Pubblicato su Il Lavoro Fascista - luglio 2013
Negli
ultimi numeri del nostro periodico abbiamo praticamente parlato
soltanto della questione legalità del nostro MFL-PSN, questione
direttamente collegata al diritto di presentarci alle elezioni con la
nostra vera identità, ovvero nome e simbolo. I vergognosi sabotaggi che
abbiamo subito, uniti al solito latrare di pennivendoli ignoranti e
politici decerebrati, che udiamo ad ogni nostra nuova partecipazione
elettorale, e persino ad ogni minima attività politica (benché
regolarmente e preventivamente autorizzata), mi hanno spinto a fare
qualche ricerca
sulla rete a proposito della legalità non del solo MFL-PSN in Italia,
ma di tutti quelli che hanno fatto, fanno e faranno propaganda
chiaramente e dichiaratamente Fascista.
L’articolo
che segue questo breve preambolo è stato indirizzato ad una pseudo
giornalista attiva su uno dei tanti (ed inutili) periodici online, in
questo caso relativo alla zona di Lanciano (CH); qui, come in molte
altre località, all’apparire dei manifesti MFL-PSN fatti affiggere dalla
Camerata de Ritis (pagando le relative tasse, come nostro costume), la
pseudo giornalista Labrozzi ha sollevato un clamoroso di polemiche,
pubblicando un articolo ove, nel presentare i nostri manifesti, invocava
tuoni e fulmini legali contro di noi, giungendo persino a parlare degli
anni di reclusione in carcere che meriteremmo per il nostro ardire di esistere e pensare!
Ovviamente,
come sempre accade in questi articoli farneticanti (e spesso in ancora
più farneticanti interpellanze parlamentari, proposte da decerebrati
approdati in Parlamento senza avere la necessaria cultura storica,
politica e legale), si dà per scontata l’illegittimità penale di
chiunque osi parlare di Fascismo, tanto più se ne parla bene e lo fa
attraverso un movimento politico regolarmente costituito. Purtroppo per
tutti questi sottosviluppati mentali, che usano frasi del tipo “in
spregio alle vigenti Leggi”, oppure “in aperto contrasto con le norme
costituzionali”, l’esistenza di persone che si dicono Fasciste, nonché
quella di movimenti apertamente e dichiaratamente Fascisti, non è
affatto vietata dalla norme costituzionali, né dalle Leggi attuative
come la cosiddetta “Legge Scelba”.
Ed
a dire questo non è il solito incorreggibile Fascista di nome Gariglio,
ma le sentenze stesse dei più alti organi giudiziari… Quindi, non solo
le Sentenze ed i Decreti di archiviazione che nel corso degli anni sono
stati emessi a proposito del MFL-PSN, ma anche Sentenze della Corte
Costituzionale e della Suprema Corte di Cassazione!
Pregherei
i Camerati che leggono questo articolo, ed in special modo quanti
gestiscono dei blog, o si baloccano con gli inutili gruppi Facebook, di
salvare questo testo e di ripubblicarlo dove possibile, in modo tale da
contribuire a ridicolizzare tutti i poveretti che straparlano di
questioni legali senza nulla sapere della Legge.
Quanto
è scritto nelle Sentenze riportate dimostra oltre ogni ragionevole
dubbio che il nostro movimento è del tutto legale, ed ha tutto il
diritto di partecipare alla vita politica italiana, alla faccia dei
pennivendoli, dei giudei e dei politici nostalgici di Stalin che ci
hanno sempre osteggiati. E dimostra, soprattutto, che tutti quelli che
hanno limitato i nostri diritti elettorali, non sono altro che delinquenti e mascalzoni della peggiore specie… A maggior ragione se si nascondono dietro le cariche di magistrato e/o di prefetto!
Anche
per questa gente, che ha trasformato uno Stato di Diritto in una
Repubblica delle banane, arriverà prima o poi la resa dei conti, e
dovranno pagare per tutte le porcherie che noi, e decine di migliaia di
altri cittadini onesti, abbiamo dovuto sopportare negli ultimi 68 anni.
A
seguire l’articolo in questione, che ovviamente contiene riferimenti e
risposte comprensibili ai soli lettori del periodico online di Lanciano,
oltre alle questioni legali sulla legittimità dei Fascisti in Italia.
*********
La
sig.ra Labrozzi, dopo il suo recente articolo sull’apologia del
Fascismo e dopo le polemiche che ne sono seguite, ha sostenuto di non
avere offeso nessuno, si è sentita ella stessa offesa, ed ha infine
dichiarato di essere a disposizione per pubblicare una nostra nota
chiarificatrice.
Bene, raccolgo la sfida e spero veramente che quanto segue sia pubblicato, possibilmente integralmente.
Prima
di tutto, però, mi permetto di rispondere velocemente a quanti,
dimostrando tutta la loro pochezza, sono intervenuti per lanciare
invettive tipo “vergogna” (e di cosa ci dovremmo vergognare? Di avere
una cultura storica e politica? Di non farci abbindolare dalle storielle
scritte dai vincitori? Di fare politica legalmente, alla luce del sole e
senza contravvenire ad alcuna Legge? Di non pesare sulle tasche degli
italiani, dato che non abbiamo mai incassato un solo centesimo di
sovvenzioni, contributi e quan’altro?), o garbati sfottò con i quali ci
chiedevano
perché siamo il Partito Socialista Nazionale e non il Partito
Nazionalsocialista, o ancora qualunquistiche affermazioni secondo le
quali nel 2013 non si dovrebbe più parlare di certe cose…
Al
commento del Sig. Cotellessa posso solo rispondere che Socialista
Nazionale e Nazionalsocialista sono esattamente la stessa cosa, dato che
il Fascismo non fu altro che una forma di Socialismo Nazionalista, nato
dal genio di Mussolini, che fece proprie le giuste istanze a favore dei
meno abbienti tipiche del socialismo, slegandole dal barbaro
materialismo internazionalista di marxiana memoria. Se poi qualcuno
vuole fingere di non accorgersene e continuare a sproloquiare circa un
mai esistito Fascismo di estrema destra, il problema è suo, non certo
nostro.
Al
commento del sig. “Eccallà Sanghiuvate” posso solo replicare
invitandolo a parlare di ciò che vuole, però senza lamentarsi della
crisi, della corruzione, dell’euro, del governo dei banchieri e di tutte
le altre cose che ci hanno imposto dal 1945, dopo avere raso al suolo
l’Italia intera per “liberarla” da un Regime che aveva dato le pensioni,
lo Stato sociale, il diritto di proprietà alla casa, il sabato festivo e
mille altre Leggi Sociali.
Venendo
ora alla Sig.ra Labrozzi, ella sostiene di non avere voluto offendere
nessuno, che il suo articolo derivava da una discussione su Facebook (e
quindi?) e che la legalità del nostro movimento è cosa nota e
riconosciuta…
Così
dicendo mi pare che la sig.ra Labrozzi peggiori le cose, perché se può
essere scusabile (fino ad un certo punto) il cittadino comune che nulla
sa di Leggi, Sentenze e questioni politiche, nessuna scusa può valere
per chi, pur essendo un addetto ai lavori che conosce molto bene i
retroscena, crea dal nulla un attacco virulento e frontale ad un
movimento politico che, nel pieno rispetto delle leggi e senza arrecare
danno ad alcuno, cerca di veicolare le sue idee con affissioni
regolarmente autorizzate dal Comune.
Io
di Facebook non ne so nulla e nulla ne voglio sapere, ma mi piacerebbe
comprendere per quale motivo dovremmo accettare articoli che ci
accusano, senza mezzi termini, di “perseguire
finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando,
minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o
propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o
denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della
Resistenza, o svolgendo propaganda razzista (…)”,nonché di meritarci per il nostro pensiero “un arresto dai 18 mesi a 4 anni”.
Per
non parlare del “pistolotto” finale che tuona contro le autorità che
ancora ci permettono di esercitare i nostri diritti politici (“La
legge prevede sanzioni detentive per i colpevoli del reato di apologia,
più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso
con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena
accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (…) Ma chi dovrebbe
tutelare una così importante legge? Chi permette certe affissioni? Chi
dovrebbe farli immediatamente rimuovere?”).
Dunque,
cara sig.ra Labrozzi, credo che ci siano molte più offese gratuite
(perché Lei sa bene che non ce le meritiamo) nell’indicarci al pubblico
ludibrio come razzisti, violenti, antidemocratici e meritevoli del
carcere, piuttosto che nel consigliare a Lei qualche buona lettura
sull’argomento.
Detto
questo, giusto per tornare ai dati di fatto e chiudere con le opinioni
personali, ribadisco l’invito a tutti quelli che desiderano parlare a
ragion veduta di questioni legali, di visionare sul nostro sito
l’archivio di Sentenze e Decreti di Archiviazione che abbiamo
collezionato dal 1991 ad oggi: http://www.fascismoeliberta.info/phpf/viewpage.php?page_id=6
Sullo
stesso sito ufficiale, chiunque potrà poi visionare il nostro Statuto
ed il programma politico, comprendendo così per quale motivo le vigenti
Leggi ci consentono di esistere.
In
ultimo, tornando alle vigenti Leggi, già poco più di quattro anni dopo
l’entrata in vigore della Legge Scelba, la Corte Costituzionale, in
seguito ad alcuni ricorsi, si dovette pronunciare sulla legittimità
costituzione della suddetta legge, in apparente contrasto con l’articolo
21 primo comma della Costituzione (“Tutti
hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può
essere soggetta ad autorizzazioni o censure”).
Da qui la sentenza numero 1 del 26 gennaio 1957 della Corte Costituzionale il cui passo più importante recita quanto segue:
“Come
risulta dal contesto stesso della legge 1952 (le cui norme, ai sensi
dell’ultimo comma dell’art. 10, cesseranno di avere vigore appena
saranno state rivedute le disposizioni relative alla stessa materia del
Codice penale), l’apologia del fascismo, per assumere carattere di
reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una
esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito
fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per
sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII
disposizione”.
Ecco
che già nel 1957 risultava chiaro che il problema non era l’elogio al
Fascismo, ma la ricostituzione del disciolto PNF. A rafforzare il
concetto espresso dalla Corte Costituzionale, vi è una Sentenza della Cassazione penale risalente al 6 giugno 1977:
“La
Costituzione della Repubblica, mentre vieta in modo assoluto la
riorganizzazione del disciolto partito fascista, non pone invece alcun
limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero, neppure quando
la manifestazione abbia per oggetto persone, fatti e disegni politici
del fascismo. Pertanto, per costituire reato, l’apologia del fascismo
deve consistere in una esaltazione tale da poter portare alla
riorganizzazione del partito fascista”.
A
chiarire ulteriormente che la semplice esaltazione del fascismo in sé
non è reato, e che non lo è neppure la costituzione ex novo di movimenti
di ispirazione Fascista (al di là della nostra esperienza giudiziaria
visibile al link sopra indicato), è la recente vicenda giudiziaria di
Alberto Castagna, iniziata nel 2007 e conclusasi nel 2010 con
l’archiviazione.
Alberto Castagna, che per anni era stato dirigente regionale del MFL Molise, aveva
lasciato il nostro movimento fondando il “Partito Fascista
Repubblicano”, e per questo era stato denunciato dalle solite vestali
dello antifascismo nostrano per “apologia del fascismo”.
Ritenendo
che Castagna non abbia voluto perseguire finalità antidemocratiche, né
esaltato l’uso della violenza quale metodo di lotta politica, né
propugnato la soppressione delle libertà garantite, né denigrato la
democrazia o svolto propaganda razzista, il pubblico ministero Alfredo
Mattei ha chiesto l’archiviazione, accolta dal GIP, Laura Scarlatelli
con queste motivazioni:
“Alberto
Castagna, fondando il cosiddetto ‘Partito fascista repubblicano’, ha
ripudiato tutte le forme di violenza, per cui l’associazione neofascista
non adotta i principi ideologici del disciolto partito fascista e il
metodo di lotta ad esso adottato. Anche l’eventuale apologia non avrebbe
rilevanza penale”
Questo
perché la Cassazione stessa stabilisce anche che non è vietata la
costituzione e l’attività di movimenti che facciano propri soltanto
alcuni punti programmatici del disciolto partito fascista, senza
abbracciarne l’intera ideologia.
Spero
di avere fugato ogni dubbio sorto nei “democratici” e “liberali”
cittadini di Lanciano, nonché nei tanti perdigiorno che sprecano ore
della loro vita in insulse e prive di costrutto discussioni su Facebook.
In
ultimo, mi sorge un dubbio: qualcuno dei tanti benpensanti che si
scatenano ad ogni nostra legittima apparizione, ha mai protestato per
l’esistenza di decine di partiti e movimenti dichiaratamente comunisti,
alcuni dei quali ancora legati a criminali storici quali Lenin, Stalin e
Mao?
Qualcuno
ha mai chiesto la chiusura del Partito Marxista Leninista Italiano, che
nella home page del suo sito presenta gli individui di cui sopra come
“maestri”, e che per anni ha esposto sulle sue pagine manifesti che
chiedevano “Una nuova piazzale Loreto per il neoDuce Berlusconi”?
Qualcuno
si è mai indignato vedendo in giro farneticanti manifesti stampati
abusivamente ed affissi altrettanto abusivamente, dai vari centri
sociali, no global, no TAV e chissà cos’altro?
Qualcuno
ha mai chiesto l’arresto immediato, magari dai 18 mesi ai 4 anni, per i
protagonisti dei vari assalti che i “signori” di cui sopra compiono
contro proprietà pubbliche e private, istituzioni e forze dell’ordine?
Se
vivessimo veramente in uno Stato democratico di Diritto, avremmo in
giro meno ipocriti e si giudicherebbero persone e movimenti politici in
base alle loro azioni, non in base al loro nome, ai loro simboli, o ai
loro eventuali pensieri… E magari avremmo in galera i veri violenti che
devastano le nostre città armati e mascherati, al posto di quelli che
hanno il solo torto di pensare con la loro testa.
Carlo Gariglio
www.fascismoeliberta.it
Nessun commento:
Posta un commento