L’errore più grande che
mai potremmo fare, nell’analizzare la situazione politica italiana attuale, è
quello di pensare che l’azione del governo Letta non abbia, dietro di sé, una
ben chiara e precisa strategia. Che consiste, essenzialmente, in questo:
sradicare ogni senso di appartenenza e di identità degli italiani onde renderli
più docilmente asserviti alle potenti lobbies che, almeno dal 1945, hanno
eletto quella che un tempo era la nostra amata Patria a terra di conquista.
In questa azione, sottile
ed instancabile, si distinguono due personaggi che, per il sistema, sono stati
giudicati come altamente spendibili.
La prima è, innanzitutto,
Laura Boldrini, la Presidente della Camera, chiamata simpaticamente anche come “Miss
2%”, nipote del più famoso Arrigo Boldrini, il prode partigiano, nome di
battaglia “Bulow”, che si macchiò di crimini orrendi ed indicibili, tra i quali
l’ormai celebre – almeno per chi abbia un minimo di cultura (quindi non i
decerebrati della sinistra!) – massacro di Codevigo, in cui vennero trucidate,
dopo essersi arrese pattuendo di aver salva la vita, più di centrotrenta
persone, tra le quali diversi bambini. Un filo sottile lega Miss 2% al più
blasonato e tristemente famoso avo: così come il nonno si macchiava le mani e
la coscienza di sangue innocente per favorire l’invasione della Patria da parte
degli alleati, allo stesso modo la nipote, umilmente, si prodiga con energia perché
questo disgraziato Paese, che solo negli ultimi anni ha visto chiudere qualcosa
come cinquantamila aziende, con un aumento di trecentomila disoccupati in più,
venga invaso sempre più da una massa enorme di disperati e di allogeni, molto
più facilmente preda della manovalanza a basso costo così tanto cara all’imprenditoria
capitalistica, oramai storicamente propensa ad arricchirsi sulle spalle della
povera gente. Passano i tempi, ma la famiglia Boldrini è sempre e comunque
dalla parte dell’invasore: un marchio di fabbrica!
E poi ce la ricordiamo, Miss
2%, nella più strenua e disperata difesa di tutto ciò che è anti-italiano:
diritto di voto agli immigrati, ius soli, “I rom devono essere orgogliosi della
propria cultura”, e altre porcate simili che hanno suscitato l’ilarità di
chiunque non abbia ancora portato all’ammasso la propria capacità critica.
Il tutto corredato, naturalmente,
da un intero schieramento di Polizia informatica (ben 7 persone alle sue
dipendenze) che ha il compito di sorvegliare e scandagliare minuziosamente la
rete alla continua ricerca di qualunque insulto o commento a Miss 2%. Si sa: il
confronto democratico, per la nipote del partigiano assassino, viene prima di
tutto. A meno che non sia lei a doverlo subire, si intende.
A farle eco c’è poi l’altro
Ministro, Cecile Kyenge. Bisognava essere davvero deficienti per elevare questa
nullità, che ricorderemo solo per le sue ridicole prese di posizione sullo ius
soli e per aver permesso la scarcerazione di due criminali ladri quando era una
fervente militante pro-clandestini, ad un legittimo referente politico. La destra,
con i suoi insulti in stile “Kyenge come un orango” conditi da lancio di
banane, è riuscita in questa incredibile impresa. Sarebbe bastata solo qualche sonora
pernacchia per mettere a tacere quella che, con le sue manifestazioni di
solidarietà a clandestini e feccia varia, le sue continue provocazioni sullo
ius soli e sul burqa delle suore, altri non è che una provocatrice di
professione.
E qui veniamo al problema:
la consapevole disintegrazione dell’italianità che il governo Letta, massone e
saltuario partecipante alle riunioni del Bilderberg Group, porta avanti con una
lucidità metodica.
Laura Boldrini, prima di
essere Presidente della Camera, altri non era che il Commissario dell’ONU per i
rifugiati. Un organismo massonico e mondialista che ha fatto dell’azzeramento
di qualunque cultura nazionale ed etnica il suo scopo fondamentale. Sa molto
bene cosa deve fare, la Boldrini. Le sue sono esternazioni ben più lucide di
quelle di un qualche militante strafatto di cannabis di SEL, per quanto le due
cose vengano a coincidere (sic!).
La Kyenge, l’abbiamo già
scritto, altri non era che un’oculista che tuttalpiù si dilettava a difendere
criminali e allogeni di varia natura, tra i quali l’ormai noto criminale e
ladro Senad Seferovic, che fu liberato a suo tempo grazie all’interessamento
della rete Primo Marzo, una di quelle migliaia e migliaia di organizzazioni che
hanno fatto dell’immigrazione un affare altamente danaroso, presieduta a suo
tempo dal Ministro. La pelle nera si è rivelata un investimento utile: chi più
di lei può permettersi, oggi, di sparare minchiate in continuazione, certa
della più totale impunità che il suo colore della pelle le garantisce agli
occhi di un’opinione pubblica e di una politica che, nei rari casi in cui hanno
provato a muoverle qualche critica, si sono viste intimidire con l’accusa di
razzismo e di estremismo? Un po’ come Balotelli, il calciatore straviziato che
straparla di razzismo e di omofobia e non ha ancora capito che se può
continuare a permettersi i suoi atteggiamenti arroganti e presuntuosi, tipici
del pidocchio che si è arricchito ingiustamente e senza alcun merito che non sia
quello di saper giocare bene a calcio, è proprio grazie al colore della sua
pelle, che lo rende una sorta di intoccabile. E infatti la Kyenge vuole fare di
Balotelli un testimonial a favore dello ius soli. Uno che non ha nemmeno
riconosciuto la figlia, e che si accompagna con troiette e donnacce un giorno
si e l’altro pure, vuole dare lezioni a noi italiani sul riconoscimento della
cittadinanza italiana a chi non ha alcun titolo per meritarla. Ridicolo.
Anziché
lanciarle addosso banane, sarebbe bastato far notare al Ministro solo questo.
2 commenti:
Bel post, amico Andrea, come sempre.
Non avrei mai pensato che l'Italia potesse finire così. In mano a gente IMPRESENTABILE. Certo, la nostra tradizione post-Mussolini ci ha offerto davvero di tutto, fino a culminare con l'ingresso nella ''Europa che conta'' grazie al mitico Romano Prodi, e continuando con tutta la relativa stirpe (Bersani, Vendola e compagnia vomitando).
Adesso, a distanza di oltre 10 anni dall'ingresso nell'Europa che conta, con la nostra nuova e brillante moneta (Euro), si iniziano a raccogliere i frutti della strategia massonico-mondialista, come la hai correttamente definita. E fra gli attori vi sono, fra i tanti, quelli che hai citato: la nipotina del boia Bulow, e la ministra ''fiera italo-congolese''.
A proposito della prima, sorvolando le sue qualità politiche che sono praticamente nulle, ricorderei che il caro nonnino, prima di dedicarsi con zelo a combattere il governo che gli diede da mangiare per 20 anni, aderì VOLONTARIAMENTE alle MVSN (le leggendarie Camicie Nere). E questo nel 1939, quindi quando leggi razziali e Patto d'Acciaio col cattivone Hitler erano già dati di fatto. Complimenti, non c'è altro da dire. Una persona coerente, tutta d'un pezzo.
Sulla seconda, di qualità politiche molto probabilmente inferiori alla prima, mi sembra che tu abbia già detto tutto. Come correttamente affermato nella sezione ''Tesseramento'' sul sito del Movimento, un Fascista nero vale 1000 volte in più di un antifascista bianco. Perciò la questione non riguarda il colore della sua pelle, come vuole far credere qualche leghista ritardato, ma le sue idee. Le quali sono imbarazzanti, e solo un idiota può ritenere che l'Italia possa trarne giovamento.
Nella città in cui sono nato, ad esempio, i venditori autorizzati (quindi paganti fior di quattrini a comune e stato) presso il mercato cittadino, lamentano continue scorrettezze da parte di rivenditori abusivi, naturalmente non italiani.
Il mercato è sito in una pubblica piazza molto grossa, ove sorge la splendida ex Casa del Fascio, oggi ovviamente sede di istituzioni pubbliche (tra cui la sede del TAR.
Mi domando se tali miei onesti e probi concittadini avessero avuto da lamentarsi di una tale indecorosità se la ex Casa del Fascio rappresentasse ancora oggi ciò che rappresentava quando dal suo balcone, verso la fine degli anni '30, si affacciò il DVCE, osannato dalla consueta folla oceanica. La risposta, cari amici Camerati, mi sembra fin troppo banale.
Fraterni e Patriottici Saluti Romani.
Caro camerata, che dire?
Il quadro della Patria, così impunemente svenduta allo straniero, è desolante. Ma ogni volta che penso che più in basso di così non si possa andare, ecco che vengo prontamente smentito.
Dobbiamo continuare a resistere: opo di noi c'è il vuoto. Abbiamo una responsabilità enorme, e dobbiamo portarla tutta sulle nostre piccole spalle.
Non molliamo.
Nobis camerata!
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