Parlo generalmente male di
coloro che sono di sinistra. Li descrivo come ipocriti, abbietti, moralmente
disgustosi, e infine li indico come affetti da quella forma di antirazzismo che
supera l’antirazzismo in se e per se per sfociare nella malattia mentale e nel
patologico.
Spesso la cronaca mi viene
in soccorso e mi conferma che si, ho ragione io: l’antirazzismo è una forma
perversa di malattie mentali, che a nostro avviso dovrebbe essere inscritta
prepotentemente nel capitolo delle malattie mentali e dei disturbi della
personalità.
Prendiamo il caso di cui
hanno scritto La Stampa e Il Secolo XIX nei giorni scorsi: il caso
di un’attivista dei “No borders” (che tradotto dall’inglese significa “nessun
confine” oppure, più letteralmente, “no ai confini”, e già questo ci dà l’idea
del tipo di criminali che possono essere), un gruppo di mentecatti che da
qualche mese staziona al confine italo-francese con lo scopo, a loro dire, di
portare aiuto ai profughi. Non avevo mai sentito questo gruppo, ma grazie ad
internet posso farmi, abbastanza precisamente, un’idea: un gruppo di criminali
e di sovversivi, ampiamente protetti e coccolati dalle forze di polizia e dalle
istituzioni (di sinistra per definizione), che aiutano i clandestini (riappropriamoci
della lingua italiana: non chiamiamoli migranti, per piacere!) in una zona
abitata, con musica ad alto volume fino a tarda notte, schiamazzi, urla, e quel
bel campionario di pulizia e di igiene che solitamente si riscontra nei cessi
sociali.
Secondo quanto riportato
dai quotidiani citati, un mese fa una attivista di questo centro sociale sarebbe
stata letteralmente picchiata e stuprata da un clandestino ai quali questa
massa di idioti dava una mano; l’alto volume della musica – così dicono –
avrebbe impedito agli altri subanimali presenti di accorgersi della tragedia e intervenire
immediatamente per fermare le violen… pardon, attenzioni, che questo “migrante”
offriva generosamente alla donzella che altrettanto generosamente lo aiutava.
Oggi veniamo a sapere, dopo
addirittura un mese, che i cessi sociali avrebbero fatto di tutto per occultare
la violenza, al fine di non spargere ombre truci sui “poveri migranti”. Come dire?
Se la realtà è contro di noi, allora peggio per la realtà!
La prima cosa che mi viene
da pensare è che ho dovuto aspettare un mese per venire a sapere di un
avvenimento del genere. Il che significa che diverse, tante persone, hanno
fatto quadrato cercando di non far trapelare assolutamente la notizia.
Ho dovuto leggerla su
internet, mentre penso che se si fosse trattato di una violenza di un
pericoloso skinhead contro un clandestino, o se la violenza fosse stata
consumata da un italiano, avremmo avuto decine e decine di speciali alla
televisione e sui giornali sul pericoloso ritorno delle destre e sulla cattiva e
razzista e xenofoba violenza fascista. La libertà di informazione si applica
sui nemici e si interpreta con gli amici. O con i padroni, a seconda della
convenienza del pennivendolo di turno.
I mass media stanno cercando
di fare quadrato per nascondere quella che è, a chiunque non abbia ancora
portato il proprio cervello dallo sfasciacarrozze, una evidenza: una vera e
propria invasione, attuata senza armi, che sta cambiando definitivamente il
volto dell’Europa, finendo per alterare i suoi equilibri politici, spirituali
(ammesso e non concesso che questo ammasso di larve chiamato Europa li abbia
ancora, dei postulati politici e spirituali) e finanche economici. Ogni giorno
siamo costretti a sorbirci storie strappalacrime sulla bambina salvata dal
gommone in procinto di affondare, o sul “povero” clandestino che fugge dalla
guerra del suo Paese (quindi dopo aver abbandonato moglie e figli al loro
destino, verrebbe da pensare; in altre parole: un vigliacco), o sul dramma dei
migranti. Raccontare, anche solo per una volta, la violenza subita da una
attivista di un cesso sociale ad opera di quello che viene ormai cristianizzato
come il “povero migrante” significherebbe, anche un minimo, contraddire quella
enorme montagna di balle e di falsificazioni sulle quali si basa tutta la propaganda
di massa da qualche anno a questa parte. Contraddire, cioè, l’idea del migrante
come portatore di valori, buono, intimamente ben disposto verso il prossimo. Del
resto non fu proprio la Boldrini, in un convegno di qualche anno fa, ad
affermare testualmente che “Lo stile di vita degli immigrati ben presto
diventerà lo stile di vita di ognuno di noi?” Si, fu proprio lei.
Se la cosa non fosse
ancora chiara, inoltre, è dimostrata, ancora una volta, la malattia mentale, l’ipocrisia,
la cattiveria, la falsità dei centri sociali di sinistra, di qualunque nazione
essi siano: al bando le litanie sul maschio stupratore, sui diritti della
donna, sul femminismo radicale e radical-chic, sulla violenza di genere, su
tutto quello, cioè, con cui si riempiono la bocca un giorno si e l’altro pure. Se
ti violenta un immigrato devi tacere! Non vorrai mica gettare benzina sul fuoco
alimentato dai fascisti, dai razzisti e dagli omofobi?
Spiace per questa ragazza,
anche se non la conosco. Immagino, ma lo immagino solamente, come possa essere
umiliante subire una violenza fisica e sessuale e non essere nemmeno in grado
di denunciarla. Quando frequenti un gruppo di persone di merda, e ti circondi
di persone di merda perché in effetti hai delle idee di merda, puoi ottenere
solo una cosa: merda.
Nessun commento:
Posta un commento