Sono passati più di sessant’anni, ma la verità, il racconto di un olocausto (vero, stavolta!) che ha coinvolto buona parte della popolazione dell’Istria, di Fiume e Dalmazia, non poteva venire infoibato per sempre. Mentre i degni eredi degli assassini e dei criminali comunisti domani si riuniranno per i loro soliti e squallidi presidi antifascisti, gli ultimi sussulti di un’ideologia fallimentare e sanguinosa che solo nell’esaltazione della violenza (la sua) e dei suoi crimini trova oggi la sua ragion d’essere, chi ha ancora a cuore l’onore della Patria domani si raccoglierà in un minuto di silenzio, per portare Onore e rispetto a chi diede la propria vita per il solo e semplice fatto di essere italiano.
È un vero e proprio olocausto, quello delle foibe. Ma è un olocausto di serie B. Quell’altro, quello più famoso, ha gli onori della ribalta, a causa di una temutissima lobby talmente potente da essere addirittura innominabile, che ha letteralmente blindato la versione ufficiale in nome della quale continua a chiedere risarcimenti, a pretendere scuse mai dovute, a far incarcerare pensatori e storici che hanno il diritto di essere controcorrente e di non credere ai dogmi.
Ve la dovete immaginare, la tragedia delle foibe. Ve la potete solo immaginare. Perché contrariamente a quell’altro, questo olocausto non gode di speciali TV in prima serata, non ci sono testimoni oculari che piagnucolano davanti ai microfoni di giornalisti conniventi, non ci sono i parenti degli esuli che chiedono risarcimenti miliardari agli Stati (in primis la Jugoslavia) colpevoli, non ci sono lobby potenti che riescono a mettervi in galera se negate che una precisa operazione di pulizia etnica, per liberare le terre istriane e fiumane dalla presenza italiana, abbia avuto luogo. Questo, abbiamo detto, è un olocausto di serie B. E allora siete voi che dovete provare a fare uno sforzo di immaginazione. Pensate ai partigiani jugoslavi che procedono casa per casa, con in mano delle liste che hanno compilato i loro degni compari, i partigiani italiani. Pensate alla fucilazioni, agli stupri, alle torture contro donne, bambini e anziani che venivano praticate in nome del comunismo e dell’odio atavico contro l’Italia. Pensate ai sacerdoti fucilati, ai politici appesi ai lampioni delle piazze, ai ragazzi che diedero la loro vita solo per l’ultimo gesto ardito, la sostituzione della odiosa bandiera rossa col tricolore. E pensate ai corpi, a volta ancora vivi, orribilmente martoriati, legati l’uno con l’altro con il filo spinato e poi scaraventati giù, in quelle profondissime gole carsiche che vengono chiamate foibe. Provate ad immaginare quei carri stracarichi, tirati da poveri animali spossati e stanchissimi, che portano via persone e cose, per sfuggire alla tragedia. Pensate a tutti coloro che, presi dal terrore e dalla paura, lasciano la loro casa e la loro terra per cercare rifugio in una Italia ingrata, che spesso li ha stipati in veri e propri lager a cielo aperto improvvisati qui e lì per le varie città del nord Italia, negando addirittura una memoria. Pensate ai figli che cercano di portare via a forza i propri genitori, spesso anziani che non vogliono rassegnarsi e lasciare la propria terra, prima dell’arrivo dei titini nelle città cosiddette liberate dal Fascismo. Pensate agli esuli che guardano dal finestrino dei treni che entrano in stazione le manifestazioni ostili organizzate dai comunisti e dai loro lacchè che li insultano e li deridono: bastardi, vi abbiamo portato il socialismo in casa, vi diamo un assaggio di paradiso sovietico, e voi scappate! Fascisti!
È una tragedia che, in nome del comunismo e dell’antifascismo, è stata occultata per decenni. E chi scrive ricorda ancora bene gli insulti e le derisioni che doveva subire quando a scuola provava a parlare di certi argomenti: sei un pazzo, un bugiardo, un millantatore. E i libri di Storia, ancora oggi in gran parte votati alla causa antifascista, ben poco potevano aiutare, dato che nascondevano e nascondono ancora oggi quei misfatti.
I corpi degli italiani massacrati dai titini sono stati uccisi diverse volte. E la memoria di coloro che dovettero fuggire ancora di più. Molti dei criminali partigiani italiani, che spesso hanno partecipato attivamente alle mattanze, hanno poi ricevuto pensioni, medaglie d’oro, sono scritti con gloria nelle vie, nelle piazze, nei monumenti. Assassini, che hanno ricevuto per decenni pensioni e prebende di ogni genere da parte di uno Stato infame, vile e complice, come quello italiano dal 1945 in poi.
Ci tapperemo le orecchie per non sentire la vile propaganda comunista che da decenni a questa parte ammorba l’Italia tutta, sguaiata, dissacrante ed isterica come solo il comunismo nostrano sa essere, e ci dedicheremo a pensare, magari in un angolo della nostra casa, ai nostri morti, al nostro olocausto, che merita di essere ricordato e pianto. Ci piace pensare che ai nostri morti, se ci staranno guardando da qualche parte, non potrà che fare piacere.
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