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giovedì 20 maggio 2021

E' una strana Nazione, l'Italia


Le ultime notizie di cronaca sono interessanti per capire fino in fondo il degrado politico ed intellettuale della nazione.

Se sei una rasta puzzolente e speroni una motovedetta della Guardia di Finanza pur di compiere fino in fondo il tuo dovere di schiavista e gettare sul primo porto italiano che trovi dei tubi dirigenti clandestini vieni assolta perché era un tuo preciso dovere (qualunque cosa ciò possa significare); se come Ministro dell’Interno cerchi di impedirlo, però, vai a processo; se sei uno studente di 18 anni che vuole simbolicamente protestare contro l’utilizzo della mascherina in classe vieni portato in ospedale e ti viene fatto un TSO obbligatorio.

Nel frattempo 400 clandestini, respinti sia dalla Spagna che da Malta, si dirigono in Italia sulla Sea Watch 4: “La Guardia Costiera Italiana si attivi per garantire immediatamente le operazioni di soccorso”, tuona perentorio il suo Presidente, Johannes Bayer. Sa che può farlo. L’Italia ha dimostrato chiaramente quanto conti e si faccia rispettare sul piano internazionale, come hanno ben dimostrato le ultime vicende dei quattro cammellari che ci hanno sparato addosso senza nemmeno che dicessimo “ba” (per molto meno Benito Mussolini avrebbe trasformato la Libia in un campo da golf fumante, ma tant’è): non abbiamo dubbi che anche questo diktat verrà prontamente esaudito.

E’ una Nazione particolare, l’Italia.

giovedì 13 maggio 2021

Padroni travestiti da pecore, da duemila anni a questa parte


Stupisce, almeno agli occhi di chi non ha ancora portato il proprio cervello all’ammasso ed abbia conservato un minimo di umanità, come tutti i media, senza eccezione alcuna, siano, relativamente al conflitto Israele-Palestina, sempre e comunque schierati dalla parte sbagliata, vale a dire quella dei criminali sionisti che da più di 60 anni annichiliscono e uccidono una popolazione sostanzialmente inerme.

Ai sassi rispondono con le fucilate dei cecchini; ai razzi katiuscia rispondono con missili terra-aria di ultima generazione. L’obiettivo è sempre quello: prendersi una terra non loro, anche se questo significa violare più di 70 risoluzioni ONU nel silenzio complice di una stampa e di una politica asservita e schierata.

Se, come diceva Goethe, per capire chi comanda basta vedere chi non si può criticare, il sistema mediatico e politico italiano ci dà un’idea abbastanza chiara di come il dominio giudaico sugli organi di informazione e sugli schieramenti partitici travalichi ogni dissenso, ogni eventuale visione “altra” del conflitto che conflitto non è, perché da una parte abbiamo una carnefice, e dall’altro una vittima. Vittima - quella palestinese - che, nonostante tutto, resiste con stoica abnegazione, per niente rassegnata ad un destino fatto di filo spinato, di controlli alla frontiera, di case unilateralmente strappate a chi le aveva da generazioni per consegnarle ai nuovi coloni ebraici, di piogge di fosforo bianco, di tunnel scavati per reperire le derrate alimentari ed i mezzi di prima necessità, in un abbruttimento bestiale ignorato e deliberatamente nascosto.

Ecco quindi che i vari Salvini, Meloni, Pillon, tradizionalmente spernacchiati e dileggiati un giorno si e l’altro pure dai mezzi di informazione – in special modo quelli governativi – acquisiscono una insperata visibilità. Del resto, si sa: nessuno meglio della destra per fare il lavoro sporco. Benito Mussolini lo disse già nel 1924: "Il nemico viene da destra". Fatelo sapere a quegli imbecilli che idolatrano la Meloni o Salvini con il busto del Duce in camera...

Il cane potrà anche abbaiare, di tanto in tanto, ma alla fine abbassa uggioso la testa davanti alla mano del padrone. Padrone che è sempre quello che non si può criticare, da duemila anni a questa parte.

giovedì 25 marzo 2021

La damnatio memoriae ed il politicamente corretto faranno danni enormi


“Non sputare in alto, ché in faccia ti ritorna”, diceva mio nonno.

Il politicamente corretto fa un’altra illustre vittima. Siamo negli Stati Uniti, e stavolta l’obbiettivo dei benpensanti è Alexi McCammond. Carriera rapida e veloce, a 27 anni questo genietto afroamericano  del giornalismo si è trovata a condurre Teen Vogue (dicono le stesse cazzate di Vogue, ma per un pubblico di imbecilli adolescenti). Nemmeno il tempo di sedersi sulla scrivania del Direttore e stringere le mani di congratulazioni per la nuova nomina che qualcuno, però, ha voluto giocarle un brutto scherzo, andando a ripescare alcuni interventi affidati alla sua bacheca di Facebook, in cui la McCammond ironizza su negri, asiatici ed omosessuali, addirittura dieci anni fa, quando la McCammond, cioè, aveva 17 anni. Beninteso, per quest’ironia considerata greve e sconveniente la ragazza aveva già chiesto scusa due anni fa (se invece fai ironia sui ciccioni o sui pelati nessuno si indigna: quella è satira – ma questo è un altro discorso), ma evidentemente non è bastato. In attesa di reintrodurre le punizioni corporali ed il cilicio per l’autoflagellazione, alla redazione di Teen Vogue sono arrivate una marea di lettere di protesta da parte di una pletora di minchioni in fase ormonale, e gli investitori hanno minacciato di chiudere il portafogli: toccata nel vivo – cioè il vil denaro – la redazione di Teen Vogue ha dato il benservito alla giornalista.

L’ideologia politicamente corretta è una sorta di Grande Fratello orwelliano che tutto vede, tutto sente, e nulla perdona: nessuno è al sicuro, nemmeno una giornalista donna, giovane, di colore, premiata con encomi dall’Associazione dei Giornalisti Neri americana (si, esiste un’associazione simile, ma dubitiamo che esista un’associazione simile per i giornalisti di carnagione chiara) – che quindi avrebbe tutte le carte in regola per essere la rappresentante perfetta dell’informazione mainestream – chiamata invece a scusarsi per degli interventi ironici di quando era adolescente, fatta fuori senza tanti complimenti per accontentare una generazione di adolescenti rincoglioniti da genitori altrettanto rincoglioniti.  

È la “cancel culture”, bellezza, e non ci possiamo fare niente. O no?

mercoledì 13 gennaio 2021

Negli USA una intera fazione politica è stata eliminata con un click

Come i più affezionati lettori tra voi sapranno, Fascismo e Libertà non è presente su Facebook o, quando ciò accade, la nostra pagina rimane attiva per pochissimo tempo. Il motivo è presto detto: dopo qualche mezz’ora dalla sua creazione, la pagina viene rimossa unilateralmente da Facebook, indipendentemente dai contenuti. Insomma: sul sito di Zuckerberg non ci possiamo stare, ed anche provare a creare un nostro spazio è solo una inutile perdita di tempo.

Ogni volta che qualcuno di noi è stato silenziato o messo a tacere (profili bloccati, pagine eliminate, limitazioni al proprio profilo anche in seguito alle segnalazioni più demenziali) attorno a noi abbiamo sentito solo applausi: “Dove non arriva la legge italiana arriva Facebook!”, “Facebook fa quello che dovrebbero fare i giudici italiani, cioè far rispettare la Costituzione!” (e vaglielo a spiegare a questi disadattati che non violiamo la Costituzione, per quanto ciò possa sembrare contraddittorio), e via dicendo. Ora Facebook, e con lui Instagram, ha censurato una intera parte politica, vale a dire quella dei repubblicani e del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la cosa davvero scandalosa è che nessun giudice americano si sia alzato in piedi per contrastare il fatto che un sito internet, gestito da una organizzazione privata, decida chi possa e chi non possa avere voce in capitolo. Quando i trumpiani hanno provato a spostarsi su Parler, un sito internet simile a Facebook ma ben meno conosciuto, è stato Google ad impedire a Parler di essere ospitato sui server di Google Play, e sembra che Apple stia pensando una soluzione simile per il proprio sistema operativo. Con un solo colpetto di mouse centinaia di migliaia di attivisti, politici, scrittori, militanti pro-Trump sono stati messi a tacere, e la loro socialità virtuale è stata completamente azzerata. Il tutto tra gli applausi degli antifascisti, senza che nessuno abbia detto un “ma”.

Provate a pensare a cosa potrebbe significare questo in un mondo in cui la moneta contante è abolita e le transazioni economiche avvengono solo virtualmente: basterà un “Invio” sulla tastiera per non saper più come mangiare, il nostro conto corrente portato a “zero”. Di più: con qualunque apparecchio della nostra vita sempre connesso ad internet (il 5G serve proprio a questo: a gestire decine di miliardi di operazioni internet e enormi flussi di dati) smetteremo letteralmente di essere uomini. Non potremo più mettere in moto la nostra automobile, aprire la porta di casa, benché meno utilizzare il nostro telefono cellulare. Completamente eliminati dalla vita sociale ed economica, allo stesso identico modo in cui, con pochi colpetti, decine di migliaia di persone che non sono conformi al politicamente corretto (noi primi tra tutti) ora sono stati eliminati da Facebook.

Vi rendete conto di quanto questi personaggi siano ben introdotti nelle sale del potere, e di quanto siano ben consapevoli di averlo, il potere, se possono permettersi di prendere a cazzi in faccia il Presidente degli Stati Uniti e tutti i suoi sostenitori? Probabilmente no: vi abbiamo sempre visto dalla parte opposta della barricata, ad applaudire le restrizioni contro i Fascisti (o presunti tali).

”Non sputare troppo in alto che poi in testa ti ritorna”, diceva mio nonno. Aveva ragione. Prima o poi toccherà anche a voi.

martedì 5 gennaio 2021

"Amen and awomen": la gaffe del deputato di sinistra che imbarazza gli antifascisti americani

L’ideologia radicale antifascista è barbarie, ignoranza, violenza. Ne dà l’ennesima dimostrazione il deputato americano Emanuel Cleaver, eletto rappresentante alla Camera del Missouri (per i Democratici, ovviamente), il quale, in un discorso politico, conclude con un disgustoso politicamente corretto “Amen and Awomen”. Questo disadattato, nella sua crassa ignoranza, non conosce il significato della parola “Amen”, di chiare origini ebraiche, che significa “Così sia”.

Poiché l’antifascismo mira a destabilizzare ogni Cultura ed ogni Civiltà, specialmente quella europea, il cialtrone antifascista, pensando sicuramente che “Amen” stesse per “A man” – “un uomo”, in italiano – ha equilibrato diabolicamente tale espressione con “Awoman” – “una donna”.

Anche commentare accadimenti simili è diventato finanche imbarazzante, e ciò non fa altro che sottolineare come la violenza ideologica di questa gente sia arrivata oramai a livelli da malattia mentale.

Una domanda ci sorge spontanea: non è che Cleaver e Di Maio sono parenti?

martedì 22 dicembre 2020

Ennesima follia femminista dalla Danimarca

L’ultima notizia folle arriva dalla Danimarca: il sesso senza aver avuto il consenso della propria compagna è considerato tecnicamente uno stupro. Non che prima fosse possibile violentare impunemente le donne danesi sperando di non incorrere nella Giustizia: la questione è molto più grave e seria di quanto si sarebbe portati a pensare. La volontà di fare sesso dovrà essere chiara ed esplicitata, e l’uomo dovrà dimostrare di aver ottenuto il consenso. Come farà un uomo della Danimarca a conoscere una ragazza in un locale, portarla a casa, avere con lei una relazione sessuale, ed avere la certezza che il giorno dopo non verrà denunciato per stupro? Dovrà firmare un contratto? Un pezzo di carta, oltre a nuocere pericolosamente alla libido ed all’amplesso, può cessare la sua validità nel momento in cui la donna afferma di avere cambiato idea proprio durante l’atto sessuale. E se la ragazza è ubriaca ma ha accettato comunque di fare sesso? Di più: se invece fossero entrambi ubriachi, allora per chi varrebbe l’accusa di stupro?

Continua su tutto il continente europeo la criminalizzazione a tappe forzate dell’uomo bianco ed eterosessuale. Se in Italia piangiamo, però, nelle altre Nazioni di sicuro non ridono.

giovedì 3 dicembre 2020

Partecipare alle orge omosessuali e difendere la famiglia tradizionale non è una contraddizione

 

Jòzsef Szájer, eurodeputato di Fidesz, il partito di destra del Primo Ministro ungherese Viktor Orban (notoriamente sovranista), è stato pizzicato a Bruxelles durante un’orgia tra uomini; ha provato a fuggire ma è stato immediatamente bloccato ed identificato.

Immediatamente la stampa e la politica, in particolar modo quella di sinistra (vale a dire la stragrande maggior parte), si è letteralmente scatenata: non è sembrato vero, a questi miserabili pennivendoli ed ai loro capi-borsone, di poter ficcare il naso nel letto di un politico appartenente ad un partito politico notoriamente sovranista e di destra, per poterlo dileggiare, umiliare, e nel contempo gettare ulteriori badilate di fango sulle idee della famiglia tradizionale.

Ma non erano loro quelli che ci hanno sempre detto che le scelte sessuali sono insindacabili e non devono incidere minimamente sulla reputazione di una persona e sulla sua dignità di essere umano? Eppure eccoli qui, col loro solito ditino puntato, a dare lezioni di morale e di politica. Al di là di questa critica scontata all’antifascismo militante – critica scontata perché, oramai, conosciamo bene l’ipocrisia e la doppia morale dei sinistri, che applicano la propria legge con i nemici e la interpretano con gli amici – se Szájer ci insegna qualcosa è, a ben vedere l’esatto opposto: per essere sostenitori della famiglia tradizionale non si deve essere per forza dei donnaioli che picchiano la moglie e vanno a puttane (velocissima ed iconica descrizione di come l’eterosessuale viene dipinto in molte caricature della sinistra lgbtfjbrfweo e genere-fluida). Si può essere anche degli omosessuali, amanti delle orge tra uomini, e nonostante tutto essere per la famiglia tradizionale. La tendenza dell’uomo è sempre stata – e dovrebbe continuare ad essere – il tendere a qualcosa di superiore rispetto a tutto ciò che compete la mera carne, la pura istintualità, la semplice soddisfazione degli appetiti più immediati, anche se noi stessi siamo portatori di quegli stessi istinti. Spesse volte ho esagerato con l’alcol – in discoteca, in ristorante, alle cene con gli amici – ma ciò nonostante non mi sognerei mai di promuovere campagne per l’alcolismo a scuola, né di sostenere che sia lecito guidare in stato di ebbrezza, anzi, esattamente l’opposto. Allo stesso modo, nella propria vita privata, si possono avere degli atteggiamenti che vengono poi contraddetti – ma solo apparentemente – dalle proprie convinzioni politiche; “apparentemente” perché è il buonsenso, la propria condizione di homo politicus, di essere pensante, che ci eleva dalle nostre funzioni corporali per farci tendere a qualcosa di più grande, di più nobile, di più giusto, perfino di Noi stessi. L’esatto opposto della sinistra e del moderno antifascismo, per il quale vale solo ed esclusivamente la glorificazione della carne, dell’animalità elevata a simbolo ed a ragione di vita. In questo senso un Jòzsef Szájer che fa delle orge omosessuali è un milione di volte preferibile ad un eterosessuale dichiarato, donnaiolo incallito, che invece spinge per l’equiparazione della famiglia omosessuale a quella tradizionale: il primo eleva la politica e ciò che essa dovrebbe tutelare – la società tutta – a qualcosa di più alto, vale a dire l’ordine naturale delle cose, come è stato e come dovrebbe essere, mentre il secondo la abbruttisce, la svilisce, la mortifica.