giovedì 10 giugno 2021
Ottantuno anni fa il Sangue contro l'oro
mercoledì 19 maggio 2021
Essere Nazionalsocialisti significa (e deve significare) essere revisionisti
Ci scrive un lettore, a metà tra l’irriverente e l’indignato, relativamente al mio ultimo articolo “Reprimono il dissenso con i TSO: stiamo diventando uno Stato totalitario?”: come ci permettiamo di dire che non si può essere Nazionalsocialisti senza dirsi anche revisionisti? “Il revisionismo è una branchia della storia che nulla ha a che fare con l’avere idee politiche. Infatti molti autori revisionisti sono di sinistra e i primi revisionisti, come Faurisson, erano stati già deportati nei campi di sterminio nazisti”.
Quello che stiamo per enunciare è un concetto semplice, da noi espresso già milioni di volte, e che i lettori di questo spazio dovrebbero avere comunque interiorizzato. È comunque bene ripeterlo, per evitare fraintendimenti.
È certamente vero, come ci viene fatto notare, che essere revisionisti significhi solamente essere persone colte e che hanno avuto modo di studiare la Storia su qualche testo più serio che non fosse il Sabbatucci-Vidotto delle scuole superiori. Ciò non implica assolutamente che si debba simpatizzare per il Nazionalsocialismo oppure essere Fascisti.
Ma se è vero che non tutti i revisionisti sono Nazionalsocialisti è sicuramente vero che tutti i Nazionalsocialisti sono (o dovrebbero essere) revisionisti, cioè rifiutare la narrazione ufficiale secondo cui ci sarebbe stato, da parte della Germania Nazionalsocialista, con il supporto dei suoi alleati (in primis di Mussolini e dell’Italia Fascista), il deliberato intento di sterminare fino all’ultimo uomo una popolazione sostanzialmente inerme, cioè gli Ebrei, oltre ad altre categorie sociali e razziali. Essere Nazionalsocialisti senza essere revisionisti significherebbe, né più né meno, essere dei pazzi psicopatici, il che si che renderebbe obbligatorio ed auspicabile un TSO!
Essere Nazionalsocialisti e Fascisti significa leggere la Storia in chiave “altra” rispetto a come ci è stata raccontata per renderci docili e mansueti alle necessità del regime democratico; significa ritenere che il Nazionalsocialismo fosse e sia qualcosa di più profondo di un dittatore con deliri di onnipotenza che voleva sterminare tutti coloro che non erano alti e con i capelli biondi; significa rigettare la terminologia e l’ideologia sterminazionista, basata su documentari farlocchi vecchi di almeno quarant’anni e testimonianze già ampiamente sbugiardate in sede storica (leggasi Carlo Mattogno), per opporre un pensiero costruttivo.
Viceversa si farebbe il gioco dei soliti padroni del vapore.
lunedì 29 giugno 2020
Sallusti scriva pure i suoi articoli strappalacrime, ma non faccia paragoni con una Storia che non conosce
sabato 17 marzo 2018
Shoa: le fanta-testimonianze
Articolo del Segretario Nazionale del Movimento Fascismo e Libertà Carlo Gariglio
***
«Le fosse erano in pendenza; il grasso umano prodotto dai corpi che bruciavano colava lungo il fondo fino a un angolo, dove era stata scavata una specie di conca per raccoglierlo. Quando il fuoco minacciava di spegnersi, gli uomini prendevano un po’ di grasso dalla conca e lo versavano sui corpi per ravvivare la fiamma. Una cosa del genere l’ho vista solo qui, nelle fosse del Bunker 2»
Queste storielle sono insensate per il fatto che la temperatura di accensione degli idrocarburi leggeri che si formano dalla gasificazione dei cadaveri è di circa 600°C… La temperatura di accensione dei grassi animali è di 184°C… Perciò in un tale impianto il grasso umano brucerebbe immediatamente.
Anche perché la temperatura di accensione del legno stagionato è di 325-350°C.
Piccola premessa: nel libro La Nuit, nel 1958, egli non fa parola delle camere a gas, però… Attenzione: le camere a gas appaiono all’improvviso nella versione tedesca, Die Nacht zu begraben, Elischa, traduzione di Curt Meyer-Clason, pubblicata dalle edizioni Ullstein; ogni volta che nel testo originale appariva il termine «forno crematorio», Meyer-Clason traduceva con «camere a gas».
Wiesel non ha dunque potuto vedere le camere a gas, non più di quanto ne abbia sentito parlare, altrimenti le avrebbe certo menzionate.
Il racconto di Elie Wiesel è dunque falso e assurdo… Ma è anche chiaramente pretestuoso: se egli e suo padre erano stati “selezionati” per il lavoro, perché furono portati in prossimità della “fossa di cremazione”?
Il pavimento di queste sale scendeva con le migliaia di ebrei dentro un bacino pieno di acqua, posto al di sotto, in modo tale che tuttavia le persone in piedi sulla placca metallica non erano completamente immerse.
Quando tutti gli ebrei in piedi sulla placca metallica avevano già l’acqua ai fianchi, si faceva passare nell’acqua una corrente ad alta tensione. Dopo qualche istante tutti gli ebrei, a migliaia alla volta, erano morti.
Poi il pavimento di metallo si alzava fuori dall’acqua. I cadaveri dei suppliziati vi giacevano sopra. Un’altra linea elettrica veniva attivata e la placca metallica si trasformava in una bara crematoria, scaldata al calor bianco, fino a che tutti i cadaveri erano ridotti in cenere.
Potenti gru sollevavano allora la gigantesca bara crematoria e si evacuavano le ceneri. Dei grandi camini di officina evacuavano il fumo. Il processo era compiuto.
Il treno seguente attendeva già con i nuovi ebrei davanti all’entrata del tunnel. Ciascun treno portava da 3.000 a 5.000 ebrei, talvolta anche di più. C’erano dei giorni in cui la linea di Belzec aveva portato venti di questi treni ed anche di più. La tecnica moderna trionfava nella regia nazista. Il problema dell’esecuzione di milioni di uomini era risolto».
Questa versione è fornita da Simon Wiesenthal:
28 minuti più tardi sono rari quelli che vivono ancora. Infine dopo 32 minuti tutti sono morti; […]»
I prigionieri nella camera a gas così affollata sarebbero morti asfissiati molto prima che l’ossido di carbonio avesse esercitato i suoi effetti. Si tralascia inoltre di considerare che un motore a benzina sarebbe stato uno strumento di morte molto più efficiente di un motore diesel. In realtà, se avessero voluto gassare persone in grande numero, i tedeschi non avrebbero evidentemente utilizzato un motore, ma uno dei tanti gas tossici di produzione industriale. Ci si trova dunque di fronte ad una flagrante contraddizione: il genio tecnico che si attribuisce ai tedeschi e che doveva loro permettere di uccidere milioni di persone all’insaputa del mondo e senza lasciare la minima traccia è incompatibile con la stupidità di cui avrebbero dato prova nella messa in opera del criminale progetto scegliendo , fra tutte le armi possibili, la meno efficace.
Ma prescindendo dalle «tecniche di sterminio» quali prove abbiamo dell’assassinio di 600.000 persone a Belzec?
Un’ispezione sul sito del vecchio campo di Belzec non è di alcun aiuto poiché non vi si trova che un prato, e niente altro.
Non possediamo un solo documento al riguardo. Si risponde che i nazisti avrebbero sempre trasmesso oralmente gli ordini concernenti gli assassinii.
Non si sono trovate fosse comuni. Si risponde che i nazisti avrebbero bruciato i cadaveri.
Anche i resti delle 600.000 vittime sono però spariti. Si risponde che i nazisti avrebbero disperso le ceneri. Non ci si spiega però che cosa sia avvenuto delle ossa; la maggior parte delle persone ignora che le ossa, e a maggior ragione i denti, non bruciano che parzialmente, e che essi devono essere macinati.
Belzec è assolutamente assente dalle statistiche del SIR di Arolsen, nelle quali il campo di concentramento di Neuengamme, per esempio, figura esattamente con 5.780 decessi provati – i morti di Belzec non sono stati registrati da nessuna parte.
Non ci sono più testimoni oculari sopravvissuti. Uno solo dei 600.000 ebrei deportati a Belzec, un certo Rudolf Reder, è sopravvissuto nel campo, ma è deceduto negli anni Sessanta.
Quali prove abbiamo allora dei 600.000 assassinati di Belzec?
Tuttavia un dettaglio mi preoccupava: non capivo come il gas potesse scendere dai fori del doccino fino in basso. La stanza in cui mi trovavo era costeggiata da un corridoio. Vi entrai e là vidi un enorme tubo che le mie due braccia non arrivavano a contornare completamente e che era ricoperto, per lo spessore di un centimetro circa, di gomma.
A lato, una manovella che si girava da sinistra a destra, liberava l’arrivo del gas. Con una forte pressione esso discendeva fino a terra così che nessuna vittima poteva sfuggire a quella che i tedeschi chiamavano “la morte lenta e dolce “.
Tutto era architettato ed organizzato scientificamente. Il Genio del Male non avrebbe potuto fare di meglio.
Rientrai nuovamente nella camera a gas per cercare di trovare quella del forno crematorio.
Dopo aver esaminato ancora una volta questo inferno e proseguendo, in uno spesso e pesante silenzio, la mia lugubre passeggiata, aprii la porta di una terza stanza. Era la camera dei… prenotati.
Il verme disgustoso non deve nutrirsi del mio corpo.
La fiamma pura, è lei che deve divorarlo.
È cosi che centinaia di migliaia di esseri, entrati vivi in questo inferno, uscivano come concime…
Carlo Mattogno ricostruisce il “quadro storico” utilizzando le numerose testimonianze sulla prima gasazione omicida avvenuta ad Auschwitz
Quel che è certo, comunque, è che il loro numero totale fu di 200, o 300, o 320, o 350, o 500, o 696, o 800, o 850, o 857, o 980, o 1.000, o 1.078, o 1.400, o 1.663.
Palitzsch da solo, o insieme a un SS soprannominato “Tom Mix”, o insieme a un altro chiamato lo “strangolatore”, oppure Breitwieser, gettarono nel corridoio, o nelle celle tre barattoli di Zyklon B in tutto, oppure 2 barattoli in ogni cella.
OK Abraham… Direi che 20 milioni può andare… Se consideriamo i tassi di interesse attuali, 6 milioni nel 1945 possono tranquillamente diventare 20 milioni ai giorni nostri… Anzi… In quasi 70 anni è ancora poco…. Chi offre di più?
giovedì 17 agosto 2017
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei
Vi chiederete il perché di questa ardita citazione, e spiegarlo è davvero semplice.
Si usa dire che Alice nel paese delle meraviglie sia un capolavoro del nonsense e nulla è più calzante del concetto di nonsense per riassumere i toni di quanto mi pare di poter tranquillamente inferire da alcune recenti esternazioni di Enrico Mentana.
Vedere un numero sempre maggiore di persone ed ONG indagate per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, laddove il solito Mentana era notoriamente in prima linea, fino al giorno prima, nel conferire patente d'ignoranza e complottismo a chiunque osasse sollevare dubbi sull'operato delle medesime, deve (o almeno dovrebbe) evidentemente indurre a qualche seria riflessione.
Ma il “nostro” Mentana sembra aver preferito glissare su tali (opportune) riflessioni, finendo per rimandare l'immagine di un giornalismo improntato alla faciloneria nonché ad una estrema fiducia in una presunta “memoria corta” dei lettori, con un intuibile risultato tragicomico, al pari di numeri da circo ove il buffo funambulo passeggia senza rete a dieci metri dal suolo ma, cadendo da sprovveduto quale è, non paga la sua imprudenza sulla propria pelle, bensì resta illeso perché a parargli il colpo c’è il povero fesso di turno, rappresentato purtroppo, in questo caso, dal popolo italiano tutto.
Peccato: in un'Italietta in cui nessuno sembra mai voler ammettere i propri errori, il fatto che un giornalista con un certo seguito facesse doverosamente pubblica ammenda (se non altro per il fatto di avere, per mesi, risposto in termini spesso offensivi ed inopportuni a chiunque non concordasse con lui) sarebbe stato,forse, un esempio per tanti.
Tuttavia, prendiamo altrettanto doverosamente atto del fatto che, a quanto si deve a questo punto constatare, la tendenza non sia questa e che dopo aver preso qualche clamoroso granchio, la cosa migliore per far dimenticare a tutti al più presto la figura barbina rimediata, sia semplicemente cambiare argomento.
E tra gli argomenti con i quali gettare fumo sugli occhi agli astanti nella maniera più rapida ed efficace possibile, indovinate un po' quali figurano?
La risposta ad una simile domanda è ormai diventata talmente ovvia da poter essere taciuta: ed infatti tacerei, se non fosse per il fatto che, nel passare dalla difesa a spada tratta delle ONG alla ormai trita e ritrita manfrina pseudostorica sul nazifascismo (citato per giunta, come vedremo, in contesti del tutto inopportuni) al buon Enrico pare siano sfuggiti una serie di elementi dei quali io ritengo, invece, che i lettori debbano essere messi a conoscenza.
Se nel celebre romanzo di Carroll il Gatto poteva affermare, rivolto ad Alice, che “se cammini abbastanza, da qualche parte arriverai di sicuro”, io devo prendere atto di non essere del tutto in grado di comprendere dove Enrico Mentana voglia, esattamente, arrivare.
Non bastava una sua esternazione risalente all'ultima decade di Luglio nella quale aveva il cattivo gusto di accostare il revisionismo del “mai avvenuto olocausto”, per citare la chiara e concisa espressione utilizzata dal mio Segretario Nazionale Carlo Gariglio, alla negazione dello sbarco sulla luna e similari, non bastava evidentemente mettere fenomeni ed opinioni del tutto differenti in un medesimo calderone (liquidato genericamente come “cospirazionismo”, secondo quello che è evidentemente l'unico modulo argomentativo usato dal Mentana), perché c'è dell'altro.
Prima di passare all'altro, tuttavia, vorrei limitarmi a far presente al Sig. Mentana che il revisionismo storico non è “cospirazionismo” e non può essere liquidato come tale.
Non lo fanno gli storici sterminazionisti, i quali piuttosto da decenni si affannano a rigirare le carte in tavola per tenersi al passo con i ricercatori revisionisti, che spesso vengono altresì citati in opere di storici non revisionisti.
Tuttavia, se egli ritiene di poter fare una affermazione tanto perentoria e categorica, conferendo di fatto ed in maniera neanche troppo celata, come suo solito, patente di ignoranza, creduloneria e stupidità a chiunque la pensi diversamente da lui, vorrei invitarlo ad un pubblico dibattito sull'argomento: d'altro canto, posto che nessuno di noi due è uno storico, certamente si partirebbe ad armi pari, sulla base delle rispettive letture, o almeno vorrei augurarmelo.
Meglio, vorrei augurarglielo: perché se ho trovato di cattivo gusto il suo accostamento, troverei vieppiù di pessimo gusto l'eventualità che il caro Mentana, prima di provvedere ad una affermazione tanto apodittica, non avesse mai letto, a differenza della scrivente, un singolo testo revisionista, circostanza sulla quale, se non posso sciorinare alcuna certezza, mi sia perlomeno concesso di esprimere forti sospetti.
Bene, giacché io ritengo che prima di avere l'ardire di contestare qualcosa, per giunta in termini tanto categorici, la si debba quantomeno conoscere, mi aspetterei infatti, in un mondo ideale, che il signor Mentana conoscesse a menadito tutte le pubblicazioni revisioniste: certa che la mia aspettativa sarà smentita, se non altro per una questione di cortesia, rinnovo comunque il mio invito di cui sopra.
Ma vi è un'altra e più recente perla di Mentana sulla quale mi pare valga la pena soffermarsi.
Dal momento che non vorrei aver frainteso nulla, mi permetto di riportare paro paro la sua affermazione, affinché i lettori possano da sé provvedere a verificare se ne danno la mia stessa interpretazione.
Ieri, nello stesso giorno in cui il TG5 dedicava la sua “copertina” alla bislacca teoria secondo la quale sarebbe la calura estiva a spingere al “neofascismo” (giuro: non sto inventando nulla, se non altro perché mai e poi mai potrei vantare una simile fantasia), esattamente alle ore 8:11, il Mentana, dal suo profilo Facebook, ci deliziava con la seguente esternazione:
“Se il capo della più grande democrazia occidentale mette sullo stesso piano razzisti e antirazzisti siamo ufficialmente entrati in un tempo buio. Se nel paese che ha determinato la sconfitta di Hitler agitare una bandiera nazista è un atto identitario accettabile per i sostenitori del presidente, vuol dire che i nostri valori sono per la prima volta a rischio.”
Il riferimento è rivolto, ovviamente, ai recenti fatti che si stanno svolgendo negli USA.
Ora, non vorrei infierire oltre il necessario facendo sommessamente notare che, si apprende già sui sussidiari di quinta elementare, ben più determinante degli USA sulle sorti della Seconda Guerra Mondiale fu con ogni probabilità la battaglia di Stalingrado (e, più genericamente, il fronte orientale, ove si registrò il maggior numero di perdite per la Wehrmacht), anche se alla "più grande democrazia occidentale" va certamente riconosciuto l'infelice status di unica nazione al mondo ad aver sganciato un'atomica su civili inermi, mi chiedo se il novello paladino della memoria a targhe alterne che s'indigna e s'agita alla vista di una bandiera nazionalsocialista, sia a conoscenza di alcuni semplici dati di fatto.
Non è questa, o perlomeno non oggi, la sede per entrare nel merito dei recenti fatti statunitensi, in quanto ne verrebbe fuori un articolo troppo lungo, ma non posso comunque non chiedermi se Mentana abbia visto alcune delle foto degli alfieri, a suo modo di vedere probabilmente, dell'antirazzismo che manifestavano “pacificamente” (con tanto di spranghe e volto coperto) contro chi si opponeva alla rimozione della statua del generale Lee.
Viste in quest'ottica, francamente, mi pare che le parole di Trump (sul quale ho sempre avuto un'opinione negativa, peggiorata e rinsaldatasi dopo il pretestuoso attacco alla Siria), tese -immagino- a condannare la violenza ex se, da chiunque promanante, siano improntate a nulla più che ad un elementare buon senso- quello che spesso manca al giornalismo italiano.
I “tempi bui”, i “valori a rischio” e gli altri spauracchi impudentemente agitati da Mentana, di per sé, non meriterebbero neanche un commento, tanto paiono intrisi di retorica di infima lega e luoghi comuni.
Ma qualcosa deve essergli invece necessariamente comunicata: Mentana, con la sua affermazione, sembra mostrare la convinzione, peraltro comune a molti, che gli USA abbiano combattuto la Seconda Guerra Mondiale in chiave antirazzista (perché proprio questo a me sembra di inferire, tra le tante castronerie, da quanto scrive).
Gli USA, benemeriti portatori di "democrazia" a buon mercato, avrebbero combattuto nientepopodimeno che contro il razzismo del Terzo Reich!
In realtà, per comprendere come ben altri siano stati i motori della Seconda Guerra Mondiale basterebbe leggere qualche libro, ad esempio "L'ordinamento economico nazionalsocialista" di René Dubail ma, perché no, se letto cum grano salis potrebbe rivelarsi molto utile anche "La colpa fu tutta tedesca? Storia delle responsabilità americane nello scoppio della seconda guerra mondiale", di Charles Austin Beard, uno dei più noti storici statunitensi del secolo scorso.
Oggi, giorno in cui ricorre il trentesimo anniversario della morte, o meglio, per chi preferisce utilizzare i termini più aderenti alla realtà dei fatti, dell'omicidio di Rudolf Hess, sarebbe tra l'altro un'occasione particolarmente propizia per cominciare ad interrogarsi.
Ma al di là delle cause della Seconda Guerra Mondiale mi sono chiesta se, nel parlare degli USA, della “più grande democrazia occidentale”, Mentana avesse davvero in mente gli stessi USA che conosco io, cioè quelli che hanno avuto leggi razziali (davvero tali, senza deroghe di sorta, a differenza di quelle italiane e tedesche, ma questo è già stato spiegato compiutamente da Carlo Gariglio in un suo articolo, al quale rimando: http://lavvocatodeldiavolo.biz/?p=47) fino agli '70 o quasi.
Infatti, forse Mentana non ne è a conoscenza, ma è certamente del 1967 una pronuncia della Corte Suprema che dichiarò incostituzionale una legge della Virginia nota come "Racial Integrity Act" (risalente al 1924 e dichiarata incostituzionale, appunto, nel 1967).
Parimenti, sono stati gli USA, “la più grande democrazia occidentale”, ad aver notoriamente attuato fino alla metà degli anni '80 una politica conciliante nei confronti dell'Apartheid in Sudafrica (anche quello non prevedeva nessun tipo di deroga).
E, volendo restare sulla falsariga del titolo “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, si potrebbe anche provare a spiegare al signor Enrico Mentana quale fosse la configurazione politica del Sudafrica, Stato certamente amico degli USA, fino al 1993: anche senza scomodare l'Apartheid, era previsto un Parlamento tricamerale configurato su basi meramente razziali.
La prima delle tre Camere era riservata ai bianchi, ed aveva i poteri più estesi, tra i quali l'elezione del Presidente della Repubblica, le altre due, con poteri decisamente inferiori, erano assegnate rispettivamente ad asiatici e meticci.
Nessuna rappresentanza politica era invece riservata all'etnia bantù, la quale pure, nelle aree urbanizzate, era la più numericamente consistente.
Dunque, se Mentana ritiene che gli USA o i suoi amici possano e/o debbano impartire lezioni di antirazzismo a chicchessia, temo sia proprio fuori strada.
Forse, il signor Mentana, farebbe meglio ad impiegare un po' del molto tempo che passa su Facebook a “blastare” (termine che, nella neolingua 2.0, dovrebbe significare qualcosa come “sbeffeggiare pubblicamente”) i poveri “Webeti” (altro termine in neolingua, stavolta coniato dallo stesso Mentana: non credo necessiti di spiegazioni) rei di non pensarla come lui, su qualche libro di Storia.
Anche revisionista, magari, così potrà certamente accettare il mio caloroso invito al dibattito.
Prima di congedarmi, mi preme tuttavia un'altra precisazione: al di là di ciò che si possa pensare in merito ai fatti di Charlottesville ed ancor più ai fatti all'origine del “casus belli” (personalmente, vorrei solo dire che l'abbattimento di statue e la sistematica cancellazione della Storia mi ricorda nulla più e nulla meno che alcune gesta dell'Isis), i “suprematisti bianchi” statunitensi, perlomeno nel loro nucleo centrale, sono antifascisti e antinazisti.
Penso che, d'altronde, la cosa sia ben chiara anche a livello meramente estetico dal cappuccio bianco (massonico) del Ku Klux Klan.
Davvero è concepibile che un opinionista che ha il potere di incidere in maniera forte sulla formazione della cosiddetta “opinione pubblica” non sia a conoscenza dei semplici fatti qui riportati (i quali, comunque, sarebbero facilmente appurabili da chiunque)?
A questo punto, più che nel mondo creato da Carroll, mi pare infatti di trovarmi in una nota fiaba di Andersen, “I vestiti nuovi dell'imperatore”: fiaba nella quale il sovrano, ingannato da due astuti truffatori che fingono di tessere abiti splendidi visibili soltanto ai più intelligenti, si ritrova a sfilare nudo per le vie delle città, senza che i più abbiano il coraggio di affermare l'ovvio.
Alla fine, solo un bimbo non riesce a trattenere una divertita esclamazione: “Il Re è nudo!”
Ma, pur di fronte alla voce della verità, anche a quel punto l'imperatore preferisce continuare tronfio la sua parata in mutande...
martedì 22 novembre 2011
Crisi ed infiltrati di regime
Così facendo, il solito vecchio e corrotto regime si difende dalle uniche idee che potrebbero portare ad una sua liquidazione, come in parte avvenuto nei meravigliosi anni che vanno dal 1922 al 1945, allorquando le forze sane dell’Europa, seguendo l’esempio del Fascismo Musssoliniano, si orientarono verso un socialismo nazionalista, epurato dalle tante cretinate internazionaliste del marxismo, il quale si proponeva di tutelare le masse lavoratrici non mediante l’eccidio delle classi borghesi, ma tramite una saggia collaborazione fra tutte le classi di una Nazione. Il fatto che tutto questo sarebbe divenuto intollerabile sia per il liberalismo capitalista, sia per il comunismo, fu presto chiaro agli altri Paesi da questi governati, e portò alla più innaturale ed immonda delle coalizioni della Storia, tenuta insieme dalla sola volontà di eliminare il Fascismo – Nazionalsocialismo per permettere a “lorsignori” di continuare a sfruttare le classi umili dell’Est e dell’Ovest con le armi del comunismo e del capitalismo.
Proprio per i motivi di cui sopra, ancora oggi, benché il Fascismo sia ormai scomparso da 66 anni e sia il più delle volte rappresentato da indegni figuri che nulla hanno a che fare con le nostre idee, quello che terrorizza a morte i padroni del mondo è proprio un ritorno in auge del vecchio Fascismo, il quale, se solo fosse compreso dal popolo bue che preferisce vantarsi di essere antifascista e di prenderla nel di dietro da destra e sinistra, potrebbe finalmente portare il mondo verso un periodo di pace e prosperità oggi inimmaginabili… Non sono certo i pagliacci di regime come Beppe Grillo che possono fare paura, né i rifiuti tossici dell’autonomia che si divertono a cambiare nome, ma che restano sempre dei pidocchiosi senza cervello incapaci di proporre qualsiasi cosa che non sia un “NO” o una manifestazione con annessi disordini… I coglioni non fanno mai paura ai regimi, ma i cervelli sì, ed è ben per questo che assistiamo da sempre all’accanimento giudiziario contro chi osa fare il saluto romano, chi si dice Fascista e chi, come noi, tenta di riportare il Fascismo (quello vero) nella politica italiana semplicemente partecipando ad elezioni in modo del tutto democratico. Repressione, ostracismo e persecuzioni contro chi ha idee buone, massima tolleranza anche nei confronti di chi delinque per i coglioni che non hanno nulla da dire… Ed oltre alle repressioni politico – giudiziarie, il regime “regala” ai Fascisti anche gli infiltrati, con lo specifico compito di dividere (oserei dire atomizzare!) l’area e di confondere quei giovani che, pur non sapendo granché del periodo Fascista, si avvicinano alle nostre idee con una certa simpatia.
Li vediamo in giro da anni, sempre sulla breccia e senza mai alcuna limitazione postagli dal regime che li ha generati o che li sfrutta perché ha compreso che fanno più danno loro, dall’interno, al nostro pensiero politico, di quanto non possa fare la repressione esterna… Ormai siamo abituati a convivere con i gruppi di falsi Fascisti che vanno per la maggiore, ovvero quelli che cercano di pescare consensi e voti dalla nostra area, salvo poi portarli a coalizioni politiche che si dicono fieramente antifasciste, benché di destra, così come ben conosciamo i gruppuscoli di sfigati nati con l’esclusivo scopo di arrecare danno e fastidio a noi del MFL-PSN… Come non pensare, infatti, alla ridicola creatura di un nostro ex (per fortuna) Segretario, il quale ha costituito un “movimento” avente quale unico scopo quello di diffamare il sottoscritto ed il MFL-PSN tutto, nonché di clonare i nostri siti internet nella vana speranza di dirottare qualche simpatizzante un po’ più imbecille degli altri dal nostro movimento al suo gruppuscolo… Così come non possiamo dimenticare il movimento clone del MFL-PSN, creato dai poveracci che nel passato tentarono di impadronirsi del nostro partito, dovendo poi accontentarsi di fondarne un clone con lo stesso simbolo e lo stesso Statuto, avente anch’esso quale unico scopo quello di disturbare la nostra attività.
Non è certo migliore il panorama se guardiamo a certi singoli personaggi che da anni imperversano liberamente nella nostra area di pensiero al fine di provocare danni e litigi vari… Dall’avvocato di Pordenone falso Camerata e vero infiltrato, che avvicina i Fascisti fingendo comunanza di idee e pensiero, salvo poi raggirarli con parcelle estorsive, diffamazioni assortite e porcate varie che si trascinano spesso in aule giudiziarie, al sedicente ex RSI di Perugia, il quale da anni fa il giro dei movimenti d’area, spacciandosi per Camerata duro e puro, salvo poi finire le sue visite con truffe, denaro estorto con le scuse più fantasiose e naturalmente denunce penali di ogni tipo contro chi osa contrastare o smascherare l’arzillo truffatore… E vogliamo dimenticare il Principe degli infiltrati, ovvero quel Gaetano Saya che da decenni armeggia con sigle e simboli che fanno parte della storia Fascista e Nazionalsocialista, salvo poi scrivere di suo pugno pagine di puro antifascismo ed antinazismo, nonché deliranti lodi alla massoneria e ad Israele? Costui, senza mai avere l’incomodo di qualche ostacolo legale, si è dapprima impadronito del nome e del simbolo del fu MSIDN senza suscitare gli strali di Fini e so(r)ci (i quali, stranamente, seppellirono di denunce tutti quelli che osarono farlo prima, da Pisanò a Rauti, passando per Bigliardo ed altri), arrivando negli ultimi tempi a fondare una patetica polizia privata che pretendeva di appropriarsi di simboli e divise proprie del partito Nazionalsocialista tedesco.
Meritano anche una citazione, dato che si parla di squallore, quei poveracci che dopo avere cercato di danneggiare il MFL-PSN dall’interno, finirono con l’uscirne per fondare patetiche sigle alternative, fallite subito dopo la loro nascita per totale mancanza di aderenti… Come dimenticare il mitico federale materano che pretendeva dal sottoscritto i soldi per fare attività politica, e che pochi anni dopo avere fondato la “RSI” finì nella Fiamma Tricolore ad anticipare soldi mai rivisti per l’europarlamentare Romagnoli? E il povero Cristo molisano, che fondò da solo il PFR dopo essere uscito dal MFL-PSN perché il sottoscritto non lo aveva autorizzato ad entrare nella Casa delle Libertà del Molise?
Certo, non tutti quelli citati sono veri infiltrati del regime, ovvero agenti che dipendono dal Ministero dell’Interno e che svolgono la loro stomachevole opera di disinformazione e frammentazione per guadagnarsi uno stipendio; molti altri iniziano le loro tristi attività per pura megalomania, sentendosi cioè dei prescelti dallo spirito del Duce per riportare in auge il “vero” fascismo, o magari per puro spirito di arrivismo, nella speranza cioè di mettersi in evidenza e farsi una carriera in un’area politica da sempre disastrata… O ancora, si tratta di semplici delinquenti che tentano di nascondere le loro illecite attività dietro ad una parvenza politica o giornalistica.
Quello che però è certo è il fatto che tutti questi signori, da qualsiasi luogo arrivino e da qualsiasi malattia mentale nascano, vengono tutelati e protetti dal regime, allorquando si scopre che il loro ruolo falsamente fascista torna utile non al Fascismo vero, ma a quanti hanno quale unico obiettivo quello di continuare ad affossare le nostre idee mediante l’atomizzazione dell’area e la creazione di fascismi all’amatriciana che nulla hanno a che vedere con il Fascismo ed il Nazionalsocialismo storici.
Inutile ricordare le mille querele presentate dal sottoscritto e da altri esponenti MFL-PSN contro questi personaggi alle Procure di Milano, Pordenone e Perugia… Querele che sono scomparse come neve al sole, senza mai arrivare ad un processo e senza mai neppure arrivare ad una comunicazione di archiviazione della pratica: ai Fascisti veri non spetta neppure ricevere le comunicazioni richieste e dovute per Legge… Viceversa, quando qualcuno di questi luridi figuri presenta una denuncia ai miei e nostri danni, essa giunge in carrozza, tramite corsie preferenziali a noi oscure, fino al processo, a volte persino con una condanna!
Ma non mi sono ripromesso di scrivere questo articolo per rivangare un passato più o meno remoto… Desidero, al contrario, mettere in guardia i Camerati da infiltrati più o meno nuovi, che spuntano come funghi da ogni parte, tentando di trascinarci in inutili liti e cercando di instillare nei Camerati più giovani e meno scafati dei dubbi dottrinari a proposito della vera essenza del Fascismo e del Nazionalsocialismo.
Fra gli ultimi arrivati nella fogna degli infiltrati ci sono i sedicenti fascisti del “Covo” (già il nome la dice lunga sul loro livello intellettivo), i quali imperversano da tempo sul passatempo dei coglioni (Facebook) lanciando messaggi deliranti a proposito di un “vero” fascismo (il loro, naturalmente!) che sarebbe stato tradito da tutti i movimenti della cosiddetta “area”, primo fra tutti, guarda caso, proprio il nostro MFL-PSN, ovvero l’unico movimento politico italiano che da sempre difende il Fascismo storico e tutte le sue scelte, non solo quelle che farebbero comodo agli infiltrati attuali.
I parassiti di cui sopra hanno iniziato da tempo una vera e propria campagna contro il MFL-PSN, fingendo naturalmente di prendersela con tutti i movimenti della cosiddetta “area” (i quali, essendo mai stati veramente Fascisti per loro stessa ammissione, non se la prendono certo molto per essere annoverati fra i falsi fascisti), ma avendo quale unico e vero obiettivo il nostro MFL-PSN, cioè l’unico movimento che potrebbe riportare in auge l’ideale Fascista e Nazionalsocialista senza ridurlo ad una parodia dello stesso creata ad arte dai pennivendoli di regime e dagli infiltrati sopra descritti.
Francamente ho molto riflettuto sull’opportunità di rispondere a certi parassiti anonimi, uno dei quali si divertiva a sproloquiare su Facebook firmandosi addirittura “Tiberio Gracco”… Si può prendere sul serio un emerito vigliacco che si nasconde dietro il nome di un Tribuno della plebe del 133 A. C. per diffamare il prossimo e per proporre le sue fantasiose visioni politiche? Sia esso uno dei tantissimi semplici vigliacchi, o uno degli squallidi brigadieri che si infiltrano per ordini superiori, non varrebbe certo la pena entrare in conflitto con costui… Però, essendo molti giovani ancora vittima del passatempo inventato dal giudeo Zuckerberg (Facebook) e non avendo, per ovvi motivi, l’esperienza necessaria per potere discernere le idee che derivano dal Fascismo da quelle inventate dal “Tiberio Gracco” di turno, mi sono ridotto a scrivere questo articolo, che non immagino utile a polemizzare contro delle nullità senza nome, ma se mai utile ai nostri giovani per non cadere in certe trappole.
Di recente, i falliti anonimi del “Covo”, hanno pubblicato un farneticante articolo su un loro blog chiamato “Primato Fascista”; dal tipo di cretinate scritte, comprendiamo che c’è già un errore di fondo: il blog doveva chiamarsi “Primate” fascista, in quanto le argomentazioni esposte sono degne di quegli incroci fra uomo e scimmia che la Storia ci ha abituato a definire “primati”.
Già è interessante notare, giusto per toglierci ogni dubbio, come il nostro MFL-PSN sia stato il secondo movimento annoverato fra i “falsi” Fascisti dai nostri simpatici primati, subito dopo Forza Nuova… Si capisce subito l’onestà intellettuale e di intenti di costoro… Non parlano subito di Fiamma Tricolore, della Destra, della Mussolini, tutti attualmente inseriti nel PDL, né dei mille gruppuscoli nati da traditori del MFL-PSN che hanno quale unico obiettivo quello si sabotarci… E neppure delle creature del Saya, fiero di definirsi antifascista seppure mascherato da Fascista.
No, si attacca subito il MFL-PSN, subito dopo un articoletto dedicato a Forza Nuova, ove campeggia, fra le prove mostrate a testimoniare il fatto che FN non è Fascista, addirittura un articolo tratto da “La Stampa” di Torino che il sottoscritto ha pubblicato svariate volte negli ultimi anni… Ovvero, i cagasotto anonimi del “Covo” ci seguono con amore, tanto da salvarsi i documenti che pubblichiamo sui nostri giornali, blog e siti! Del resto, il povero primate e tribuno della plebe, su Facebook ha ammesso di avere il dente avvelenato con il sottoscritto, il quanto cacciato dal forum del MFL-PSN dopo avere diffuso un po’ delle sue teorie da Fascista all’amatriciana!
Ma quali sarebbero i motivi addotti da questi (ammesso che ne esista più di uno, dato che anche sul blog pubblicano demenzialità assortite firmate da nomi di battesimo o nick fantasiosi…) primati per definirci falsi Fascisti? Ovviamente, le solite demenzialità tanto care ai fascisti all’amatriciana, cioè l’accusa di essere nazionalsocialisti (come se il nazionalsocialismo fosse una cosa diversa, poveri idioti!), di essere razzisti (concetto che non comprendono in alcun modo, da buoni primati) e di avere aderito all’unione mondiale dei nazionalsocialisti, ove figurano movimenti ridicoli, che hanno una comprensione della storia Fascista e Nazionalsocialista pari a quella dei decerebrati del “Covo”.
Ciliegina sulla torta, i poveri primati credono di dimostrare l’avversione del Duce nei confronti del Nazionalsocialismo e del razzismo evincendo dalle migliaia di scritti mussoliniani la seguente frase:
“Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d’oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto.” Dal discorso di S.E. Benito Mussolini a Bari il 6 settembre 1934- XII E.F.
Ora, partendo dalla fine, siamo ben consci che la stragrande maggioranza di quanti si dicono oggi nazisti sono in realtà delle nullità con nessuna formazione storica e politica, i quali credono che il nazismo sia quella parodia razzista e bieca descrittaci dai pennivendoli al soldo del giudaismo e del comunismo; siamo stati noi i primi a denunciare lo squallido ruolo del razzismo all’americana, ovvero quello basato sul colore della pelle e sulle aggressioni agli individui di etnie diverse… Chi ha un minimo di onestà intellettuale dovrebbe riconoscere che più volte mi sono scagliato, in prima persona, contro lo stupido razzismo alla White Power o KKK, cioè un razzismo aggressivo basato sul nulla, che non ha altro fine al di fuori dell’alienarci le simpatie di Camerati appartenenti ad altri popoli ed etnie.
Inoltre, equiparare il Nazionalsocialismo germanico al bieco razzismo in stile americano è una squallida operazione letteraria che la dice lunga sul livello culturale e di onestà di certi primati… Non sarà bello autocitarsi, ma non posso esimermi dal richiamare due mie precedenti articoli reperibili sul mio blog; nel primo, “Il razzismo Nazista” (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=408), saccheggiando un documentatissimo studio del noto giornalista Alberto B. Mariantoni, mostravo agli idioti come quelli del “Covo” ed ai tanti razzisti all’amatriciana, come il Nazionalsocialismo tedesco non si fosse mai sognato di essere antistraniero, antiislamico o stupidamente razzista come certi movimenti americani… Al contrario, i Nazionalsocialisti ebbero ottimi rapporti con movimenti ad essi ispirati che nacquero nel cosiddetto Medio Oriente, nel Sud Est Asiatico e nella stessa Africa; molti nazionalsocialisti arabi ed africani appoggiarono apertamente la politica hitleriana e godettero di ampi finanziamenti da parte del Nazionalsocialismo germanico. Inoltre, in una intervista successiva (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=417), evidenziavo come persino gli ebrei che non avevano mostrato ostracismo ed avversità nei confronti del Nazionalsocialismo poterono vivere indisturbati nella Germania dell’epoca, facendo anche carriera politica e militare. In particolare, citando me stesso:
“Secondo lo storico ebreo BRYAN MARK RIGG autore de “I soldati ebrei di Hitler”, furono ben 150 mila gli ebrei che combatterono per il Reich, fra i quali il feldmaresciallo Erhard Milch, decorato da Hitler per la campagna del 1940, l’Oberbaurat della Marina e membro del partito nazista Franz Mendelssohn, discendente diretto del famoso filosofo ebreo Moses Mendelssoh, l’ammiraglio Bernhard Rogge decorato da Hitler e dall’imperatore del Giappone, il comandante Paul Ascher, ufficiale di Stato maggiore sulla corazzata Bismarck. Gerhard Engel, maggiore aiutante militare di Hitler, il generale Johannes Zukertort e suo fratello il generale Karl Zukertort, il generale Gothard Heinrici, il generale Karl Litzmann, “Staatsrat” e membro del partito nazista, il generale Werner Larzahn decorato da Hitler, il generale della Luftwaffe Helmut Wilberg dichiarato ariano da Hitler, Philipp Bouhler, Capo della Cancelleria del Fuhrer, il maggiore Friedrich Gebhard, decorato da Hitler, il superdecorato maggiore Heinz Rohr, l’eroe degli U-802, i sottomarini tedeschi, il capitano Helmut Schmoeckel… Segue una sfilza di ufficiali, sotto-ufficiali, soldati. Tutti ebrei, o mezzi ebrei o ebrei per un quarto o addirittura per il 37,5 per cento, come il Gefreiter Achim von Bredow. Persino Reinhardt Heydrich, Capo dell’ufficio per la sicurezza del Reich, generale delle SS, diretto superiore di Eichmann, era ebreo da parte di padre ed ebbe l’esenzione da Hitler… Cosa dimostra questo? Semplicemente che sono favole tutte quelle che si raccontano a proposito del razzismo biologico Nazista e dello sterminio sistematico degli ebrei, in quanto non sarebbero esistite le “esenzioni” e/o le dichiarazioni di “arianità” concesse ad ebrei! Né avremmo visto 150 mila uomini collaborare con valore alla eliminazione di loro stessi!”.
Ecco dunque ridicolizzata con i fatti l’affermazione tipica di certi fascisti all’amatriciana che amano equiparare il Nazionalsocialismo ai movimenti razzisti attuali! Lo stesso discorso vale per il Fascismo; è ben vero che Mussolini varò le famose Leggi Razziali del 1938, ma è altrettanto vero che esse contenevano al loro interno tali e tante esenzioni da renderle sostanzialmente inapplicabili a tutti gli ebrei italiani… Si esentavano dagli effetti delle Leggi Razziali tutti gli ebrei che avevano combattuto durante la I Guerra Mondiale, quelli che avevano partecipato alla Marcia su Roma, quelli che avevano combattuto durante la Guerra d’Etiopia e quella di Spagna, nonché i loro parenti… In sostanza, nessun ebreo che aveva mostrato attaccamento allo Stato Italiano ed al Fascismo ebbe nulla da temere da quelle Leggi, mentre molto potevano avere da temere quegli ebrei, soprattutto sionisti, abituati a vivere come parassiti in un Paese che non consideravano la loro vera Patria! Dunque quello che erroneamente viene chiamato razzismo, non ha nulla a che fare con le dottrine deliranti (rimaste Leggi negli USA fino a tutti gli anni 60) che dividono gli uomini fra superiori (bianchi) ed inferiori (negri)… Nel cosiddetto razzismo Fascista e Nazionalsocialista non era certo l’aspetto biologico ad essere privilegiato, anzi! Avete mai visto un ebreo o un negro diventare biologicamente ariani per editto governativo?
Volendo poi giocare sullo stesso sporco piano dei primati “fascisti” del “Covo”, ecco quanto sosteneva Benito Mussolini il 4 giugno 1919 dalle colonne del Popolo d’Italia:
«Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo gli è che così vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli di razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una rivincita contro la razza ariana, che li ha condannati alla dispersione per tanti secoli. In Russia vi è l’ottanta per cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei… La finanza mondiale è in mano degli ebrei. Chi possiede le casseforti dei popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i Rothschild, i Warburg; gli Schiff, i Guggenheim, i quali hanno lo stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza non tradisce la razza. Il bolscevismo è difeso dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità sostanziale. La plutocrazia internazionale è controllata e dominata dagli ebrei»
Capito? Nel 1919, ovvero quando nessuno in Europa aveva sentito parlare di Hitler! Altro che scelte imposte dall’arroganza dell’alleato Nazionalsocialista! Altro che totale assenza di razzismo nella politica mussoliniana!
Mussolini aveva, ben prima di Hitler, il quadro dello strapotere ebraico molto ben chiaro ed in evidenza, e non ebbe bisogno di nessuna sollecitazione per muoversi non contro gli ebrei in generale, ma contro quegli ebrei che si scagliarono contro la Germania e contro l’Italia in difesa del bolscevismo e delle plutocrazie occidentali controllate economicamente e politicamente da loro confratelli!
Inoltre, a prescindere dalle citazioni riportate dai primati e dal sottoscritto, ogni persona dotata di buon senso sa che nella vita al mutare delle condizioni, mutano anche gli atteggiamenti dei singoli… Mussolini ebbe certamente delle diffidenze nei confronti dello sconosciuto Hitler che pareva scimmiottare il Fascismo italiano, così come, dopo avere combattuto una I Guerra Mondiale a loro fianco, era convinto di potere avere in Francia, Gran Bretagna ed USA dei validi alleati… Ma con il variare delle posizioni, con la vergogna delle Sanzioni volute dai Paesi forti contro l’Italia che tentava di affacciarsi in Africa e con la rivolta dei capitalisti e dei comunisti terrorizzati dall’idea di essere liquidati da questa nuova ideologia che aveva preso piede in Italia e Germania, ma che vedeva movimenti analoghi avanzare in Spagna (La Falange), in Belgio (il Rexismo di Degrelle), in Romania (La Guardia di Ferro di Codreanu), in Ungheria (le Croci Frecciate) e nella stessa Gran Bretagna (le camicie nere di Sir Oswald Mosley), senza contare i Paesi extraeuropei citati nell’articolo “Il razzismo nazista”, non potevano che mutare alleanze e posizioni sullo scacchiere internazionale.
Tanto per mostrare quanto sia ridicolo e patetico il tentativo dei nostri primati del fascismo di fissare un’idea eincendo dal contesto originario poche righe del pensiero di un uomo, eccovi le dichiarazioni che M. W. Churchill fece alla stampa italiana nel gennaio del 1927, durante un viaggio a Roma:
“Il vostro movimento ha reso un servizio al mondo intero. Sembra che ciò che caratterizza tutte le rivoluzioni sia una progressione costante verso la sinistra, una sorta di slittamento inevitabile verso l’abisso. L’ Italia ha dimostrato che esiste un mezzo per combattere le forze sovversive che possono ingannare le masse popolari e che queste, ben condotte, possono apprezzare il valore di una società civilizzata e difendere l’onore e la stabilità. E’ l’Italia che ci ha dato l’antidoto necessario contro il veleno rosso. (“La decomposizione dell’Europa liberale”, pag. 178 – M. Bertrand de Jouvenel).
Questo è lo stesso Churchill criminale che preferì allearsi dapprima segretamente, poi palesemente, con l’URSS di Stalin, al fine di cancellare il Fascismo ed il Nazionalsocialismo dall’Europa…
Terminato di ridicolizzare questi pagliacci senza nome, sena cervello e senza dignità che si arrogano il diritto di parlare di Fascismo senza averne compreso nulla, e per giunta con abbondante utilizzo di falsità assortite, vorrei limitarmi a ricordare ai Camerati giovani, che spesso si fanno cogliere dai dubbi, che nessuna ideologia può essere applicata da diverse persone in diversi Paesi nella stessa identica maniera. Così come ci furono innegabili differenze fra il comunismo in URSS, in Cina e nel resto del mondo, ci sono state e ci sono differenze a volte macroscopiche fra i partiti che nel mondo si richiamano al socialismo o al cosiddetto Partito Popolare… Addirittura, possiamo vedere come nel Partito Popolare Europeo confluiscano diversi partiti italiani che in Patria sono schierati su fronti opposti, così come soltanto in Italia esistono socialisti schierati a destra e socialisti schierati a sinistra…
Indi, pretendere di considerare come cose distinte e separate due movimenti gemelli, per il solo fatto di essere andati al potere in due Paesi diversi, come accadde a Fascismo e Nazionalsocialismo, e di essere stati, quindi, adattati a due realtà molto diverse, è operazione infame e degna dei farabutti che si infiltrano nella nostra area al solo scopo di creare attriti e divisioni.
Leon Degrelle, fondatore del Rexismo in Belgio, chiamò così il suo movimento derivandolo dalla frase “Cristo Rex”… Ma non esitò a schierarsi, per comunanza di vedute, dalla parte della crociata Fascista e Nazionalsocialista contro il bolscevismo, senza nascondersi dietro alla differenza che esisteva fra lui, cristiano di ferro, ed Hitler, che certamente non fu l’esempio del cristiano praticante. Degrelle combatté sul fronte dell’Est e si guadagnò decine di decorazioni, anche per i combattimenti corpo a corpo… Partì soldato e tornò Generale.
Hitler stesso, parlando con Degrelle, ebbe a dirgli: “Se avessi avuto un figlio, lo avrei voluto come Lei”.
Ecco, cari Camerati: io ai topi di fogna che cercano di reinterpretare la Storia a loro uso e consumo, restandosene nascosti dietro all’anonimato per gettare letame sui veri Camerati, preferisco i Camerati veri che si gettarono in prima linea, senza nascondersi, per difendere le loro idee e quelle dei Camerati come loro, indipendentemente dal fatto che esistessero alcune differenze ideologiche fra loro.
A voi la scelta se essere degni di Leon Degrelle o del vigliacco con QI da primate che si firma eroicamente “Tiberio Gracco”!
Carlo Gariglio
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