giovedì 4 luglio 2019

Le ONG vogliono ricominciare i loro traffici: prima o poi bisognerà sparare



Il vaso di Pandora è aperto. Dopo la dismissione della sovranità militare e politica dell’Italia ad opera del gip Alessandra Vella e di tutto il mondo della sinistra, compattamente schierato per l’attività di eversione contro lo Stato Italiano, le varie ONG che in questi anni avevano affollato i mari tra Italia ed Africa e che erano sparite nel giro di qualche mese sono pronte a rifarsi nuovamente sotto.

L’assoluzione di Carola Rackete ha creato un precedente pericolosissimo e dato un messaggio importantissimo agli scafisti travestiti da salvatori di vite: in Italia si può forzare un blocco navale, rischiando anche di ammazzare uomini dello Stato, senza che vi siano conseguenze. Anzi: è tutto un baci, abbracci e complimenti, con tanto di parlamentari PD che salgono a bordo mentre cerchi di ammazzare qualche finanziere. Per questo Alessandro Metz, di mediterranea, afferma senza giri di parole: “Agiremo come ha fatto la Sea Watch, forzando il blocco navale italiano”. La motivazione, ipocrita e fasulla, è sempre la stessa: salvare vite umane, nei dettami della legge del mare e dei regolamenti internazionali.

Ora, non c’è alcun dubbio che la legge del mare, i regolamenti internazionali e finanche il buonsenso impongano di salvare delle persone che rischiano la vita. Ma una cosa è intervenire se casualmente, mentre si svolge tutt’altra attività, (ad esempio: un peschereccio che svolge il proprio lavoro di pesca) si trovano delle persone in difficoltà e che quindi devono essere salvate. Ben altra cosa è stazionare in zona SAR, davanti alle coste libiche, aspettando che gli scafisti africani facciano fare ai clandestini quei pochi chilometri di tragitto – spesso su bagnarole fatiscenti e che tali devono rimanere, in modo da diminuire la possibilità di traversate più lunghe e quindi rendere necessario l’intervento di terze parti – che li separano dalle ONG, pazientemente in attesa. Questa non è la legge del mare: questa è una attività di commercio di uomini, spacciata falsamente per attività umanitaria. 

Grazie alla Magistratura Italiana, il braccio armato che permette alla sinistra di governare sempre e comunque, anche quando perde miseramente le elezioni e anche quando è minoranza nella Nazione, l’Italia rischia di essere nuovamente sotto attacco da parte di criminali senza scrupoli (anzi, peggio, perché si travestono col mantello dei buoni sentimenti e del politicamente corretto) che mirano a destabilizzare l’Italia, già duramente provata socialmente, politicamente ed economicamente dai massicci flussi migratori che una sinistra compiacente, quando non apertamente complice, ha permesso negli ultimi anni.

L’avevamo detto, e purtroppo siamo stati facili profeti. Si avvicinano i momenti in cui, per ristabilire l’autorità militare e territoriale dell’Italia, si dovrà fare l’unica cosa che si fa quando qualcuno vuole violare il confine di una Nazione e affermerà platealmente che cercherà di forzare qualunque blocco: navi in assetto da guerra e militari pronti a fare fuoco. Prima o poi, se si vuole salvare qualcosa della Nostra sovranità, bisognerà sparare qualche sacrosanta fucilata, e magari farci scappare il morto.

Questo Governo – in primis Matteo Salvini – avrà mai il coraggio di fare quello che fece Craxi a Sigonella?

Nessun commento: