Lo so, avete perfettamente
ragione, e mi scuso anticipatamente con voi, miei (pochi ma buoni) lettori. Un
titolo così forte non è da me, che cerco sempre di evitare i toni pesanti, le
parolacce, le uscite poco eleganti e poco signorili, nella convinzione che un
messaggio, per quanto scomodo possa essere, se “impostato” bene ha molta più
possibilità di arrivare al destinatario rispetto ad un altro, magari meno
radicale, ma detto comunque male. Ma il solo scriverlo, e anche l’urlarlo, è
già una liberazione! Come nella famosissima scena di un film di Fantozzi in cui
quest’ultimo, costretto a “saltare” la partita dei mondiali per guardare “La
corazzata Potemkin”, ha poi sentito il bisogno irrefrenabile di esternare la
sua personalissima considerazione di quel film, in uno spazio dove nessuno, per
non attirare a se alcuno sguardo di rimprovero, aveva avuto fino a quel momento
il coraggio di dire che si, effettivamente “La corazzata Potemkin” era una
cagata pazzesca!
Qui la situazione è
simile. Nessuno ha il coraggio di urlare a questo pretino che, con le sue
giornaliere comparsate in TV e sui giornali, quella sua faccia da cazzo nel
difendere l’indifendibile solo per la voglia di notorietà (nemmeno troppo
velata), quel suo costante tendere la mano sempre ai personaggi più disgustosi
e più cattivi che la cronaca nera ci propina con morbosa costanza, ha
effettivamente rotto i coglioni.
Sia chiaro: il buon
pretino non è nuovo a comparsate del genere. Immaginate un criminale, uno
schifoso, un rottame viscido della società che almeno una volta sia assurto
alla ribalta delle cronache nazionali, uno di quelli che almeno una volta,
quando lo avete visto, avete pensato che sarebbe stato da impalare vivo in una
pubblica piazza, come ai bei tempi del Medioevo, ecco, immaginate un
personaggio del genere e, molto probabilmente, il “buon” Don Mazzi sarà andato
almeno una volta a difenderlo in TV, mentre la gran parte degli italiani
onesti, quelli che non estorcono denaro alla gente o che non gettano l’acido in
faccia con l’esplicita intenzione di sfigurare gli/le ex compagni/e, schiumava
di rabbia.
Il nostro parte da
lontano: è sua la polemica, siamo nel 1995, della rete Videomusic, nel
programma condotto da lui stesso (si, avete capito bene: è almeno dal 1995 che
ci frantuma i cosiddetti, e aveva pure una trasmissione): Sgarbi è un pazzo,
Ambra Angiolini un’oca e per giunta bruttina, Sandro Mayer (un altro che è
riuscito a fare soldi grazie alla stupidità di tutti quelli italiani che
comprano “Chi”, “Eva tremila” e altre boiate del genere, e del quale ogni
giorno dobbiamo sorbirci il naso ampolloso, poiché appare pure in TV a
pubblicizzare i suoi giornalacci) è un bastardo, prima o poi lo querelerò. Già
da quell’anno il pretino dimostrava una verve polemica di tutto rispetto e la
propensione a cazzeggiare sul nulla cosmico.
L’anno scorso se ne
usciva, sempre ripreso da tutti i giornali che, evidentemente, non hanno argomenti
migliori da trattare (sic!), affermando che “Perdonerei un assassino ma non i
magistrati che hanno condannato Silvio Berlusconi”. Così, tanto per, aria che
passa tra i denti, scoregge che gli escono gratuitamente dalla bocca e che
siamo costretti ad ingoiare come pillole di alta saggezza.
Ma il meglio del meglio,
quello per il quale verrà consacrato nell’Olimpo dei nostri brutti ricordi, e
il sostegno totale ed incondizionato ad Erika. Ve la ricordate? Erika, e il suo
fidanzatino Omar, uccisero la madre e il fratellino di lei con decine e decine
di coltellate, mentre chiedevano pietà, con una violenza e una foga che i
giudici stessi definirono inumana e totalmente folle. Indovinate un po’ chi fu
il primo a saltare subito sul carro delle trasmissioni di pettegol… pardon,
informazione, urlando ai quattro venti che Erika era una derelitta della
società e andava aiutata? Ma lui, ovviamente! Don Mazzi! Grazie al suo
intervento Erika uscì molto prima di prigione e ora cazzeggia allegramente tra
missioni umanitarie e corsi di laurea che le abbiamo pagato tutti noi, che
anziché uccidere i nostri parenti a coltellate andiamo a lavorare e paghiamo le
tasse.
Poteva essere una
parentesi? Ma no! Quando aiuti una pluriomicida che non si fa alcun problema ad
uccidere il fratellino nella vasca da bagno perché mai dovresti metterti
problemi ad aiutare un pedofilo? Appunto! Si chiama Paolo Bovi ed era l’ex
fonico dei Modà: i giudici hanno stabilito che, nel solo anno 2011, molestò ben
quattro ragazzi tra i 13 e i 16 anni, quando ricopriva il ruolo di educatore in
un oratorio. Ecco pronto per lui un bel posticino caldo nella comunità Exodus,
col nostro eroe che si liscia il pelo davanti a tutte le telecamere e a tutti i
giornalisti, senza che nessuno, tra quei pennivendoli, abbia mai avuto il
coraggio di chiedergli il perché di tutta questa sua perversa attrazione verso
i carnefici, anziché verso le vittime.
Ma Bovi non è niente di
che, e la figura di Erika comincia ad impolverarsi: si sa, gli italiani hanno
la memoria corta. Urge correre ai ripari, per il nostro mitico Don Mazzi,
sempre in vena di aiutare il prossimo e così desideroso di farcelo sapere in
tutti i modi e da tutti i canali televisivi. Cosa c’è di meglio di un uomo che
è stato condannato per associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione,
estorsione, corruzione di pubblico ufficiale, bancarotta fraudolenta,
estorsione aggravata, trattamento illecito dei dati personali, minacce a
pubblico ufficiale, violazione di domicilio, porto abusivo di arma da fuoco,
guida senza patente? Ecco quindi che il nostro buonissimo Don Mazzi compare in
tutte le televisioni a dirci che i giudici sono cattivi, che è una ingiustizia
che Fabrizio Corona sia stato condannato solo per aver scattato qualche foto, mentre
criminali di ben altra risma sono fuori! Avete capito? Solo “per aver scattato
qualche foto”! Questa idiozia è stata ripetuta fino alla nausea, a tal punto
che, ancora oggi c’è gente che ci crede, e pensa che Corona sia vittima del
sistema, e non un bulletto stronzo che ha giocato a fare il mafioso fino a
raggiungere il punto di non ritorno. (E sia ben chiaro che a me Corona, come
persona, piace! Il ragazzo, a modo suo, ha comunque le palle quadrate.)
Ancora prima aveva fatto
arrabbiare tutti gli animalisti, e le persone di buon senso, con la famosissima
frase “Basta spendere soldi per gli animali! Spendiamoli per gli uomini!” Pure
in quella circostanza, era l’aprile del 2012, non mi uscì altro che un sonoro
VAFFANCULO appena accennato nel titolo di questo post - http://chessaandrea.blogspot.it/2012/04/don-mazzi-ma-vai-fanc.html -
ché pensavo ancora, ingenuamente, che l’educazione nella vita pagasse. Anche in
quella circostanza nessuno aveva avuto il coraggio di dire pubblicamente a
questo personaggio che non doveva permettersi di dire a nessuno come spendere i
propri soldi e che una civiltà umana si basa anche sul rispetto dei diritti
degli animali. Fosse stato per me mi sarei spinto pure oltre e gli avrei detto
chiaramente ciò che ho scritto: che l’ultimo cane rabbioso e infestato dalle
zecche meritava un milione di volte di più le mie attenzioni del primo
clandestino che sbarca qui e pretende vitto e alloggio gratis, smartphone di
ultima generazione e wi-fi.
L’ultimo intervento in
ordine di tempo è quello che riguarda Martina Levato. Poteva, il nostro, stare
a guardare mentre infuria la polemica se concedere o no l’affidamento del
figlio ad una donna che ha mutilato in maniera permanente l’ex fidanzato, ha
provato a rifarlo di nuovo con un altro e, come scrivono chiaramente i giudici,
ha dimostrato una cattiveria agghiacciante e una assoluta mancanza di empatia
umana e di pentimento nei confronti del suo gesto? Nel mio Stato ideale,
beninteso, sarebbe stata giustiziata con un colpo di fucile a canne mozze alla
tempia, dopo sommario ma regolare processo, giusto per rispettare il
protocollo! Siccome siamo in Italia, Paese che ormai la civiltà l’ha solo nei
libri di Storia (quelli – e purtroppo sono la maggior parte – non scritti dai
comunisti, beninteso!), si discute se un personaggio simile, che va in giro con
un altro rottame peggiore di lei a gettare acido sulla faccia degli ex
fidanzati, abbia il diritto o no di mantenere il bambino che – è solo una
ipotesi al vaglio dei giudici – molto probabilmente ha concepito solo per
ottenere gli sconti di pena previsti per le mamme! E siccome non solo abbiamo
perso la civiltà, ma siamo diventati completamente incivili, dobbiamo
addirittura sorbirci, mentre schiumiamo di rabbia al solo pensare a cosa abbia
avuto il coraggio di fare questa donna, Don Mazzi che sentenzia “Io con Martina
Lovato ho parlato, è una persona molto più normale di quello che si pensa.
Conosco la famiglia, sono di buon livello, lei ha compiuto anche degli studi
importanti, il tenere un bambino è un suo inalienabile diritto”. Il tutto senza
che nessuno abbia il coraggio di mandarlo a fanculo.
Siamo diventati un Paese,
l’ho scritto anche nel mio ultimo articolo, dove l’inciviltà ha oramai
completamente preso piede. Siamo talmente abituati allo schifo che un pretino
arrogante e volgare che pronuncia simili oscenità non ci indigna, non ci fa
incazzare, non ci fa minimamente venire voglia di gridargli qualcosa. Che
dovrebbe smettila di apparire in televisione per ogni stronzata, per esempio.
Che dei carnefici ce ne fottiamo, e preferiamo dedicare la nostra attenzione
alle vittime: non alle Erika, ma alle mamme delle Erika; non ai Fabrizio
Corona, ma alla mamma di una ragazza scomparsa che se lo è ritrovato in cucina,
senza essere invitato, alla ricerca di uno scoop (era il caso Scazzi, se non
erro); non delle Martina Levato, ma dei fidanzati ai quali hanno distrutto la
vita, sfigurandoli orribilmente, bruciandoli polmoni, stomaco e tutta la
faccia. Che – perché no? – preferiamo mille volte chinarci ad aiutare un
cagnetto abbandonato che sfamare un parassita africano.
Perché c’è un limite a
tutto. Questo stronzetto, radical-chic di sinistra, non è meno stronzetto per
il fatto di portare una tonaca. E adesso ha rotto davvero i coglioni. Diteglielo,
se vi capita.
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