venerdì 14 giugno 2013

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino

Pubblicato su Il Lavoro Fascista - settembre 2012

Anche se, nel nostro caso, sarebbe più corretto scrivere: “Tanto va il prefetto mafioso al sabotaggio, che si prende sul muso un ricorsino”!
E già, perché come accade molto raramente in questa indegna repubblica delle banane, finalmente uno dei tanti farabutti e Vice Prefetti che presiedono le Commissioni Elettorali, si è visto sbugiardare dal TAR, in questo caso quello dell’Abruzzo.
Ricorderete la questione di Montelapiano, microscopico paesino in provincia di Chieti; in occasione delle ultime amministrative, la Camerata De Ritis presentò la lista del MFL-PSN, ma i soliti mafiosi della locale Commissione Elettorale rifiutarono il nostro logo, sia nella versione con la parola “Fascismo”, sia in quella epurata con la sola sigla “MFL”. Inoltre, il farabutto che presiedette questo schifoso ed ennesimo abuso, pensò bene di negarsi a qualsiasi colloquio con la stessa De Ritis, che dopo avere fatto ore di anticamera tentava di salvare la lista, proponendo anche la terza versione del logo, con sigla “PSN”.
Fiero dei suoi scagnozzi, il Prefetto di Chieti, successivamente, fece respingere il ricorso del nostro avvocato, nel quale si chiedeva una nuova riunione della Commissione in regime di auto-tutela per riesaminare la questione. Di norma, essendo i magistrati italiani più corrotti ed in malafede degli stessi prefetti, questa lunga serie di abusi sarebbero stati premiati con la solita medaglietta antifascista e con la bocciature di ogni nostro ricorso, sia esso amministrativo e/o penale.
Ma in questo caso, con nostra somma sorpresa, ci siamo imbattuti in magistrati onesti e competenti, i quali hanno sentenziato che il nostro successivo ricorso post-elettorale era del tutto legittimo e che andava, quindi, accolto.
Così, come potrete leggere nelle pagine che seguono di questo numero del giornale, interamente dedicato alla Sentenza del TAR dell’Abruzzo, le elezioni di Montelapiano sono state annullate e si dovrà andare a nuove elezioni, permettendo al MFL-PSN di esercitare, una volta tanto, i propri diritti politici.
Ovviamente questa Sentenza imprevista ha già scatenato uno psicodramma antifascista, con Prefetto, Sindaco e chissà chi altri pronti a ricorrere al Consiglio di Stato; la strada sarà ancora lunga, ma godiamoci il trionfo del momento.
Fra l’altro, la suddetta Sentenza fa giustizia delle tante invenzioni che abbiamo, purtroppo, letto in altri pronunciamenti che ci davano torto (come una Sentenza del TAR del Piemonte di pochi anni fa, stravolta da dei mascalzoni comunisti in toga che la riempirono di considerazioni storiche e politiche prive di senso e ben al di fuori del diritto amministrativo vigente); viene, infatti, chiarito che le Commissioni Elettorali non possono e non devono travalicare le competenze assegnate loro dalla Legge, ovvero, quelle elencate con estrema precisione dagli artt.30 e 33 Dpr n.570/1960.
Come ottimamente dicono i magistrati abruzzesi,
“La lettura delle disposizioni vigenti in materia, non fanno cenno alcuno alla possibile valutazione circa il valore politico, democratico o meno, del simbolo presentato, da parte della Sottocommissione circoscrizionale, anche perché trattasi di una discrezionalità che va oltre i tipici aspetti amministrativi; il legislatore ha fatto una elencazione puntuale e tassativa che l’organismo amministrativo é tenuto a rispettare.
In tal senso sono gli artt. 49 e 51 cost. (C. Cost. n. 256/2010) e la stessa disposizione XII, che, peraltro, ha trovato attuazione con la L. n. 645/20.6.1952, la quale prevede, ai fini decisori, la competenza del Tribunale penale (artt.2, 4, 5, 5-bis, 6, 7) e la riserva ministeriale (art.3)”.
Quindi, detto in altre parole, quando i membri di una Commissione Elettorale si mettono a pontificare a vanvera di Storia, Costituzione e Diritto Penale, commettono dei veri e propri abusi, se non addirittura dei reati.
Noi lo abbiamo sempre saputo e detto; per fortuna, oggi se ne accorgono anche dei magistrati del TAR; peccato non se ne siano mai accorti i tanti magistrati penali ai quali ci siamo rivolti, invano, nel corso degli anni, per chiedere la giusta punizione nei confronti dei Presidenti delle varie Commissioni Elettorali che ci hanno sabotati.
C’è da aggiungere, inoltre, che è ancora più intollerabile lo sconfinamento in campo penale di questi scagnozzi, se consideriamo che nei nostri confronti si è già pronunciata, più e più volte, proprio quella Magistratura Penale che fin dal 1991 ha riconosciuto del tutto legittimo il nostro movimento, così come il suo nome ed il suo contrassegno elettorale.
Potremmo, al limite, capire se una Commissione Elettorale chiedesse lumi alla Magistratura Penale nel caso in cui si presentasse alle elezioni un movimento politico Fascista nuovo, a proposito del quale non risultasse alcun pronunciamento penale.
Ma non è il nostro caso, e come sempre ho scritto (e scriverò), chi sabota il MFL-PSN tentando di impedirci le elezioni, o di farci presentare con un logo alternativo, è solo un lurido mafioso antifascista!
Carlo Gariglio
www.fascismoeliberta.it






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