martedì 12 giugno 2018

Emergenza sbarchi: la sinistra italiana cola a picco



Il governo italiano si è insediato solo da qualche giorno ma deve già affrontare, in tutta la sua drammaticità, uno dei problemi più pressanti della Nazione: l’emergenza immigrazione. Un’emergenza resa ancor più drammatica da quello che altro non è se non un vero e proprio braccio di ferro che le ong stanno imbastendo col governo Conte, e in particolare col suo Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.


Il quale, va detto, ha dimostrato quantomeno di voler cambiare rotta rispetto alle disastrose gestioni precedenti della sinistra, che ha trasformato questo Paese in un gigantesco suk per criminali e parassiti africani che hanno trovato in Italia una seconda giovinezza. Salvini, infatti, senza esitazione ha bloccato i porti, chiudendo le porte in faccia alla Aquarius prima, e alla Sea Watch poi.

Ma è la vicenda legata alla prima nave, la Aquarius, che ci fa capire come le ong, dietro il paravento dei diritti fondamentali e del salvataggio di vite umane, puntino solo ed esclusivamente al business. Il comandante della nave, infatti, due giorni fa ha puntato, col suo carico di disperati raccattati sulle coste libiche, verso l’Italia, affermando che Malta, ben più vicino rispetto all’Italia, avrebbe negato il permesso di attracco. Notizia puntualmente smentita dall’ambasciatore maltese, che ha invece affermato che la scelta di dirigersi in Italia sia stata presa dal comandante della Aquarius, successivamente al permesso accordato sulle coste maltesi. Il comandante ha subito risposto che le condizioni meteo non permettevano un attracco tranquillo. Balle: il mare è calmo, il tempo è bello, come si può facilmente evincere da una veloce ricerca su qualunque sito di meteo.

Davanti a questo tentativo di mettere il governo italiano davanti al fatto compiuto Matteo Salvini, come dicevamo, ha risposto con una caratura che, diciamolo, non pensavamo un Ministro dell’Interno potesse avere: quando ci si abitua agli Alfano ed ai Minniti può capitare. 

Così la Aquarius ha dovuto ripiegare sulla Spagna, che si è fatta carico dei clandestini. In questa decisione pesa sicuramente il cambio di governo spagnolo, desideroso di accreditarsi all’estero e presso la propria opinione pubblica, che ha visto Pedro Sanchez, leader dell’opposizione, prendere direttamente il timone dalle mani di Rajola, caduto su una mozione di sfiducia presentata proprio dagli stessi socialisti: cosa c’è di meglio per iniziare che dimostrare di avere “o’ core”?

Stando alle ultime notizie, però, la Aquarius sta tergiversando in acque internazionali, ben poco interessata ad andare in Spagna e desiderosissima di sbarcare il suo carico di parassiti sull’Italia. Il tentativo di destabilizzazione del nuovo governo non potrebbe essere più sfacciato ed evidente. La volontà di mettere Salvini cone le spalle al muro, e ridicolizzarlo su quello che è uno dei suoi cavalli di battaglia che gli hanno permesso di vincere le elezioni, non potrebbe essere più sfacciata. L’emergenza sanitaria (alla quale l’Italia ha risposto mandando medici a bordo per valutare lo stato dei clandestini), i diritti umani, il dover salvare vite umane: tutte balle. Vogliono solo salvare il business.

Alimentato dalla grancassa mediatica che ha mobilitato perfino le riserve per cercare di affossare il governo Conte: masse di imbecilli manifestano in queste ore contro la decisione di Matteo Salvini di chiudere i porti; Gino Strada ci fa sapere che vuole andare via dall’Italia: ci faccia sapere quanto costa il biglietto, perché glielo pagheremmo molto volentieri, e non si dimentichi la mitica Hazet 36 della giovinezza; Saviano piagnucola di diritto internazionale violato, dimenticando che il diritto internazionale prevede anche di far sbarcare gli africani nel porto più vicino, che è Malta; la Boldrini, com’era ovvio, dice che Salvini ci vuole riportare all’età di sua nonna: in quei tempi c’era una certa crescita economica e clandestini che bivaccavano in giro non se ne vedevano, ci viene voglia di risponderle. 

Più in generale tutta una massa di disadattati manifesta per far riaprire i porti, quando non incita attivamente i sindaci a disubbidire ad un governo nazionale regolarmente e democraticamente consolidatosi. 

De Magistris, da Napoli, ci fa sapere che lui è disposto ad accogliere i profughi, ma senza sganciare un centesimo: tutta l’ipocrisia dell’immigrazione consolidata in un cinguettio su Twitter.

Zedda, da Cagliari, ricorda che la sua città e il suo porto sono disponibili: è rimasto silenzioso in tutti questi mesi in cui la cronaca cagliaritana non ha fatto altro che ricordarci che i clandestini spacciano, violentano, rubano, ma si è risvegliato adesso. Ovvio.


Potremmo rispondere che sabotare esplicitamente le decisioni di un governo nazionale, in un Paese civile, varrebbe quantomeno un processo. Invece basta dire che Salvini, nonostante gli strepitii dei radical chic e dei buonisti a corrente alternata, come Ministro dell’Interno ha piena facoltà di chiudere i porti: né De Magistris, né Zedda né Saviano possono farci alcunché. Per fortuna.

3 commenti:

Nicola ha detto...

Giocando e parafrasando sull'ambiente teatro della vicenda, si può, si deve cautamente definire " una goccia nel mare". La formula ampiamente dubitativa, conoscendo la storia italica ed il lassismo " patriottofobico" del suo popolo post- Ventennio e conoscendo " origini politiche" nonché ambigue trame e insolite commistioni ideologiche di ciascun personaggio oggi in turno ad occupare le poltrone di Montecicoria, è d'obbligo.
Non è disfattismo a prescindere o insana vocazione alla jettatura ...è solo fredda e lucida consapevolezza nonché disincantata analisi dei fatti odierni e dei " personaggi interpreti", in un teatrino che per nulla rievoca e manco lontanamente somiglia all'ideale di Nazione e di Popolo che un giorno esisteva, orgogliosi della loro millenaria Storia e della sua civilizzatrice esportazione, serrati a coorte nei loro ferrei ideali e pronti contro tutto e contro tutti per difenderli valorosamente.

Andrea Chessa ha detto...

Nicola, hai perfettamente ragione.
Però, non me ne vogliano i camerati, credo che un salto di qualità, anche minimo, sia stato fatto. Siamo passati da un premier che si è appioppato tutti i clandestini in cambio della flessibilità per gli 80 euro (roba da plotone di esecuzione, in tempi civili) ad uno che ferma gli sbarchi ed esige scuse scritte dall'arrogante Macron.
Poteva andare peggio, non credi?

Nicola ha detto...

Certo. Ovviamente è già un grosso passo avanti nel lungo e difficilissimo cammino verso il recupero di un briciolo di identità nazionale e di orgoglio patrio. Ripeto solo che l'estrema cautela è d'obbligo : non siamo più abituati, ahimè, a questi tentativi di riscatto ed al risveglio di un blando "istinto di conservazione " di questo popolo. Se il bicchiere oggi lo vediamo mezzo vuoto, maggiore sarà la gioia, domani, di ritrovarselo pieno....e di vino buono.

Sempre tutta la mia ammirazione ed il mio sincero plauso per i tuoi lodevoli, veritieri e ineccepibili scritti.

Cameratescamente