ragazzino di venti o diciannove anni che ero all'epoca di quei fatti; se è una moda, ci vogliono le palle per seguirla fino in fondo. Ho conosciuto tanti ragazzi duri e puri: l'hanno finita chi in Forza Italia, chi in forza al Comune grazie all'appoggio del papà messo nei posti giusti. Li hanno comprati con poco gli amici con cui dovevo cambiare il mondo a diciotto anni, caro Andrea.

Andrea Chessa ha detto...

Tra l'altro, aggiungo ancora una cosa.
Se ti interessa questo tipo di argomento puoi avere in rete tante risorse senza spendere un euro.
Sulla destra del mio blog c'è un elenco di siti: visita quegli degli AARGH e il forum MFL, che trattano questo argomento in maniera specifica.

Un saluto