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giovedì 10 giugno 2021

Ottantuno anni fa il Sangue contro l'oro

Ottantuno anni fa l'Italia si ergeva ad estremo baluardo dell'Onore e del Sangue ario contro l'innominabile lobby che da 2000 anni avvelena i pozzi della Tradizione dell'Europa.
Hanno vinto una guerra, ma non l'ultima battaglia. Non ancora.
Lunga vita a coloro che difesero la Civiltà.
 

 

mercoledì 19 maggio 2021

Essere Nazionalsocialisti significa (e deve significare) essere revisionisti

Ci scrive un lettore, a metà tra l’irriverente e l’indignato, relativamente al mio ultimo articolo “Reprimono il dissenso con i TSO: stiamo diventando uno Stato totalitario?”: come ci permettiamo di dire che non si può essere Nazionalsocialisti senza dirsi anche revisionisti? Il revisionismo è una branchia della storia che nulla ha a che fare con l’avere idee politiche. Infatti molti autori revisionisti sono di sinistra e i primi revisionisti, come Faurisson, erano stati già deportati nei campi di sterminio nazisti”.

Quello che stiamo per enunciare è un concetto semplice, da noi espresso già milioni di volte, e che i lettori di questo spazio dovrebbero avere comunque interiorizzato. È comunque bene ripeterlo, per evitare fraintendimenti.

È certamente vero, come ci viene fatto notare, che essere revisionisti significhi solamente essere persone colte e che hanno avuto modo di studiare la Storia su qualche testo più serio che non fosse il Sabbatucci-Vidotto delle scuole superiori. Ciò non implica assolutamente che si debba simpatizzare per il Nazionalsocialismo oppure essere Fascisti.

Ma se è vero che non tutti i revisionisti sono Nazionalsocialisti è sicuramente vero che tutti i Nazionalsocialisti sono (o dovrebbero essere) revisionisti, cioè rifiutare la narrazione ufficiale secondo cui ci sarebbe stato, da parte della Germania Nazionalsocialista, con il supporto dei suoi alleati (in primis di Mussolini e dell’Italia Fascista), il deliberato intento di sterminare fino all’ultimo uomo una popolazione sostanzialmente inerme, cioè gli Ebrei, oltre ad altre categorie sociali e razziali. Essere Nazionalsocialisti senza essere revisionisti significherebbe, né più né meno, essere dei pazzi psicopatici, il che si che renderebbe obbligatorio ed auspicabile un TSO!

Essere Nazionalsocialisti e Fascisti significa leggere la Storia in chiave “altra” rispetto a come ci è stata raccontata per renderci docili e mansueti alle necessità del regime democratico; significa ritenere che il Nazionalsocialismo fosse e sia qualcosa di più profondo di un dittatore con deliri di onnipotenza che voleva sterminare tutti coloro che non erano alti e con i capelli biondi; significa rigettare la terminologia e l’ideologia sterminazionista, basata su documentari farlocchi vecchi di almeno quarant’anni e testimonianze già ampiamente sbugiardate in sede storica (leggasi Carlo Mattogno), per opporre un pensiero costruttivo.

Viceversa si farebbe il gioco dei soliti padroni del vapore.

mercoledì 28 aprile 2021

lunedì 26 aprile 2021

Tenetevi pure il vostro 25 aprile...

Ogni anno, ogni maledetto 25 aprile, quando torme di pagliacci scendono in strada a celebrare il tradimento, il disonore militare, la sconfitta della Nazione ed il suo declassamento a mera colonia americana, spunta puntualmente fuori qualcuno che ci parla di “pacificazione”. 

Da una parte uomini e Patrioti, che non abbandonarono la Nazione nel suo momento più drammatico, arruolati nelle Brigate Nere, nei reparti della Repubblica Sociale Italiana, nelle SS Italiane, al fianco dei gloriosi alleati Nazionalsocialisti, pronti ad immolarsi in Russia, in Africa, in Egitto, in quell'Italia che non si voleva far cadere nelle mani degli americani. Dall'altra i partigiani, vili banditi e teppisti, come ampiamente dimostrato dalla sentenza 747 del Tribunale Supremo Militare (anno 1954, ben nove anni dopo la caduta del Fascismo, giova ricordarlo), che qualifica come legittimi soldati i combattenti inquadrati nelle formazioni Fasciste - appartenenti ad uno Stato legalmente riconosciuto (la Repubblica Sociale Italiana) da gran parte degli Stati allora in guerra, contro i banditi, non qualificabili come belligeranti. In poche parole: vili terroristi.

Ebbene: Noi non vogliamo nessuna pacificazione tra repubblicani Fascisti e partigiani. Non vogliamo sederci con gli eredi di coloro che hanno svenduto la Patria, che sparavano a legittimi soldati alle spalle, che si nascondevano sui monti solo per razziare e depredare, che violentavano donne e bambine indifese colpevoli solo di amare un fascista o di averlo come padre, che salutavano come “liberatori” gli assassini di Dresda, di Hiroshima, di Nagasaki, di Gorla, il tutto mentre c’era ancora chi dava il proprio sangue per non infrangere un giuramento che e poter dimostrare che l’Italia non era fatta solo di vigliacchi opportunisti e voltagabbana. 

Mentre voi celebrate stupratori e banditi noi rimaniamo in silenzio, a ricordare coloro che non ci sono più ma che ancora oggi ci marciano accanto, nell’attesa di tornare a rendere grandi questa Nazione che avete distrutto, impoverito, umiliato e depredato. 

Conosciamo molto bene la differenza tra chi diede tutto per la Patria e chi la svendette al miglior offerente, e non vogliamo sederci al tavolo con loro, né oggi, né domani, né mai.

Disprezzo per gli omuncoli, lunga vita a coloro che scelsero la parte sbagliata e non indietreggiarono.

giovedì 25 marzo 2021

Un pensiero del camerata Nicola, per i tempi che verranno

"È la desolante, liberticida realtà, ma è così. 

Restiamo uniti e sopportiamo insieme questo giogo, Camerati miei: sembrerà un po' più lieve.

Il nostro animo, la nostra fede, sempre quelli rimarranno."

Camerata Nicola Deliperi

venerdì 30 ottobre 2020

Rivoluzionari de' noantri...

E' pieno di dementi che negli ultimi giorni stanno esaltando come eroi i vari manifestanti d'Italia, apparentemente in piazza contro il governo, in realtà in piazza per fare casino ed ottenere qualche briciola di sussidio.

Ieri si parlava di Napoli e dintorni, dove il 70% dei votanti, solo un mese fa, ha votato quel De Luca che oggi fingono di contestare; oggi si parla di Torino, ove gli immancabili cessi sociali (spalleggiati dai loro compari clandestini), hanno devastato e saccheggiato negozi (ma non dovevano manifestare per difendere i commercianti vessati dal governo?), come loro costume...

Vediamo poi ai vari TG manifestanti pacifici, con regolare museruola (alcuni addirittura con il modello extra lusso, con valvole incorporate, per sopravvivere anche ad Ebola!), piagnucolare contro il governo per le misure restrittive...

Ma fate pace con voi stessi; se credete nel fanta virus e state accucciati come cani con la museruola, che cazzo protestate a fare? Lo fanno per il vostro bene. E se non credete al fanta virus, che cazzo mettete a fare la museruola? Perchè vi cagate sotto all'idea di prendere la multa?

Tanto lo sappiamo, se riuscirete ad ottenere qualche centinaio di euro di obolo governativo, tornerete sui balconi a cantare "Bella Ciao" ed a gridare "Andrà tutto bene"... E magari a denunciare gli "irresponsabili" che continueranno a protestare per difendere la loro libertà, o per avere anche loro qualche elemosina...

Quanti di voi "contestatori" si sono sempre proclamati antifascisti, dicendo e scrivendo cazzate su quel terribile regime che diede agli italiani case, lavoro, Leggi sociali all'avanguardia, opere pubbliche ed un sistema previdenziale che oggi è stato trasformato in uno schema di Ponzi per rapinarvi?

Chi vi ha dato il sabato "Fascista", portando la settimana lavorativa a 40 ore, è diventato illiberale, vi conculcava le libertà...

Allora godetevi questa democrazia antifascista per la quale avete tante volte manifestato... Hanno sostanzialmente abolito la proprietà privata, come in URSS, dato che non siete più liberi di aprire i vostri negozi, vi hanno ridotti a cagnolini con la museruola e vi impediscono di usare i mezzi pubblici, di entrare nei negozi e persino di passeggiare se non la usate... Vi impediscono di svagarvi e divertirvi, ma qualche cretino fa i paragoni con il coprifuoco che vigeva in tempi di guerra...

Godetevi il vostro antifascismo senza fare tanto baccano in piazza, tanto non cambierete mai nulla, se non in peggio... E continuate a votare per i tristi epigoni del comunismo (compresi quelli come il comunista padano), tanto il pericolo è il "Fascismo", no?

Ma almeno non rompete il cazzo blaterando di libertà e diritti, cose che non sono mai state di vostra competenza.

Verificate dalla tabella allegata quanto siete coglioni da sempre e quanto avete desiderato il comunismo, che oggi vi governa!

-- 
Dott. Carlo Gariglio - Segr. Naz. MFL-PSN
www.fascismoeliberta.info
www.lavvocatodeldiavolo.biz
 

 

venerdì 23 ottobre 2020

Mancò la Fortuna, non il Valore

EL ALAMEIN, 23 OTTOBRE 1942: LA FOLGORE ENTRA NELLA LEGGENDA.

“Dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore…” Con queste parole, pronunciate alla Camera dei Comuni di Londra, Winston Churchill rese onore all’eroico sacrificio dei soldati italiani a El Alamein, in quelle drammatiche giornate di fine nell’ottobre del 1942 che infiammarono le sabbie del deserto con il riverbero di una lotta disperata e leggendaria.

“La Divisione Folgore ha resistito al di là di ogni possibile speranza”, lanciò nell’etere Radio Cairo l’8 novembre 1942 per bocca del corrispondente Heartbrington. “Gli ultimi superstiti della Folgore sono stati raccolti esanimi nel deserto. La Folgore è caduta con le armi in pugno”, rieccheggiò la BBC da Londra.

L’onore delle armi del nemico, la testimonianza più autentica, l’unica che, in fondo, valga davvero qualcosa.

Ma che cosa avvenne, precisamente, 60 anni fa nel corso della “madre di tutte le battaglie“?

L’attacco decisivo degli inglesi e dei loro alleati contro le linee italo-tedesche in Africa settentrionale si scatenò, nei giorni dal 23 al 29 ottobre 1942, lungo il settore difeso dalla divisione paracadutisti Folgore a El Alamein.

L’Ottava Armata inglese aveva schierato nel settore, la 7a Divisione corazzata, i Desert Rats, “i Topi del deserto”, un’unità di veterani di molte battaglie africane, e tre divisioni di fanteria. Un totale di circa 50.000 uomini, con 400 pezzi di artiglieria, 350 carri e 250 blindati. Le scorte di munizioni, viveri ed equipaggiamenti erano praticamente illimitate.

Gli italiani mettevano in campo circa 3.500 paracadutisti, più altri 1.000 uomini (31° Battaglione guastatori d’Africa e un battaglione di fanteria della Divisione Pavia), un’ottantina di pezzi d’artiglieria, 5 carri, nessun veicolo proprio, penuria assoluta di munizioni ed equipaggiamenti, viveri in quantità e qualità talmente misere da causare serie malattie debilitanti a più del 30% della forza effettiva.

In sintesi i rapporti di forza erano di 1 a 13 per gli uomini, 1 a 5 per le artiglierie, 1 a 70 per i carri. Tuttavia, i paracadutisti della Folgore, l’ultimo baluardo superato il quale il nemico sarebbe dilagato alle spalle dell’Armata italo-tedesca, si erano apprestati alla difesa, lungo un fronte di 15 chilometri, decisi a vendere cara la pelle.

Ai ripetuti attacchi degli inglesi, i paracadutisti risposero con incredibile determinazione ed energia, respingendo ogni tentativo di sfondamento e infliggendo al nemico gravi perdite, al prezzo di grandi sacrifici: circa 1.100 tra morti, feriti e dispersi. L’inaspettata resistenza, protrattasi per una settimana, costrinse i comandi inglesi a sospendere ogni ulteriore iniziativa su quel fronte e a concentrare altrove lo sforzo offensivo. Quando, il 2 novembre, in seguito al generale ordine di ripiegamento, la Folgore dovette abbandonare le posizioni, la sua linea di resistenza era ancora intatta ma i resti della Divisione si sarebbero poi dissolti, nel giro di pochi giorni, nel corso della tragica ritirata nel deserto.

Nel corso dei decenni, con il venir meno di pregiudiziali ideologiche e di interpretazioni storiche riduttive, la battaglia di El Alamein, per lungo tempo ufficialmente “dimenticata“, ha guadagnato lo spazio che le compete nell’attenzione degli storici e nel rispetto delle autorità nazionali.

La battaglia di El Alamein rimane uno degli esempi più significativi di coraggio e abnegazione nella storia delle nostre truppe. A oltre sessant’anni di distanza, El Alamein e il valore del soldato italiano testimoniato dagli stessi avversari di allora, diventa simbolo della ritrovata unità del popolo italiano attorno a valori forti, riconosciuti e condivisi, un’occasione per ricostruire una memoria nazionale da confrontare con quella di tutti i popoli protagonisti di quelle pagine di storia.

Noi siamo orgogliosi di esserne gli eredi. Respiriamo il loro coraggio.

giovedì 15 ottobre 2020

Facebook censurerà il revisionismo storico: quando mai lo ha permesso?

Facebook rimuoverà i contenuti che negano (l’inesistente) olocausto ebraico: questa è la notizia che, da qualche giorno, campeggia sui principali quotidiani nazionali.

La cosa può anche essere divertente, perché viene da chiedersi quando mai Facebook abbia permesso la presenza sul suo sito di pagine che trattino in maniera meno politicamente corretta il mai dimostrato olocausto degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Noi abbiamo rinunciato da tempo ad avere una pagina di Fascismo e Libertà su Facebook: se CasaPound – che non è affatto fascista ed ha ripetutamente rinnegato l’esperienza del Fascismo storico – ha dovuto fargli causa per non vedersi le proprie pagine chiuse arbitrariamente e da un giorno all’altro, potete immaginare anche solo cosa significhi per noi avere una pagina Facebook del MFL. La sua sopravvivenza si attesta su qualche ora: per il momento ci abbiamo rinunciato. Solamente il pubblicare il simbolo del Nostro Movimento veniva e viene censurato: a poco è servito spiegare a Facebook che quel simbolo è perfettamente legale, e che con quel simbolo sono stati eletti consiglieri comunali, presentate liste a livello nazionale, ottenuto agibilità politica (guadagnata col sangue e col sudore, risicatissima, infinitesimale, ma l’abbiamo avuta).

Lasciamo da parte questo: oramai Facebook è un veicolo della politica nazionale ed internazionale, ed a meno di cambiamenti ad altissimi livelli che ne ridimensionino di gran lunga il potere mediatico – magari con politici importanti che “migrino” su altre piattaforme per veicolare i loro contenuti (Trump, conosci VK?) – la situazione non è destinata a modificarsi nell’immediato.

Quello che ci interessa notare, in questa sede, è il contenuto degli articoli. Citiamo testualmente da Tgcom24: “La nostra decisione - ha osservato ancora Facebook - è supportata dall'aumento ben documentato dell'antisemitismo a livello globale e dall'allarmante livello di ignoranza sull'Olocausto, soprattutto tra i giovani. Secondo un recente sondaggio, negli Stati Uniti tra persone di età compresa tra i 18 e i 39 anni, quasi un quarto ha affermato di credere che l'Olocausto fosse un mito, che fosse stato esagerato o di non esserne sicuri”.

Avete capito di che cosa parliamo? Prima il revisionismo olocaustico era una fetta per pochi appassionati, che avevano il coraggio di rischiare, in alcuni casi persino la pelle (chiedere a Faurisson). 


Se solo dieci anni fa chi non credeva o ridimensionava le cifre relative all’olocausto ebraico si attestava intorno al 5%, oggi parliamo del 25% (uno su quattro, come dice l’articolo), in una percentuale abbastanza ampia, tra i 18 ed i 39 anni. Traduzione: sempre più persone capiscono che l’olocausto ebraico è, dal punto di vista storico e scientifico, una balla colossale, che non ha e non può avere alcun supporto tecnico. Del resto è esattamente per questo che il revisionismo olocaustico non ha mai avuto alcuna legittimità, tanto meno storica; invitare un revisionista (magari un mostro sacro come Carlo Mattogno) in prima serata a spiegare al grande pubblico perché non è e non può essere esistito lo sterminio di sei milioni di ebrei - anche col solo intento di sbugiardarlo pubblicamente - avrebbe significato due cose: anzitutto legittimarlo davanti agli occhi di buona parte della popolazione, quantomeno come soggetto con cui poter interloquire (pur tra montagne di fango lanciate addosso al povero revisionista) e, in secundis, esporsi ad una colossale figura di merda. I revisionisti non portano presunti sopravvissuti piagnucolosi per colpire lo spettatore o il lettore per buttarla in caciara e spingerlo a simpatizzare con le musichette di sottofondo strappalacrime. No. I revisionisti portano cifre, dati, analisi tecniche fatte direttamente sui mattoni del campo di Auschwitz col carbonio-14 (“Il rapporto Leuchter”), comparazioni di testimonianze (“La prima gasazione” di Carlo Mattogno), comparazioni di fonti, studi sui documenti: tutto ciò che una analisi storica dovrebbe essere, in buona sostanza.

Ecco perché Facebook corre ai ripari e afferma che “chi, dalla nostra piattaforma, proverà ad accedere a contenuti sull’olocausto, verrà indirizzato verso fonti verificate”. Le fonti verificate, ovviamente, sono quelle che dicono loro, con i sopravvissuti che vedono le SS entrare nelle sale doccia in cui si sono appena uccise decine di persone, con i vapori ed i miasmi dello Zyklon B che aleggiano ancora nell’aria, ed il tutto a volto scoperto, respirando a pieni polmoni (come hanno fatto queste SS coi polmoni d’acciaio a perdere una guerra?).

Inutile nascondere – infatti non lo fanno nemmeno gli amministratori di Facebook – che ciò avrà immediate ripercussioni sulle prossime elezioni americane, in cui Donald Trump “rischia” seriamente la rielezione: avete idea di quanti gruppi e di quante pagine Facebook potranno essere chiuse dal nasone e dai suoi reggi-borsa?

La notizia positiva è che il revisionismo cresce e fa proseliti. Detto in altri termini: sempre più gente si rende conto della colossale balle, o comincia a porsi qualche domanda. Il regime, però, ha stretto le maglie, e continua a farlo sempre più.

mercoledì 1 luglio 2020

"Mancò la Fortuna, ma non il Valore": 78 anni fa i soldati Italiani diventavano Eterni.

1 luglio 1942.

Gli Spartani hanno le loro Termopili, i Tedeschi hanno il bunker di Berlino, gli Italiani hanno El Alamein.

In netta inferiorità numerica, senza munizioni, con l'alleato Nazionalsocialista impossibilitato ad intervenire, questi eroi italiani resistono "oltre ogni limite delle possibilità umane", come dirà la CNN. Fino all'ultima pallottola, fino all'ultima granata, senza acqua né viveri, con le uniformi sbrindellate, il mondo, attonito, ha visto compierso l'impossibile.

Due settimane di resistenza disperata e fieramente Italiana contro quel Tredicesimo Corpo d'Armata Inglese che rimase stupefatto quando, nel prendere in consegna gli ultimi sopravvissuti, li trova sporchi, stanchi ed affamati, ma in fila militare, col braccio destro alzato nel saluto Fascista.

Essi hanno trasmigrato dal piano fisico per diventare Dei Immortali, fondendosi con l'Eterno.

"Mancò la Fortuna, ma non il Valore": così un ceppo rende Onore agli Eroi.

Italiano di oggi: davanti al loro sacrificio china il capo, taci, non chiederti quanti sono i nemici ma solo dove siano, non chiederti in quanti siete voi ed in quanti sono loro, non indietreggiare nemmeno di un solo, fottuto millimetro. Loro non lo hanno fatto.

sabato 25 aprile 2020

Festeggiate voi, traditori bastardi

Ogni anno, quando i vigliacchi e i traditori della Nazione scendono in piazza a festeggiare la sconfitta ed il disonore militare, sentiamo qualcuno tra i nostri ciarlare di pacificazione e di parificazione tra partigiani e repubblicani.
Ebbene: non vogliamo nessuna pacificazione! Benché meno vogliamo che vigliacchi e terroristi vengano paragonati ai gloriosi combattenti della Repubblica Sociale, delle SS Italiane e di tutti coloro che, mentre la Patria moriva, versarono il loro Sangue per difenderLa.
Oggi come ieri: disprezzo per i traditori, lunga vita a chi cadde per l'Onore.

sabato 27 aprile 2019

Tenetevi pure il vostro 25 aprile, traditori bastardi.


Pagliacci. Non si possono considerare altrimenti i personaggi che, puntuali, ogni 25 aprile (ormai, però, iniziano anche da qualche settimana prima) monopolizzano piazze e TV per la loro ridicola carnevalata pomposamente definita “festa della liberazione” (la “l” è volutamente minuscola). 

Diventa quasi divertente osservare questi miserabili servi sgomitare per prendere la prima fila delle dichiarazioni e delle interviste in TV, mentre fanno a gara a chi sia più antifascista dell’altro. La prima fila, ovviamente, spetta ai traditori dell’ANPI, l’associazione dei partigiani. Solamente in questa disgraziata Nazione, da settanta anni serva di americani e giudei, si può tollerare un movimento che inneggia così esplicitamente all’odio di parte e che difende conclamati e dichiarati criminali di guerra, come stabilito dalla sentenza numero 747 del Tribunale Militare Italiano – volutamente nascosta e dimenticata da tutti, perché troppo scomodo sarebbe considerare coloro che si ammantano della qualifica di eroi e di liberatori per quello che realmente furono: banditi e terroristi al soldo dell’invasore anglo-americano, correi, con costoro, di innumerevoli crimini di guerra e di stragi mai passate al vaglio di nessun Tribunale di Norimberga.

Ed eccoli lì, i servetti, tutti con il capo chinato, ammantati da quella artificiale aura di democrazia e di diritti umani che scompare puntualmente il 26 aprile, quando si chiede a gran voce il carcere per gli avversari politici, la messa al bando e la soppressione di movimenti politici espressamente democratici ma col solo torto di non piegarsi alla vulgata politicamente corretta di lor “signori”, oppure si irridono gli avversari politici pubblicando orgogliosamente le loro foto a testa in giù. Il #restiamoumani vale solo e soltanto se sei un clandestino di colore, ancor meglio se un invertito: per tutti gli altri è “A Piazzale Loreto c’è ancora posto”.


Ed è così che il 25 aprile diventa, come ormai tutti gli altri 364 giorni dell’anno, la giornata dell’odio istituzionalizzato contro i Fascisti. I quali, evidentemente, ai bei tempi hanno dato ai nonni di questi vermi talmente tanti calci nel culo che i loro vigliacchi nipotini, a distanza di ottanta anni, se la fanno ancora sacrosantemente sotto.


A Modena i teppisti dei cessi sociali, pienamente consci della totale impunità di cui possono godere, hanno vandalizzato il monumento in ricordo dei caduti di Nassyria. Giusto qualche trafiletto sul giornale locale.


Altrove è stato il monumento ai martiri delle foibe ad essere imbrattato, per l’ennesima volta, nel silenzio più assordante.

Stessa cosa è accaduta a Noli, alla lapide che ricorda Giuseppina Ghersi. Questa povera ragazza, torturata, violentata ripetutamente e infine gettata dentro una fossa carsica per la sola colpa di essere la figlia di un gerarca fascista triestino, non ha ancora pace.

A Viterbo i rappresentanti delle Forze Armate abbandonano la cerimonia, disgustati dal solito pippotto filoclandestini del rappresentante dell’ANPI, che non ha perso nemmeno in questa circostanza l’occasione per sparare qualche bordata contro Matteo Salvini, reo di aver interrotto il redditizio affare dei moderni schiavisti di uomini.

A Roma Virginia Raggi, che una parola contro i Fascisti la trova sempre, viene contestata da centri sociali ed ANPI: quando sei troppo servo fai schifo pure al tuo stesso padrone.

A Milano dai cessi sociali viene contestata la Brigata Ebraica, tra fischi e sberleffi.

Insomma: questi subumani son talmente carichi di odio che nemmeno nel loro giorno riescono a stare inquadrati, uniti, cementati da un obiettivo comune, fosse anche quello di esaltare i loro padroni sotto i vessilli di una democrazia e di una libertà solo apparente, fasulla, plastificata. 

Perché noi lo sappiamo bene. Sappiamo bene che questa Nazione, per vent’anni, tornò ad essere faro di Civiltà e luce di Giustizia, come lo era stata nei duemila anni precedenti. Sappiamo bene che questa Nazione ha saputo essere qualcosa di meglio dei vostri Fedez, dei vostri Grande Fratello, dei vostri Platinette, dei vostri cellulari ultimo modello, dei vostri clandestini che stuprano uccidono e rubano, delle vostre puttane, dei vostri padroni giudei, dei vostri massoni, delle vostre 191 basi di occupazione americana.


Noi, come ogni giorno, continueremo a celebrare i nostri morti, i migliori, coloro che caddero per difendere l’Onore della Patria e per tenere fede, fino all’ultimo, al giuramento fatto, per dimostrare che non tutti gli italiani furono traditori e voltagabbana, anche mentre tutto intorno a loro crollava, anche mentre il loro mondo era avvolto dalle fiamme dei bombardamenti alleati, e non si poteva nemmeno sparar loro addosso come si conveniva perché i bastardi partigiani avevano sabotato le munizioni nelle fabbriche.

Piccoli, piccolissimi brandelli di resistenza di un mondo che non c’è più. Sparuti gruppi di soldati politici, ancora vigili, che difendono con orgoglio i brandelli di bandiere, saldamente trincerati attorno ad antiche rovine. 

Tenetevi pure le vostre feste farlocche, miserabili traditori bastardi.