venerdì 1 giugno 2018

Il Governo Conte ha giurato: poteva andare peggio


Nella giornata odierna si è insediato il nuovo governo di Paolo Conte. Dopo una crisi durata quasi tre mesi, in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha gettato definitivamente la maschera del servo dei poteri forti di Bruxelles, il nuovo governo giallo-verde entra in Parlamento con cinque ministri per la Lega e cinque per i Cinque Stelle, con Di Maio e Salvini vice-presidenti del Consiglio, assi portanti della coalizione governativa.

Il leader della Lega ha voluto per se il Ministero dell’Interno (su cui saranno messe alla prova le volontà anti-immigrazione su cui si è basata la campagna elettorale), mentre a Di Maio è andato il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. 

All’Economia ci sarà Giovanni Tria, un po’ più istituzionale di Paolo Savona – sul cui nome era naufragato l’iniziale tentativo del neo Premier di formare un governo – ma comunque euroscettico.

A Savona, invece, il Ministero per gli Affari Europei. Speriamo che, per quel poco che si può, spari bene anche da lì.

Tra gli attivisti del Movimento Cinque Stelle figura Danilo Toninelli, che va’ ai Trasporti.

Alla Pubblica Istruzione il noto avvocato Giulia Bongiorno.

Al Ministero della Giustizia Alfonso Bonafede, entrato in Parlamento con i Cinque Stelle nel 2013.

Il Ministero della Difesa spetta invece ad Elisabetta Trenta, che ha già ricoperto incarichi importanti in precedenti compagini governative.

Al Ministero dell’Ambiente troviamo Sergio Costa, generale dei Carabinieri distintosi per aver scoperchiato il vaso di Pandora della terra dei fuochi e per aver lottato contro le mafie campane.

Unico importante collegamento con i governi passati è il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, da sempre vicino a Mario Monti e ai governi di centrosinistra. Del resto, appena insediatosi Ministro, chiede di cambiargli la scrivania che appartenne fu di Benito Mussolini: in un gesto c’è tutto il personaggio.

Quello che salta all’occhio è innanzitutto il trionfo, personale e politico, di Matteo Salvini. È riuscito a formare un’alleanza sulla quale nessuno, fino ad un mese fa, avrebbe scommesso un centesimo, riuscendo a non farla definitivamente naufragare, anche quando tutto sembrava perduto, prendendola per i capelli quando Mattarella ha imposto il suo diktat su Paolo Savona e portandola fin dentro al Parlamento, con un governo presentabile, in cui spiccano professionisti che ricoprono il Ministero a loro più congeniale. Un economista all’Economia, un diplomatico agli esteri, due avvocati rispettivamente alla Pubblica Amministrazione e agli Affari Regionali, un Carabiniere distintosi nella lotta contro le ecomafie all’Ambiente: se pensiamo che fino a ieri avevamo una che aveva mentito sul suo curriculum scolastico e non azzeccava un congiuntivo nemmeno a pagamento, e un Ministro della Difesa che non sapeva nemmeno cosa fosse un cacciabombardiere, il salto in avanti c’è già.


Un’ultimissima nota: in un periodo storico in cui i bambini malati vengono soppressi dallo Stato, è stato creato ad hoc un Ministero per la Famiglia e la Disabilità, presieduto da un fedelissimo di Salvini, Enzo Costa. È un segnale importante.

Se poi ci fermiamo ad ascoltare, potremo sentire il digrignare di denti dei sinistri, dai video ridicoli di Roberto Saviano agli "scleri" del radical chic Zucconi in diretta nazionale. Già vedere i sinistri andare in cortocircuito vale il prezzo del biglietto.

Nessun commento: