La figura miserabile
che sta rimediando il Partito Democratico e la sinistra tutta in questi ultimi
giorni è a dir poco imbarazzante, perfino da commentare. Perché c’è veramente
da chiedersi come sia possibile raggiungere vette di stupidità umana e di
cattiveria così alte (e meno male che sono i cattivi fascisti a seminare odio).
La morte di Mario
Cerciello Rega, nella sua tragicità, ha sortito un effetto positivo: ha smosso
un po’ il letame sotto il quale si agita tutta una serie di individui animati
da un odio atavico contro l’Italia, contro gli Italiani, contro i
rappresentanti delle Istituzioni. Facebook, Instagram e Twitter, in questo
senso, sono lo specchio fedele della Nazione. Qui decine di cretini hanno
approfittato di un lutto così tragico e drammatico per insultare la memoria di
un ragazzo di 35 anni così barbaramente ucciso, e la divisa da lui indossata,
simbolo dello Stato.
È una gara a chi la
spara più grossa, a chi è più di cattivo gusto, a chi mette in mostra l’odio
più squallido e più disumano. In questa gara di miserabili fa bella mostra di
se tal “Prolassata” che su Instagram scrive:
Fai
il #carabiniere, ti accoltellano e ti uccidono?
Dispiace
molto, ma sono i rischi del mestiere. Se non siete disposti a correrli,
cambiate mestiere. Ma, soprattutto, non cagateci il cazzo con le vostre sirene
per aver fatto il vostro dovere.
Un odio ed una tale
mancanza di empatia che si fa fatica credere sia il frutto di chi, poi, molto
probabilmente, si straccia le veste per dei clandestini senza arte né parte ed
invoca il #restiamoumani di contro ai crudeli xenofobi fascisti.
Tal Francesco, di
#facciamorete, quella sorta di associazionismo sinistrorso e radical chic dei
#portiaperti e #accogliamolitutti, invece scrive:
Non
per polemica ma per pochissima presenza di ipocrisia.
Ma
se l’uomo che ha accoltellato questa notte il carabiniere si fosse solo difeso?
L’aggressività e la prepotenza delle forze dell’ordine, specialmente verso chi
non è italiano o non ha la testa rasata, è palese ovunque!
Questa prepotenza così palese la vede solo questo imbecille. Il quale, poi, subissato di critiche e di insulti, si è prontamente cancellato dal sito internet (sempre cuori di leone).
Tal Maria Domenici,
invece, rispolvera il sempreverde “Uno di
meno”. A volte, per esprimere il proprio odio di sinistra, bastano poche
righe.
“A
me non fotte un cazzo della morte di quel pezzo di merda di carabiniere, anzi
spero ne ammazzino uno anche domani”.
Stupisce, da parte di questa gente, la totale mancanza di empatia, di vicinanza umana, fosse anche solo simbolica, ad una ragazza che è rimasta vedova a nemmeno due mesi dal matrimonio. Stupisce perché poi, questi stessi subumani, sono gli stessi che si stracciano le vesti per i poveri migranti morti in mare e che poi, nei confronti dei loro connazionali, ancor più se in divisa, si lasciano andare a commenti simili, carichi di un livore e di una rabbia che stona visibilmente coi loro proclami politicamente corretti e radical chic. Sono, per intenderci, gli stessi che sputano (per ora solo moralmente) sul corpo di un ragazzo di 35 anni ma che poi si indignano se il suo assassino viene arrestato con una benda sugli occhi, pratica di contenimento utilizzata dalle polizie di mezzo mondo per calmare i criminali che ha creato indignazione solo in Italia.
Fortunatamente, di
tanto in tanto, qualcuno sperimenta sulla sua pelle che internet non è un luogo
dove le regole non valgono e che, se istighi all’odio (quante volte l’abbiamo
sentita questa frase rivolta contro di noi, per il solo torto di pensarla
diversamente?) più becero e violento, potresti anche essere chiamato a
renderne, conto.
Ne sa qualcosa tal
Eliana Frontini, insegnante di Novara, che scrive:
“Uno
di meno, e chiaramente con lo sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la
mancanza”.
Questa sinistroide è stata quella che più di tutte ha infiammato internet, ricevendo, in brevissimo tempo, una serie di insulti e di contumelie allarmanti, in un fuoco di fila così serrato da spingerla ad eliminare il profilo per scongiurare ulteriori attacchi. Questa qui non sta nemmeno dove l’empatia stia di casa. Stupisce che una insegnante, che prima di tutto dovrebbe insegnare il rispetto per lo Stato e per quelle Istituzioni che la pagano (puoi anche scegliere di combatterlo, lo Stato, ma non da insegnante) si esprima in questo modo. Cosa insegnerà ai suoi alunni? Molti di noi lo sanno bene: non sono certo l’unico che, alle superiori, ha avuto una carriera scolastica difficile a causa delle proprie idee politiche. Certo è, però, che i nostri docenti, almeno da questo punto di vista, erano più furbi: le minchiate se le sparavano tra di loro, senza renderle pubbliche, e molto probabilmente non ne hanno mai sparato di così grosse. I sinistri di oggi sono indubbiamente più imbecilli dei loro omologhi di anche solo venti anni fa: questi ultimi, almeno, conservavano un minimo rispetto per il loro ruolo.
Sommersa di insulti,
dicevamo, la Frontini non solo ha prima cancellato il suo profilo facebook, ma
ha poi avuto persino la faccia tosta di ritrattare: “Quel post non l’ho scritto io. Mi sono presa una responsabilità non
mia”. Va bene, il suo avvocato le ha consigliato di fare così per una
strategia processuale volta alla richiesta di una perizia sul suo pc per
accertarsi che non vi siano state intrusioni esterne da parte di pirati
informatici, perizia che richiede sempre almeno sei mesi di tempo. Chiunque abbia
frequentato ogni tanto un Tribunale sa che gli avvocati, su queste cose, ci
marciano. Quello che però è interessante notare, sempre sulla Frontini, è la
testimonianza data di lei da Aldo Arena, della Polizia Penitenziaria di Novara,
apparsa su lavocedeltrentino.it e rimasta, stranamente, nell’ombra (https://www.lavocedeltrentino.it/2019/07/28/sospesa-eliana-frontini-dopo-gli-insulti-al-carabiniere-morto-le-sue-altre-inquietanti-dichiarazioni/?fbclid=IwAR1aXHvZA_TKATUAbKlzRUWqR_5GAOrxYFYkdmAu9y4yFKyslM1LEnqWG5s):
“Ho
conosciuto questa persona circa un anno fa’!! Appena finito il turno di
servizio sono passato a prendere la mia compagna al lavoro, e prima di tornare
a casa ci siamo fermati in un supermercato di Novara per fare un po di spesa!
Premetto che
ero in uniforme e con l’arma d’ordinanza!! Uniforme che porto da quasi 30 anni
con onore.
Ad un certo
punto sentivo dietro di me questa persona borbottare con il figlio dicendo: “Ma
che schifo è questo, come si fa ad andare in giro cosi, è una vergogna” e altre
frasi simili!!
Quindi mi
sono girato e ho chiesto : signora ma c’è qualche problema? E lei mi ha
aggredito verbalmente dicendomi che non potevo andare in giro in quel modo!!
Quindi con
educazione ho cercato di farle capire che essendo un appartenente alle forze
dell’ordine era normale indossare una uniforme!! Ma lei stizzita si allontanava
andando dal responsabile del supermercato e chiedendogli di buttarmi fuori dal
supermercato altrimenti non sarebbe più andata li a fare la spesa! Naturalmente
il responsabile le ha risposto di no e si è avvicinato a me mortificato e
chiedendomi scusa per l’accaduto.
In quel
frangente ho pensato che fosse una signora con qualche problema ed ho chiuso li
il discorso.
Solo ora ho
capito che e addirittura una professoressa! E questi dovrebbero insegnare ai
nostri/vostri figli il rispetto delle leggi dello stato o l’educazione ? Poi ci
lamentiamo che i ragazzi di oggi non hanno nessun rispetto. Non ho più parole!”
Capito? Alla Frontini
i Carabinieri stanno proprio sulle balle: nemmeno al supermercato li può
vedere! Qui siamo alle briciole di un sessantottismo d’accatto: mentre sognano
la rivoluzione e l’abbattimento dello Stato si prendono lo stipendio da
insegnante. Almeno i bolscevichi avevano una ideologia rivoluzionaria dietro l’odio
per lo Stato. Era un odio, però, motivato da un calcolo politico: abbattere l’organizzazione
statale per sostituirla con un’altra.
Sospensione dall’insegnamento
ed apertura di un procedimento disciplinare: probabilmente la Frontini la
cattedra non la vedrà più per un bel pezzo.
2 commenti:
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