mercoledì 18 novembre 2020

Contrordine, compagnI! Il MES è una ca*ata

Lo avete notato? A coloro come il sottoscritto, avvezzi a guardare i TG ed a leggere i giornali (pur con la debita distanza, sennò la puzza è troppo forte), la cosa è sembrata evidente: “Contrordine, compagni! Il MES non ci piace più”. La fanfara è suonata dalle prime pagine de La Repubblica, che denunciava il grido di allarme di Davide Sassoli: “L’UE cancelli i debiti per Covid e riformi il MES”; della stessa idea Enrico Letta, seguita a ruota dal vice-ministro degli Esteri, Marina Sereni.

Ci sono tutte le fanfare della grancassa mediatica globalista ed antifascista: La Repubblica, Letta, Sassoli. Si tratta di una retromarcia clamorosa: quella che fino a qualche settimana fa era una scelta “doverosa per le sorti del Paese” (loro lo chiamano “paese”, mica Nazione) – e chi non era d’accordo era un populista salviniano fascioleghista – adesso è diventata qualcosa da rivedere, da riformare, da rimettere «nelle mani della Commissione UE» (parole di Sassoli). Fino a qualche giorno fa sembrava che i soldi dell’Europa sarebbero piovuti dal cielo, che ci sarebbe bastato mettere fuori i secchi dalla finestra per raccogliere vagonate di miliardi, che il futuro dell’Italia sarebbe stato roseo e fiorente grazie all’instancabile lavoro della UE e dei nostri “illuminati” governanti. Invece scopriamo che, nemmeno a dirlo, avevamo ragione noi. Prima cosa: i soldi del MES non sono gratis, né ci riempiranno di soldi perché apprezzano le doti da statista di Giuseppe Conte o i congiuntivi di Di Maio. Aderire al MES significa indebitarsi e regalare le chiavi di casa a commissioni sovranazionali che poi potranno mettere bocca su tutto ciò che verrà fatto dall’Italia. 

Ovviamente siamo sicuri che nessuno chiederà conto al PD ed al Governo di questo cambio repentino di idea, quando solo fino a qualche giorno fa i loro esponenti continuavano a sostenere l'esatto opposto. Tutti i giornali che contano sono in mano loro, i giornalisti sono amici loro, i direttori di redazione idem.

Come si fa a fidarsi di gente che il giorno prima giura e spergiura sulla bontà di una proposta politica ed economica palesemente fallimentare per l’Italia, ed il giorno dopo si rimangia tutto con una facilità disarmante? Soprattutto: come si fa a votare un partito politico così tenacemente anti-italiano?

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