A diversi di voi, a maggior ragione se militate in una ben determinata area politica, sarà capitato di ricevere nella vostra casella di posta una mail contenente una “simpatica” rassegna di frasi, dichiarazioni e testi web pronunciati o scritti da comunisti – o presunti tali – per commentare la morte di Pietro Taricone, l’ex vincitore della prima edizione del Grande Fratello e considerato “Fascista” in seguito alle sue collaborazioni con Casa Pound.
Alcuni lettori mi chiedono di commentare.
Faccio innanzitutto una precisazione: le commoventi prese di posizione a favore di Taricone che intasano le nostre caselle mail, del tipo “Taricone non ti dimenticheremo mai” oppure “Taricone sarai sempre nei nostri cuori”, sono a dir poco ipocrite e squallide, se si pensa che sono scritte e pubblicizzate da persone che conoscono l’attore solo per la sua partecipazione al Grande Fratello e che non hanno neanche mai versato una sola lacrima per le decine di persone che ogni giorno muoiono nei cantieri, sulle strade, nelle guerre di mafia. La morte di un ragazzo di 35 anni, che lascia una moglie ed una figlia, dovrebbe essere già abbastanza triste e dolorosa senza aver bisogno di essere imputridita da ridicoli quanto improvvisati necrologi da novelli “fans”.
Se questo vale da un lato, deve valere anche dall’altro. Mi si chiede di commentare le sempre emozionanti ed umane affermazioni dei compagni, del tipo “Fascisti ora sapete come fare: buttatevi senza paracadute”, “Un fascista in meno”, “Crepassero tutti così ci sarebbe da mettere la firma” e simili, che dimostrano il grado di sensibilità che i comunisti non perdono occasione di mettere in mostra.
Ma io mi chiedo, e chiedo anche a chi mi ha scritto: di che cosa vi stupite? Conoscete bene la storia della rana e dello scorpione: la rana accetta di portare lo scorpione dall’altra parte della riva, facendosi promettere dallo scorpione stesso che quest’ultimo mai e poi mai avrebbe cercato di avvelenarla con il suo pungiglione; a metà riva però lo scorpione punge la rana, condannando entrambi alla morte. Lo scorpione, alla richiesta della rana, fa in tempo a dire: “Sono uno scorpione, è la mia natura”. Ora, la natura di questi personaggi la conosciamo da decenni. La loro, e quella dei loro degni eredi. Hanno svenduto la Patria all’invasore straniero, e l’hanno fatta passare per “liberazione”, continuando a massacrare uomini, donne e bambini nel loro disperato tentativo di fermare chiunque avesse potuto ostacolarli nel prendere il potere. Hanno continuato indisturbati, almeno fino agli anni ’70, a massacrarci impunemente, con la connivenza e la complicità di una magistratura asservita e schierata e una classe politica incapace di chiedergli conto dei loro crimini, quando non addirittura complice, come quando dai banchi della sinistra del Comune di Milano si levò un lungo applauso alla notizia dell’assassinio di Sergio Ramelli. E tutto questo l’hanno fatto scandendo nelle piazze i loro slogans monotoni ed assassini, manifestando la loro prepotenza e la loro vigliaccheria.
E ciò nonostante, visto il fallimento della loro ideologia sanguinaria e crudele, sono costretti non ad esultare per le loro vittorie, ma per i (presunti) fallimenti della controparte. Inetti, crudeli, cattivi, stupidi. Si, è tutto vero. Sono personaggi che definire appartenenti al genere umano è addirittura offensivo. Ma di che cosa vi stupite se insultano e dileggiano la morte di Taricone? È nella natura dello scorpione. E noi questi scorpioni rossi e gonfi di sangue li conosciamo sin dai primi anni ’20 del secolo scorso.
Alcuni lettori mi chiedono di commentare.
Faccio innanzitutto una precisazione: le commoventi prese di posizione a favore di Taricone che intasano le nostre caselle mail, del tipo “Taricone non ti dimenticheremo mai” oppure “Taricone sarai sempre nei nostri cuori”, sono a dir poco ipocrite e squallide, se si pensa che sono scritte e pubblicizzate da persone che conoscono l’attore solo per la sua partecipazione al Grande Fratello e che non hanno neanche mai versato una sola lacrima per le decine di persone che ogni giorno muoiono nei cantieri, sulle strade, nelle guerre di mafia. La morte di un ragazzo di 35 anni, che lascia una moglie ed una figlia, dovrebbe essere già abbastanza triste e dolorosa senza aver bisogno di essere imputridita da ridicoli quanto improvvisati necrologi da novelli “fans”.
Se questo vale da un lato, deve valere anche dall’altro. Mi si chiede di commentare le sempre emozionanti ed umane affermazioni dei compagni, del tipo “Fascisti ora sapete come fare: buttatevi senza paracadute”, “Un fascista in meno”, “Crepassero tutti così ci sarebbe da mettere la firma” e simili, che dimostrano il grado di sensibilità che i comunisti non perdono occasione di mettere in mostra.
Ma io mi chiedo, e chiedo anche a chi mi ha scritto: di che cosa vi stupite? Conoscete bene la storia della rana e dello scorpione: la rana accetta di portare lo scorpione dall’altra parte della riva, facendosi promettere dallo scorpione stesso che quest’ultimo mai e poi mai avrebbe cercato di avvelenarla con il suo pungiglione; a metà riva però lo scorpione punge la rana, condannando entrambi alla morte. Lo scorpione, alla richiesta della rana, fa in tempo a dire: “Sono uno scorpione, è la mia natura”. Ora, la natura di questi personaggi la conosciamo da decenni. La loro, e quella dei loro degni eredi. Hanno svenduto la Patria all’invasore straniero, e l’hanno fatta passare per “liberazione”, continuando a massacrare uomini, donne e bambini nel loro disperato tentativo di fermare chiunque avesse potuto ostacolarli nel prendere il potere. Hanno continuato indisturbati, almeno fino agli anni ’70, a massacrarci impunemente, con la connivenza e la complicità di una magistratura asservita e schierata e una classe politica incapace di chiedergli conto dei loro crimini, quando non addirittura complice, come quando dai banchi della sinistra del Comune di Milano si levò un lungo applauso alla notizia dell’assassinio di Sergio Ramelli. E tutto questo l’hanno fatto scandendo nelle piazze i loro slogans monotoni ed assassini, manifestando la loro prepotenza e la loro vigliaccheria.
E ciò nonostante, visto il fallimento della loro ideologia sanguinaria e crudele, sono costretti non ad esultare per le loro vittorie, ma per i (presunti) fallimenti della controparte. Inetti, crudeli, cattivi, stupidi. Si, è tutto vero. Sono personaggi che definire appartenenti al genere umano è addirittura offensivo. Ma di che cosa vi stupite se insultano e dileggiano la morte di Taricone? È nella natura dello scorpione. E noi questi scorpioni rossi e gonfi di sangue li conosciamo sin dai primi anni ’20 del secolo scorso.
4 commenti:
Una penna veramente fine e pungente la Tua caro Andrea.....
Complimenti ottima interpretazione e ottimo articolo.
Un saluto.....a modo nostro.....
Detto da te vale dieci volte tanto. Incasso e porto a casa.
Un saluto
Un post che è una caduta di stile. Ho cercato quei commenti su google e trovo un post su indymedia, le cui risposte sono state del tipo "non dire cazzate, la vita umana va rispettata". Per 4 cazzoni non puoi abbattere una teoria politica che auspica alla libertà e all'uguaglianza fra gli uomini, a prescindere dalle idee che hai (perlomeno Berlinguer e Almirante si rispettavano).
Il comunismo che auspica alla libertà e all'uguaglianza tra gli uomini?
Complimenti per il coraggio.
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