Certe cose si fa fatica persino a commentarle. Persino il sottoscritto, che qualche parola pronta la trova sempre, trova difficoltà davanti all’ennesima crociata idiota e puerile della Presidente della Camera, quella Laura Boldrini che dimostra sempre più instabilità mentale e che, anziché essere iscritta di prepotenza in un regime di trattamento sanitario obbligatorio, viene lasciata su uno degli scranni più importanti dell’Italia a ponitificare di questioni di lana caprina.
Quale sconvolgente problema assilla la “nostra” Presidentessa della Camera? Il malessere sociale degli italiani? La disoccupazione che non lascia scampo, specie quella giovanile che è a quota 35/38%? L’invasione di massa che sta subendo l’Italia in questi ultimi anni e che rende sempre più problematica, se così si può dire, la convivenza tra gli immigrati di varie etnie che ammorbano l’Italia e noi altri cittadini? Niente di tutto questo. Quello che la Boldrini non riesce a mandare giù è la scritta “Mussolini Dvx” dell’obelisco datato 1932 che fa bella mostra di se al Foro Italico di Roma. Quella scritta, alla Presidentessa, proprio non va giù. Dopo aver affermato che i partigiani sono di casa all’interno del Parlamento Italiano – e nessuno concorda meglio di noi, perché non c’è nessuno che meglio dei partigiani riesce a rappresentare la condizione di infamia, di tradimento, di disonore e di vigliaccheria che governa l’Italia antifascista da settant’anni a questa parte – Miss 2% veste i panni della talebana, ponendosi, né più né meno, sullo stesso piano dei talebani o dei guerriglieri dell’ISIS. Come questi ultimi hanno completamente distrutto le statue di Mosul e di Ninive, incapaci, nella loro violenta ignoranza, di comprendere quella cultura e quindi desiderosi di distruggerla e annientarla, allo stesso modo questa nullità fatta donna cerca di nascondere le malefatte e la inutile vanagloria di questa classe di massoni usurai – che ci governa grazie all’invasione dei fucili americani – distruggendo la memoria di chi, invece, questa Italia è riuscita a farla davvero.
Si accomodi, Presidentessa. Già che ci siamo potremmo radere al suolo tutto il quartiere dell’EUR, disintegrare Carbonia e Latina affinché possa tornare a proliferare la malaria e gli acquitrini, togliere le pensioni alle vedove di guerra e, già che ci siamo, anche abbattere l’intera pineta del Monte Giano. Che sarà anche patrimonio artistico tra i più belli e suggestivi d’Italia, ma quella scritta Dux, voluta dai Fascisti nel lontano 1932, proprio non si può vedere.
Una differenza, però, tra i criminali dell’ISIS e la Presidentessa, c’è. I primi sono nostri nemici, e sono perfettamente riconoscibili. Sgozzano, uccidono, rapinano, stuprano: hanno il fucile, il passamontagna, e a sparargli addosso, ipotizziamo, si potrebbe provare pure un certo piacere. Laura Boldrini, viceversa, è più subdola. Ammantata del mantello delle belle parole e delle buone intenzioni che coprono l’impeccabile tailleur e la messa in piega sempre perfetta, in realtà nasconde le tipiche caratteristiche degli antifascisti, e di quelli di sinistra in particolare: un odio disumano, ferale, innaturale e mostruoso nei confronti dell’avversario politico e specialmente nei confronti di chi, contrariamente a lei e a quella genia di traditori e di indegni vigliacchi che si sente orgogliosamente di rappresentare, questo nostro Paese è riuscito a farlo grande davvero.
Non c’è nemmeno da arrabbiarsi granché. Tolga pure tutti gli obelischi che vuole, Presidentessa: che le piaccia o no, il Fascismo è come una palla in mezzo al mare. Si può pure tentare di farla rimanere sott’acqua, vincendo col proprio peso la forza dell’acqua: ma appena ci si distrae ecco che la palla, prepotente e invincibile, ritorna a galla. Il Fascismo è esattamente questo, Presidentessa. Vi potete pure sforzare di eliminarlo, cancellarlo, dannarlo all’oblio eterno: è il segno più tangibile che, sgherri partigiani e invasori apolidi a parte, non l’avete ancora sconfitto. E non saranno certamente i suoi deliri da nullità quale Lei è a farci dimenticare chi questo Paese lo ha reso davvero grande.
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